Gamedec – Recensione di un RPG testuale piuttosto classico

Dopo aver approfondito quello che Gamedec ha da offrire, siamo pronti a raccontarvi quello che ci ha lasciato, nella nostra recensione.

Nicholas Massa
Di Nicholas Massa Recensioni Lettura da 9 minuti
7
Gamedec

E’ interessante notare come i giochi di ruolo narrativi abbiano ancora moltissimo da raccontare anche nel 2021. Sarà la loro natura poliedrica ad ampliarne le possibilità espressive generali, o semplicemente un attaccamento particolare da parte sia del pubblico che dei vari creativi? Le parole come mezzo principale nel creare un mondo vasto e complesso. Questa in realtà è la base di ogni singola storia mai creata o costruita in ogni medium, solo che qui il “saper scrivere” raggiunge un livello e un’importanza ancor più centrali. Tutto ciò a incorniciare alcune esperienze ludiche che ad oggi riescono ancora, pur nel loro classicismo, ad assorbire completamente chi ci si avventura, contribuendo a una struttura che senza dubbio risulta sempre affascinante nel suo porsi. Gamedec, il titolo di cui oggi vi proponiamo la nostra recensione, si basa proprio su tutto questo, su queste specifiche possibilità espressive, fuse a un comparto artistico sempre coerente.

Il mondo dei videogiochi e la sua progressione verso nuove vette figurative risulta senza dubbio affascinante, soprattutto considerando i passi in avanti fatti a livello di hardware e console, il tutto accompagnato poi da un ampliamento verso strade mai esplorate prima. In ciò vanno ad incastonarsi prodotti come questo, prodotti che non mirano troppo alla potenza visiva, virando le proprie potenzialità verso “esperienze” che vogliono lasciare il segno. Qui la caratterizzazione generale la fa da padrone, in mondi intarsiati di dettagli e personaggi che vogliono essere il più possibile delineati con la visione anche del giocatore. Un principio d’impersonificazione quindi, in cui in seguito all’accesso tutto ricade nelle mani di chi sta giocando, di chi muove i suoi passi all’interno delle varie vicende. Due strade, quella del reale e quella della finzione che vanno di pari passo, fondendosi insieme nel soggettivismo più puro pronto a regalare qualcosa in più.

Un mondo in rovina e un palliativo complesso 

Apriamo questa recensione di Gamedec parlandovi del suo mondo. Questo fin dai primissimi momenti di trama risulta abbastanza complicato, ma comunque interessante. L’ispirazione dietro ai suoi meandri deriva da una serie di romanzi, pubblicati nel 2004, firmati da Marcin Sergiusz Przybyłek. Tutto si ambienta in questa Varsavia estremamente futuristica in cui i cittadini hanno trovato rifugio. I pericoli maggiori, infatti, si trovano all’esterno della città e sono rappresentati dalla natura incontaminata e selvaggia. Poiché l’essere umano non è riuscito in alcun modo a rispondere a questa flora così aggressiva, questo si è rinchiuso fra le mura di un contesto che ricorda tantissimo prodotti come Blade Runner nella sua estetica. Al terrore verso la situazione esterna è ovviamente subentrata la monotonia, tamponata attraverso una sorta di corrispettivo virtuale della vita chiamato Virtualia. Questo insieme di situazioni online riunisce tutta la popolazione della città, e data la complessità della struttura ed il suo iperrealismo, sono sorti problemi di ogni tipo.

Gamedec recensione

I cheater sono uno di questi, accompagnati da glitch e bug di sorta, soltanto che nella realtà virtuale hanno un impatto estremamente diverso sui vari utenti, più diretto, arrivando a provocare anche dolore reale. Ad arginare tutto ciò sono state create alcune figure apposite, i cosiddetti Gamedec. Il loro ruolo è quello di intervenire, indagando nel corso di queste situazioni problematiche e cercando di arginare il più possibile le ripercussioni che potrebbero riflettersi sulle persone coinvolte, nel mondo reale. I ragazzi di Anshar Studios hanno quindi fuso le dinamiche letterarie di queste storie in un’esperienza che si modella intorno a un singolo protagonista. Sulle sue spalle il compito d’introdurre il mondo di gioco e le varie dinamiche che intercorrono fra i diversi elementi narrativi. Gamedec mette moltissime cose nelle mani del giocatore attraverso la sua scrittura, ricordando altri titoli dello stesso stampo, e in effetti abbiamo già affrontato tutto questo anche nella recensione di Disco Elysium, per citarne uno.

Una sensazione familiare 

Dal punto vi sta del gameplay, Gamedec  si pone in maniera estremamente classica. Si tratta semplicemente di un RPG narrativo, sviluppato lungo le varie linee di dialogo a interporsi fra il/la protagonista e il suo mondo. Alcune descrittive, quindi, e altre socio-comunicative. La primissima cosa che si dovrà fare per avviare la propria avventura sarà proprio quella di delineare il/la nostro/a protagonista. Il menù di selezione offre vari modelli tra cui scegliere, in realtà non troppo differenti fra loro, né particolarmente variegati. Si potrà selezionare il sesso, il nome, la provenienza geografica e sociale. Il menù in questione è estremamente semplice e diretto, particolarmente povero dal punto di vista della caratterizzazione estetica. Una volta delineato un minimo il proprio alter-ego digitale, si verrà lanciati nei vari eventi.

Il nostro compito principale sarà quello di condurre alcune indagini in relazione alle varie problematiche che la narrazione ci proporrà. Nel corso di queste si potranno intrattenere relazioni di vario genere con gli altri personaggi della storia. Queste condurranno a una crescita specifica del nostro personaggio, sviluppando sia i suoi tratti caratteriali, sia le sue abilità dialettali. Il tutto avviene attraverso un albero delle “professioni” in cui muovere i propri sviluppi.

Gamedec recensione

Ogni dialogo presente all’interno di Gamedec, come leggerete anche più avanti nella recensione, ha un peso particolare su tutto quello che avverrà in seguito. Le scelte multiple che si paleseranno sul vostro cammino rappresentano il fulcro centrale della vostra avventura e in base a queste otterrete degli specifici sviluppi per il vostro personaggio che andranno, inevitabilmente, ad escluderne delle altre. Scegliendo la strada della criminalità, ad esempio, avrete dei bonus particolari che vi faranno entrare in contatto con personaggi e luoghi specifici, escludendone degli altri. Tutto sta nelle vostre mani e nel modo in cui deciderete di condurre la vostra storia. Un approccio del genere premia, ovviamente, la rigiocabilità dell’intero titolo, spingendo di volta in volta ad iniziare nuove partite, con il fine di curiosare verso tutte le altre strade a disposizione. 

Parlando della struttura generale, questo Gamedec tenta sempre di arricchirsi e contestualizzassi attraverso un Codex che tornerà estremamente utile in alcune situazioni. La cura generale delle sue righe impreziosisce indubbiamente il mondo di gioco, il quale risulta sempre approfondito, in un certo qual modo, ma anche valorizzato e distinto da altri prodotti sullo stesso genere. Certo, non si tratta affatto di un videogioco veloce, ma al contrario di un’avventura che si prende i suoi tempi e spazi, ricalcandosi quasi totalmente sul protagonista che si sta sviluppando. Questi potrebbero essere sicuramente punti in suo sfavore, tamponati però da una cura generale che senza dubbio cattura fin dall’inizio. Il peso delle proprie azioni si fa sempre sentire, come anche la “gravitas” di ciò che ci accade intorno.

Un mondo in continuo movimento 

In una recensione di Gamedec risulta centrale parlare anche della sua resa artistica, del modo in cui il mondo di gioco viene disegnato passo passo. Come detto sopra lo stile a modellare il mondo di gioco è il Cyberpunk (pur con qualche digressione e sperimentalismo), accompagnato da un’attenzione generale che risulta credibile dall’inizio alla fine. Basti solamente osservare i minuscoli dettagli visivi a comporre i vari luoghi visitabili. Primo fra tutti l’appartamento del protagonista, arricchito anche dagli oggetti con cui si può interagire. La visuale è sempre isometrica e l’Unreal Engine 4 svolge bene il suo lavoro, delineando un’esperienza che appare ben curata, imbastendo un dialogo silenzioso ma al contempo avvolgente in alcuni suoi frangenti. Certamente la lingua inglese potrebbe rappresentare un grande ostacolo comunicativo per molti, nonché una limitazione generale nell’interazione con una storia che vuole, in ogni caso, farsi leggere.

Gamedec
7
Voto 7
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Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.