Don’t Forget Me – Recensione, il potere dei ricordi in un mondo cyberpunk

Un mondo in pixel art alla scoperta di memorie molto più pericolose di qualsiasi arma, scopritelo nella nostra recensione di Don't Forget Me.

Valentina Valzania
Di Valentina Valzania Recensioni Lettura da 10 minuti
7.5
Recensione

La nostra recensione di Don’t Forget Me comincia con una domanda: come riuscire a descrivere la bellezza e il potenziale di un titolo indie in pixel art ambientato in un mondo cyberpunk, in cui le memorie di ogni individuo giocano un ruolo importante sia nel gameplay sia nella trama? Come dare spazio a un titolo apparentemente così piccolo eppure con così tanto da condividere? Nelle scorse settimane abbiamo già parlato di un titolo indie surreale e sopra le righe, che cerca di trasmettere un messaggio importante ai giocatori e di sfruttare al massimo anche le risorse più “scarse”. Stiamo parlando di Say No! More uscito proprio una settimana fa, di cui potete trovare la nostra recensione a questo link. Nel caso di Don’t Forget Me si tratta di un gioco dalla durata (media) simile, dallo stile grafico semplice e intrigante, ma con un’idea di base sviluppata in modo molto più interessante e carica di intrattenimento allo stato puro. Per questo la recensione di Don’t Forget Me in realtà è più un’analisi e un’osservazione su quanto si possa creare materiale interessante, seppure con poco a disposizione.

Per quanto riguarda questo titolo, sviluppato dal team The Moon Pirates, quel “poco” a cui ci riferiamo corrisponde a meno di 200 megabyte di download per installare il gioco, per intenderci. Insomma, stiamo davvero trattando una piccola perla, un’esperimento videoludico versione tascabile. Gli sviluppatori e gli ideatori del gioco sono un gruppo di persone alla ricerca di creatività. Da quelle poche righe che descrivono come è nato il progetto si deduce la mancanza di una vera e propria organizzazione, e la presenza di un grande spirito goliardico. Ciò che si nota è indubbiamente una grande voglia di dare vita a un progetto valido, e a noi questa voglia di creatività di The Moon Pirates è piaciuta davvero molto, nonostante i problemi di cui discuteremo. Don’t Forget Me uscirà il 20 aprile per PC e Mac e Linux e noi vi consigliamo di pensare a questo acquisto, dato che si tratta di un indie che potrebbe incuriosirvi più di quanto pensereste dandogli un primo sguardo fugace.

Don't Forget Me

Hackerare la mente degli altri: un lavoro particolare

Il titolo è un punta e clicca piuttosto semplice che si basa sull’investigazione, sulla continua scoperta dei ricordi più reconditi nelle menti dei nostri clienti. Esplorare la memoria delle persone è il fulcro dell’intero gameplay e trascina tutta la trama orizzontale di Don’t Forget Me, a volte per copiare e rendere eterni alcuni eventi particolari nei chip di alcuni individui, a volte per cancellare fatti terribili impossibili da dimenticare in altro modo. Mano a mano che il tempo passa Fran e Bernard scoprono realtà sempre più aberranti, non solo sui loro clienti ma anche sui piani segreti del governo e della corrispettiva fazione ribelle che cerca di proteggere i cittadini a ogni costo. In un mondo di chip, macchine della memoria e cospirazioni, ci troviamo immersi in qualcosa che sembra palesemente più grande di noi, e questo ci affascina. La storia alla base di tutta la narrazione non è tra le più originali ma riesce a essere piuttosto convincente se affiancata all’ambientazione e all’atmosfera creata, per non parlare del gameplay che è integrato in modo eccellente.

Proprio il gameplay è il punto forte su cui vogliamo spendere qualche parola in più: il titolo è stato realizzato da un team di sviluppo davvero ristretto ma capace di creare qualcosa di veramente avvincente, seppur con i propri limiti. Investigare nei chip dei pazienti è una vera e propria goduria: si utilizzano parole chiave che permettono di passare da “una bolla di memoria” all’altra. Ogni punto sullo schermo rappresenta una sezione cardine della mente umana che va raggiunta solo e unicamente ascoltando, leggendo e ricordando dialoghi e frasi che appaiono in basso sull’hub del pc utilizzato dal protagonista. Abbiamo veramente apprezzato la scelta di mettere in difficoltà il giocatore e di spingerlo a prestare attenzione a ogni singolo frammento di ogni discorso, senza stare attenti si deve partire dall’inizio del capitolo trattato e rileggere nei dettagli, quantomeno per cominciare l’analisi investigativa. Per proseguire invece basterà leggere le osservazioni di Bernard e scovare le parole chiave.

Don't Forget Me

Abbiamo apprezzato di meno la scelta di rendere piuttosto lunghi i dialoghi in cui non si può interagire in alcun modo e soprattutto avremmo voluto maggiori memorie da analizzare, dato che abbiamo apprezzato davvero molto il lavoro svolto dagli sviluppatori. Curiosare in stile “hacker accanito” diventa la base del divertimento e dell’intrattenimento, poter fare scelte importanti per le storie secondarie ci ha molto colpito e ci ha invogliato a spendere più tempo possibile su Don’t Forget Me. L’atmosfera risulta travolgente pur essendo veramente semplice e divisa in sole tre ambientazioni, e allo stesso tempo la colonna sonora è perfetta, soprattutto nelle fasi più concitate del gameplay.

Un indie che merita attenzione

C’è veramente tanto di valido in Don’t Forget Me, questo è poco ma sicuro. Durante la nostra esperienza ci siamo resi conto che siamo stati inaspettatamente inghiottiti dal mondo cybperunk del videogioco e abbiamo vissuto una sensazione che ci ha riportato un po’ indietro all’infanzia: la sensazione glorificante di avere il potere di cambiare il mondo tramite le parole su un computer. Sono tornati alla mente tanti di quei giochi di fantasia in cui un pc giocattolo incarnava lo strumento perfetto per farci diventare personaggi intelligentissimi, inarrestabili, maghi del web e chi più ne ha più ne metta. Ma la realtà era che ci trovavamo in camera nostra, davanti a un finto portatile dai rumori improbabili. Don’t Forget Me è il proverbiale videogioco di cui non sapevamo di avere bisogno, ma ora che c’è non possiamo farne a meno.

Don't Forget Me

I personaggi introdotti sono molti, certo sono esplorati e caratterizzati in modo non troppo profondo, ma questo lo possiamo comprendere dato che si tratta di un tiolo indie che può durare dalle quattro alle dieci ore. Per quanto riguarda le nostre impressioni generali sul titolo sono quasi tutte positive, ma siamo rimasti un po’ scioccati dalla scelta sul finale. Senza fare spoiler, ci sembra proprio che quello conclusivo fosse il momento giusto per aggiungere un’ora di gameplay in piena regola e moltissime rivelazioni per rendere il tutto più sensato. Insomma, abbiamo apprezzato le dinamiche di gioco in relazione alla trama ma avremmo preferito che in fase di chiusura si tentasse di dare una “rassettata” alle informazioni che non c’è stata. Gli sviluppatori hanno puntato su una conclusione molto scenica e piuttosto aperta ma è stata una scelta ottimale? Assolutamente no. L’impressione è quella di una mozzatura netta, troppo rigida e che lascia troppi punti interrogativi sulla trama di per sé. Il finale è proprio uno dei punti meno forti del titolo, e per questo tale caratteristica ha inficiato molto sulla nostra valutazione finale.

Per quanto riguarda la rigiocabilità e il rapporto qualità-prezzo possiamo spendere solo parole positive. Nella nostra prima run non abbiamo superato le sette ore, ma abbiamo notato quanto fosse possibile allungare ancora di un po’ il percorso di gioco: nel nostro caso abbiamo cercato di ricominciare i capitoli prima ancora di andare avanti. Sicuramente 14,99€ è un prezzo più che congruo per l’esperienza che viene proposta ai videogiocatori, anche perché sarebbe consigliata una seconda run per riosservare determinate vicende secondarie e scoprire dialoghi talvolta piuttosto divertenti, in cui il team di sviluppo rompe la quarta parete. Delucidazione importante: acquistate il titolo se siete in grado di sostenere l’intero videogioco in inglese, francese, portoghese o tedesco perché sono le uniche opzioni presenti per quanto riguarda la lingua. Una pecca non da poco, che purtroppo preclude una buona fetta di community.

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7.5
Voto 7.5
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