Orange Cast – Recensione dello sparatutto Sci-Fi del Team Rez

Abbiamo avuto modo di provare Orange Cast su PC, ecco come si comporta questo shooter Sci-Fi a basso budget sviluppato dal Team Rez.

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Recensioni Lettura da 5 minuti
4.3
Orange Cast

Nonostante delle premesse a dir poco interessanti, e un lato grafico particolarmente stuzzicante per una produzione a basso budget, la Demo di Orange Cast rilasciata a dicembre non è stata per nulla sorprendente. Da bug a problemi di ogni tipo, per non parlare dalla pessima ottimizzazione su PC, lo sviluppatore Team Rez ha avuto molto su cui lavorare, anche se ha deciso di rilasciare il titolo solamente un mese dopo. Purtroppo, il risultato finale – già disponibile sulla piattaforma di Steam a un prezzo budget – ha deluso fortemente le nostre aspettative, proponendo più difetti che pregi e seppellendo con facilità tutte le magnifiche premesse che avevano creato un’aura magica attorno a questa produzione. Noi abbiamo avuto modo di mettere mano su Orange Cast e lo abbiamo provato a fondo, scopriamo quindi tutti i dettagli nelle prossime righe.

Orange Cast

Salvare il mondo di Orange Cast 

Come la più classica delle trame, il protagonista interpreta un soldato che combatte per il destino del mondo, contro centinaia di alieni che andranno di volta in volta sconfitti fino ad arrivare ai titoli di coda. Se da un lato la trama può sembrare banale, con davvero pochi risvolti, c’è da dire che lo sviluppatore ha fatto di tutto per rendere questa interessante. Il basso budget inizia a farsi sentire da qui tuttavia, poiché – nonostante non siano pochi i dialoghi e i documenti da analizzare – non solo la localizzazione in italiano è completamente assente, ma la traduzione inglese presenta moltissime lacune ed è particolarmente approssimativa, e manca qualsiasi tipo di doppiaggio che non sia il russo. Approfondire la lore di gioco finisce quindi per essere tedioso, e le informazioni apprese non rendono il mondo di Orange Cast sufficientemente interessante per andare avanti, specialmente considerando che alcuni dialoghi si presentato durante i combattimenti, e non possono quindi essere letti con facilità.

I combattimenti poi, che avrebbero potuto salvare la produzione rendendola memorabile, risultano il punto più basso di Orange Cast. Nonostante dai trailer possa sembrare un gioco davvero entusiasmante e divertente, il gameplay pad alla mano (o meglio, mouse e tastiera) è estremamente legnoso e frustrante. Il sistema di shooting in terza persona è a dir poco rudimentale, e risulta davvero difficile interfacciarsi con le varie armi per sconfiggere i nemici, anche per chi ha esperienza con esperienze simili e armi dedicate al tema Sci-Fi. Rotolare e destreggiarsi negli scenari risulta complesso, portando via il divertimento e la scorrevolezza che dovrebbero contraddistinguere gli sparatutto senza una vena tattica come Orange Cast. Anche il semplice gunplay non è soddisfacente, quanto più poco preciso e tedioso. Si differenziano in positivo i tipi di armi e nemici, perfetti per quest’ambientazione Sci-Fi.

Orange Cast

Lavoro da rifinire

Purtroppo la produzione non riesce a sorprendere neanche sul fronte grafico. In sé per sé i modelli sono davvero ben realizzati, forse grazie agli asset dell’Unreal Engine 4, ma le animazioni sono anch’esse piuttosto legnose e le ambientazioni – per quanto estremamente varie e ispirate – non soddisfano minimamente. I bug sono molteplici e diverse volte potrebbero presentarsi alcuni problemi invalidanti, i quali richiedono di riavviare intere sequenze. Il disastroso lato tecnico viene poi evidenziato anche dai respawn, che ricaricano completamente la vita e l’equipaggiamento del protagonista, che si aggiunge all’aspetto particolarmente sbilanciato dove è possibile salvare con facilità in qualunque momento, anche nel bel mezzo dei combattimenti.

Le peculiarità grafiche pesano poi in maniera non trascurabile sulla potenza dei computer. Nonostante l’impatto grafico non sia neanche particolarmente eccezionale, una RTX 2080Ti ha retto a stento l’esperienza con dettagli massimi, e i cali di framerate sono risultati più frequenti di quanto avremmo potuto immaginare. Lo sviluppatore, anche in quest’ambito, ha probabilmente puntato troppo in alto, non riuscendo a calibrare correttamente l’opera e mettendo in secondo piano le performance per migliorare il lato grafico.

Orange Cast
4.3
Voto 4.3
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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.