Il 2021 sembra volersi confermare come “l’anno dei loop”, e dopo titoli con budget ben più importanti che hanno fatto sentire il loro nome in questi mesi come l’apprezzatissimo Returnal e il rimandato Deathloop, stavolta è il momento di un titolo ben diverso, e non soltanto per la sua forma di gameplay. Stiamo parlando chiaramente di Twelve Minutes, videogioco sviluppato da Luis Antonio e pubblicato da Annapurna Interactive. In questo titolo il concetto di azione e reazione viene portato all’estremo, concentrandosi (come da titolo) solamente su dodici minuti che si ripetono in loop per un motivo ignoto. Badate bene, non si tratta del semplice effetto farfalla delle avventure grafiche a cui siamo abituati: in quei determinati casi gli oggetti con cui interagire, quelli ottenibili, i dialoghi e soprattutto i risvolti, sono sempre limitati dalla scena e dalla necessità di dare uno specifico seguito alla storia; nel caso di Twelve Minutes invece, come constaterete leggendo il seguito della recensione, i possibili risvolti sono tantissimi, tutti collegati, e soprattutto concentrati in quello specifico lasso temporale.
Una particolare sorpresa
Come ogni avventura che si rispetti, non ci viene data un’introduzione troppo chiara. Tutto, partendo dalla nostra identità, alla nostra situazione sociale, fino alla trama vera e propria, dovrà essere scoperto da noi mano a mano, tessendo una tela fatta di ipotesi, tentativi e scelte sbagliate. Ma intorno a cosa ruota la trama? Non possiamo entrare troppo nei dettagli a causa della narrazione estremamente particolare e concentrata, dove anche un semplice piccolo indizio potrebbe equivalere a spoiler. Vi basti sapere quindi che impersoneremo un uomo, che tornato a casa dopo il lavoro, troverà sua moglie ad aspettarlo come tutte le sere… ma tutto ciò che ne seguirà sarà decisamente fuori dall’ordinario.
Quella che sembra una storia sulle prime “banale” o “già vista”, rivelerà invece un intreccio intricato e profondo, e starà a noi scavare nella trama (grazie a tutti gli indizi che otterremo e agli oggetti che potremo sfruttare) per arrivare fino in fondo e scoprire i vari finali disponibili.
La struttura ludica di Twelve Minutes quindi è concentrata in alcuni determinati passaggi, che dovremo necessariamente giocare più volte con la classica formula del Try and error, per acquisire informazioni a noi sconosciute e sfruttarle nel loop successivo. Sono tantissimi i risvolti che potranno verificarsi e le combinazioni di eventi a cui potremo assistere, ed alcune azioni che ci verranno in mento, per quanto folli, potrebbero rivelarsi non solo possibili da compiere, ma magari si riveleranno quelle giuste ed essenziali per accedere ad una determinata informazione.
Plot Twist
Lì dove la trama e il gameplay cercano di intrigare e affascinare, molto dell’appagamento viene dato al giocatore solamente dopo un determinato periodo di tempo passato a giocare, perché ci vorrà un numero non proprio esiguo di loop per ottenere alcuni dati, e rivelare dei colpi di scena da strabuzzare gli occhi. Non dobbiamo aspettarci una sceneggiatura da Oscar ovviamente – non sarebbe facile con le poco più di due ore e mezza necessarie per terminare il titolo – e non mancherà un leggero retrogusto di “già visto”, ma le idee interessanti ci sono, e si fanno sentire.
Giocare a Twelve Minutes si è rivelato decisamente più confortevole sfruttando un PC, nonostante per la recensione abbiamo testato il gioco anche su Xbox Series X: la sua struttura da “punta e clicca” rende il controllo con il mouse decisamente più preciso, e dato che – soprattutto in un paio di casi – il tempismo sarà essenziale, una selezione mancata a causa della fretta o della poca precisione della levetta analogica potrebbero essere la causa del vostro “game over” e ricominciare di nuovo il loop.
Questa avventura interattiva sul piano artistico non ha voluto osare più di tanto, e nonostante qualche bug dovuto a compenetrazioni varie, il risultato all’occhio è più che gradevole. Fiore all’occhiello della produzione anche il cast vocale, che vanta nomi d’eccezione del mondo del cinema quali James McAvoy, Daisy Ridley e Willem Dafoe, che con la loro interpretazione hanno regalato al titolo di Annapurna e Antonio quel qualcosa in più.