Ne abbiamo parlato davvero a lungo, forse anche “troppo” per gli standard di questo settore, eppure le notizie, gli approfondimenti e l’attenzione di autori e fan hanno continuato ad alimentare il progetto di cui andiamo a parlarvi oggi. Oltre un anno fa lo abbiamo affrontato in una primissima build scrivendone la nostra anteprima. Successivamente, in seguito agli ulteriori passi avanti a distanza di un anno, ci è stata consegnata una nuova build attraverso cui tastare con mano le aggiunte e migliorie affrontate fino a quel momento (il mese di febbraio ha infatti visto uscire il nostro secondo articolo di anteprima in merito). Adesso abbiamo finalmente per le mani la versione intera e completa di King Arthur: Knight’s Tale con la possibilità di parlarne in una definitiva recensione.
I ragazzi di NeocoreGames ci hanno coinvolti nella gestazione di questo titolo fin dall’inizio, gettando le basi di un’esperienza rivelatasi curiosa al principio e interessante poi. La carne al fuoco resta tantissima, specialmente per gli amanti del genere in cui il gioco si origina, resta da constatare soltanto l’amore generale dimostrato fino a ora.
Meglio ricordare
Prima di parlare di King Arthur: Knight’s Tale in una recensione è bene ricordare un minimo quanto abbiamo visto fino a questo momento, così da riallinearci verso questo viaggio conclusivo. Come ben sappiamo alla base della trama e soprattutto del mondo nel titolo troviamo i racconti a comporre il ciclo Arturiano, di scolastica memoria. La fascinazione immortale verso questo mondo ha senza dubbio giocato un ruolo preminente nell’attenzione verso il progetto. Sviluppato da NeocoreGames i lavori sul gioco sono partiti da un Kickstarter in cui gli sviluppatori hanno chiesto un supporto monetario in cambio di una prima presentazione del tutto e di successivi aggiornamenti. Inizialmente l’uscita era prevista per il 29 marzo 2022 successivamente spostata per alcune motivazioni di produzione. Da tutto ciò si è originato un lavoro guidato da un supporto continuo sia dei fan che degli sviluppatori stessi, con continue novità e lavori per incrementare le possibilità ludiche e migliorare la resa generale del titolo.
Come abbiamo detto anche sopra, King Arthur: Knight’s Tales sviluppa la sua trama partendo da basi appartenenti alla mitologia per poi ribaltarne completamente i ruoli e il punto di vista del personaggio principale, un atteggiamento del genere lo abbiamo visto anche nella recensione di Crudelia (per fare un paragone con un altro medium). Il protagonista di cui andremo a vestire i panni, infatti, non sarà il leggendario Re da cui è tratto il nome del gioco, bensì la sua nemesi: Mordred. Ancora una volta nei panni di un cattivo pronto a mostrarci un contesto che conosciamo da un punto di vista inedito. Il gioco delle prospettive resta una delle trovate più curioso di un titolo estremamente classico nel suo porsi. L’obbiettivo primario sarà quello di guidare questo particolare personaggio in una storia che lo vedrà a contatto con compagni storici e nuove conoscenze in questa Avalon soggettivamente oscura e fatiscente. Ogni cosa, ovviamente, ricade nelle nostre mani. Se nelle anteprime precedenti abbiamo avuto modo di provare soltanto alcuni atti del gioco, questa volta i cancelli del regno si sono aperti nella loro interezza, offrendoci finalmente libero arbitrio in ambito contenutistico.
King Arthur: Knight’s Tale, è bene ricordarlo anche in quest’ultima recensione, sviluppa il suo gameplay in una struttura da strategico a turni isometrico, basato sulla gestione attraverso il mouse.
Le possibilità d’azione sono tantissime (ne abbiamo approfonditamente parlato in passato) come lo sono anche le possibilità di “narrazione”. Dal punto di vista della scrittura ogni viaggio assumerà delle caratteristiche proprie e distintive rispetto agli altri. Questo sarà possibile sia attraverso le scelte multiple nei dialoghi, sia nelle varie modalità in cui si esplora il gigantesco mondo di gioco. Come scritto anche sopra, il supporto è stato tanto disegnato da continui aggiornamenti e migliorie anche strutturali.
Nuovi sentieri
King Arthur: Knight’s Tale offre due elementi fondamentali agli appassionati, un gameplay solido e di radice classica, e come leggerete tra poco nella recensione, un dinamismo generale nella struttura e nella scrittura. Adesso, con tutti e 4 gli atti a nostra disposizione la situazione cambia, aprendo la strada a tutte le possibilità che fino ad ora abbiamo potuto solamente immaginare. Questi sentieri inediti conducono quindi al tanto agognato endgame (per quel che ne sappiamo dovrebbero essercene almeno una ventina, distinti in missioni uniche con scontri finali particolari). Le nuove possibilità di esplorazione non sviluppano soltanto la trama, conducendo bensì anche a quei personaggi che fino ad ora non avevamo ancora potuto incontrare e includendoli fra le nostre fila, e ad eventi inediti pronti a mettere alla prova il “morality chart” definitivo. Il sistema di morale all’interno del gioco resta una delle idee più curiose, specialmente se si riflette sulle origini del nostro stesso protagonista e sulle possibilità “ruolistiche” che un contesto del genere offre.
Tutte queste aggiunte, fuse alle attenzioni di cui vi parlammo precedentemente, ampliano ulteriormente le possibilità di un titolo adesso immenso, di un mondo che ti sollecita continuamente a fare qualcosa, che si tratti di trama, di missioni secondarie, di premi speciali, di tesori o di eventi, tutto incide sul tuo viaggio e su quella che sarà la sua conclusione. L’immensità che questo progetto ha raggiunto resta spiazzante, come resta curiosa la gestione delle numerose problematiche risolte nel corso di quest’anno. Alla fine dei conti questo King Arthur: Knight’s Tale si è rivelato quello che tutti ci aspettavamo, fortunatamente: un videogioco molto classico pronto a plasmarsi in base all’indole di chi sta giocando. Un viaggio estremamente familiare che rievoca nostalgia ma anche coraggio e amore nella resa finale di qualcosa d’immenso, nella speranza di un supporto anche futuro. Le promesse sono state quindi mantenute. Avalon è un mondo inospitale e tetro, oscuro nella sua estetica. Starà a noi esplorarne tutti gli anfratti per scoprirne i segreti e sbloccare una crescita che conduce inevitabilmente al potere. Crescita non soltanto dei singoli personaggi – con abilità, equipaggiamento e classi – ma del mondo che ci circonda, attraverso un sistema che spinge ad avanzare, ma anche a gestire i vari insediamenti conquistati lungo il cammino, in un contesto, anche narrativo, che necessita di “essere ricostruito”.