Eiyuden Chronicle Rising, protagonista della recensione di oggi, è un buon videogioco ma non realmente entusiasmante, tra meccaniche poco approfondite e un comparto narrativo poco stimolante. Prima di partire va fatta una contestualizzazione sulla ragione di esistere di Eiyuden Chronicle Rising, che si slega dalla recensione effettiva ma potrebbe aiutare a capire le scelte dietro questo titolo. A capo di questo progetto c’è Yoshitaka Murayama e la sua software house Rabbit & Bear Studios, ossia il creatore dell’iconico Suikoden. Murayama ha finanziato il sequel spirituale di quella serie tramite una campagna di raccolta fondi: Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes! Tra gli obiettivi della campagna c’era anche la realizzazione di un gioco di “preparazione” al nuovo titolo, che servisse da introduzione al mondo di gioco. Questo gioco è ovviamente Eiyuden Chronicle Rising, il cui compito era anche quello di fare da antipasto in attesa della portata principale. Bene, il problema purtroppo è proprio questo, si tratta di un antipasto che non fa assolutamente nulla per provare a essere qualcosa di più! La natura di “gioco d’antipasto” di Eiyuden Chronicle Rising è giustificata dal prezzo, ma per una recensione non lo possiamo considerare più di tanto. Possiamo però dire che è sicuramente onesto per quello che offre, ma al netto di queste considerazioni partiamo ora con la recensione vera e propria.
Una trama blanda, salvata in corner dalla protagonista
Avete presente quei film mediocri che però vengono parzialmente salvati da personaggi, o in generale performance attoriali, di ottimo livello? Troviamo qui un ottimo parallelismo con la trama di Eiyuden Chronicle Rising. In breve la protagonista CJ è una razziatrice, e viene da una famiglia che fa quest’attività da generazioni, con tanto di passaggio di consegne in corso per la giovane donzella. CJ decide quindi di legittimarsi come razziatrice a Nuova Nevaeh, una piccola cittadina che ha al suo interno una golosissima cava potenzialmente piena di tesori. Probabilmente l’unica cava del continente, perché i razziatori di ogni dove sono andati tutti lì! Esigenze di trama a parte, veniamo informati di come ci siano dei problemi con la cava, e che se vogliamo esplorarla dobbiamo avere un permesso che certifichi il poterlo fare.
Non avendo i soldi per pagarlo, accettiamo di prendere una tessera da riempire con dei timbri che vengono raccolti man mano che si completa una commissione, come il ritrovare un gatto che si è perso o raccogliere una certa quantità di funghi. Il resto dello sviluppo narrativo è molto banale e blando, ha però un lato positivo: la protagonista. CJ è una ragazza che è impossibile da non prendere in simpatia, perché pur se abbastanza cartoon ha una caratterizzazione meno bidimensionale degli altri personaggi. Soprattutto in alcuni dialoghi fa veramente affezionare il giocatore, quindi lei è promossa a pieni voti. Nel complesso una trama rivedibile, priva di elementi che ti invoglino a continuare, e resa un minimo interessante (pur se poco) proprio dalla protagonista.
Il gameplay funziona, ma alla lunga è ripetitivo
Il gameplay di Eiyuden Chronicle Rising è abbastanza solido, responsivo e capace di intrattenere il giocatore per diverse ore. La struttura base è quella di un rpg action a scorrimento orizzontale, nel quale possiamo usare fino a tre protagonisti diversi. Come? A ogni tasto d’azione principale, escluso quello del salto, corrisponde l’attacco di un personaggio. Ecco un piccolo esempio per far capire bene di cosa si tratta: stiamo esplorando con CJ quando a un certo punto compaiono dei nemici che possiamo combattere. Premendo il tasto Quadrato (o l’equivalente nei pad non PlayStation) attaccheremo con CJ, ma se premiamo Triangolo compare un altro personaggio del party e attacchiamo con lui, se poi torniamo a premere Quadrato torna ad attaccare CJ. Ecco quindi che Croce serve a saltare, mentre Cerchio, Triangolo e Quadrato corrispondono agli attacchi dei tre personaggi giocabili. Già da queste primissime meccaniche di gioco entrano in gioco le prime carenze di attenzione, che ci hanno fatto pensare che sia stato semplicemente svolto il proverbiale “compitino”.
Con questa mappatura, il tasto scelto per le interazioni è R1, ma l’istinto porterà sempre a premere Croce/Cerchio (a seconda che si sia abituati alle mappature occidentali o orientali) oppure Quadrato, perché lo standard per interagire con personaggi è oggetti prevede quei tati lì. Considerando che il salto lo si usa spesso anche in battaglia, serve un tasto sul quale possiamo tenere sempre il dito pronto per il click. R1 come tasto per il salto, e Croce per le interazioni, sarebbe stata una combinazione molto più valida e il flow del gameplay ne sarebbe uscito enormemente migliorato.
Non aiuta nemmeno il fare costantemente sempre lo stesso tipo di missione. Una volta raccogli dei funghi, un’altra volta dei minerali, un’altra ancora sconfiggi un certo nemico, un’altra ancora raggiungi un certo punto. Non si ha mai la vera sensazione di star facendo cose nuove a livello di puro gameplay. A tenere la soglia dell’attenzione a livelli accettabili sono i boss, che almeno spezzano la routine e possono essere anche riaffrontati più volte per accumulare punti esperienza extra. Nota di merito anche per il level design, ben realizzato e sempre con qualche spunto interessante. Riteniamo che proprio il level design sia il vero punto di forza dell’esperienza di gioco, perché tiene salda l’ossatura di un titolo che si basa sull’affrontare dei dungeon combattendo al loro interno.
Eiyuden Chronicle Rising permette anche di potenziare il proprio equipaggiamento, accumulare oggetti consumabili (come le classiche pozioni curative) buttando nella mischia varie strutture utili, come armerie e tavole calde per il cibo da consumare per ottenere dei benefici, tutto questo attraverso le varie quest che ci richiedono di ottenere determinati materiali o soddisfare certe condizioni. Il risultato finale è quello di un gioco che funziona, e anche bene, ma che a tratti risulta ripetitivo e poco stimolante. Da una leggenda del Game Design come Murayama ci si aspettava forse qualche guizzo in più, che elevasse questo gioco da buon riempitivo a ottimo titolo, ma sicuramente si è voluto tenere le idee migliori per Hundred Heroes e l’attesa rimane alta!
Un comparto tecnico molto gradevole
Eiyuden Chronicle Rising ha un comparto tecnico valido, molto piacevole da guardare e che unisce molto bene gli elementi 2D con quelli 3D. L’atmosfera da gioco classico modernizzato è resa nel modo giusto, e anche le musiche aiutano a calarsi in quel mood. L’unico tallone d’Achille è l’assenza di veri guizzi artistici, con pochissimi artwork che riescono a rimanere realmente impressi e sprite ben fatti ma nulla di più.
Anche questo ultimo aspetto del gioco dà l’impressione di un pigro compitino, di un gioco che è stato fatto perché andava fatto. Ricordiamo infatti che questo titolo non era previsto da subito, era uno degli obiettivi avanzati di una campagna di raccolta fondi alla fin fine. Eiyuden Chronicle: Hundred Heroes sarebbe esistito anche senza Rising, e non è piacevolissimo averne la sensazione mentre lo si gioca. Eiyuden Chronicle Rising non è né carne né pesce, è un progetto che con qualche guizzo in più poteva fare da gran prologo (pure se Hundred Heroes sarà un JRPG a turni classico) e invece rimarrà sempre come un plus completamente opzionale e accessorio. Peccato.