Destruction AllStars – Recensione del multiplayer in esclusiva su PS5

Entrando a gamba tesa nel catalogo del PlayStation Plus, Destruction AllStars è ora disponibile su PlayStation 5: ecco la nostra recensione!

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane Recensioni Lettura da 9 minuti
8.3
Destruction AllStars

Dopo uno sfortunato rinvio a sorpresa, che ha allontanato di qualche mese il debutto di Destruction AllStars dal lancio di PlayStation 5, l’opera di Lucid Games ha eseguito una prepotente sterzata, buttandosi a capofitto nel catalogo del PlayStation Plus. Tutti gli abbonati al servizio Sony possono attualmente riscattare l’esclusiva PS5 senza alcun costo aggiuntivo. Grazie a questa manovra il titolo può ovviamente raggiungere un gran numero di videogiocatori aggiuntivi, che non avrebbero varato l’idea di acquistare il prodotto a prezzo pieno considerando il suo genere di riferimento, ma che in questo modo possono facilmente entrare nelle arene dell’opera senza problemi.

La software house Lucid Games, dopo aver accumulato esperienza su diversi racing game, fra cui importanti progetti come Need for Speed Payback, ha questa volta deciso di sperimentare un mondo lontano ma vicino, che unisce i classici giochi di corse allo spirito dei MOBA, o più in generale dei multiplayer online. Abbiamo già parlato di questa formula moderna all’interno della nostra anteprima, analizzando i trailer e i dettagli proposti prima del debutto. Siamo però finalmente riusciti a mettere mano sul gioco, scoprendo se questo è riuscito a tenere fede alle premesse e a sorprenderci con il suo stile stravagante e molte idee di fondo scoppiettanti.

Destruction AllStars

Rottami e neon nelle arene di Destruction AllStars

L’impatto con Destruction AllStars è meno soffice di quanto avremmo immaginato per un titolo di questo tipo. Una produzione come questa sprizza da tutti i pori l’idea di partita sporadica, con un gameplay che generalmente punta all’easy to learn, hard to master, lasciando quindi spazio ai novizi e ai veterani nelle stesse arene. Il nuovo titolo di Lucid Games è però più profondo di quanto si potrebbe immaginare, il che diventa dopo qualche partita un punto a favore, ma può lasciare all’inizio un po’ spaesati. Per fortuna, un tutorial ben congegnato viene in soccorso del giocatore, illustrando tutte le meccaniche senza entrare eccessivamente nel dettaglio di ognuna, e fornendo quindi un quadro generale per buttarsi nelle arene consapevoli dei rischi.

Ed ecco che scegliendo una delle quattro modalità presenti – tutte tra l’altro piuttosto varie, anche se non particolarmente esaltanti per quanto concerne il numero delle stesse  -, si può finalmente combattere con gli altri giocatori a bordo dei veicoli. Ci vuole poco per rendersene conto che sono proprio i mezzi i veri protagonisti di Destruction AllStars, nonostante siano presenti un totale di 16 personaggi. Le azioni effettuabili fuori dalle vetture sono meno efficaci di quanto i trailer lascino immaginare, e si riassumono principalmente in diversi modi per saltare nuovamente in sella, continuando a correre in delle arene sanguinarie che non lasciano un attimo di respiro.

Anche se non perfetto per il lungo periodo, in quanto particolarmente sorprendente solo per un numero limitato di partire, il ritmo di questo racing game è davvero serrato e riesce a divertire chiunque voglia immergersi in delle battaglie particolarmente sanguinolente. Attraverso un sistema di guida semplice e intuitivo, che si lascia tuttavia approfondire com’è giusto che sia, è possibile sfrecciare nell’arena per danneggiare gli altri giocatori – che questi siano o meno a bordo di un veicolo – schivando nel mentre le pallonate a quattro ruote che arrivano da ogni angolo, e i tentativi di chi è rimasto a piedi di appropriarsi o far esplodere il mezzo degli altri giocatori. Ognuna delle modalità permette di cimentarsi in diverse sfide, le quali variano dal rimanere gli ultimi sopravvissuti ai combattimenti a squadre, dov’è necessario raccogliere alcuni oggetti o totalizzare più punti dei nemici.

Destruction AllStars

Campi di battaglia da arricchire

Nonostante una discreta varietà venga offerta dalle modalità presenti, lo stesso non avviene per le situazioni all’interno dell’arena. In fin dei conti il gameplay rimane pressoché identico, e si sente quindi la mancanza di inventiva in tal senso, anche se non è ovviamente escluso che il team di sviluppo possa aggiungere in futuro ulteriori novità per arricchire l’esperienza. Attualmente, però, il gioco non sembra offrire molto spazio per un eventuale supporto post-lancio duraturo, dato che questo tipo di gameplay impone ovviamente diverse limitazioni nell’esperienza, e non è possibile spaziare particolarmente dalla formula di base. Ciò non toglie che ci sia del potenziale inespresso, e che questa formula possa essere migliorata e affinata, specialmente se si considera che il gioco verrà proposto esclusivamente a prezzo pieno a partire dal mese di marzo.

I 16 personaggi presenti sono tutti ben caratterizzati e con dei background alquanto piacevoli – nonché con abilità uniche talvolta leggermente sbilanciate – e i loro veicoli risultano essenziali nella scelta della Stella che si vuole impersonare nella partita. Le arene non sono molte, e anche se ben realizzate si somigliano un po’ tutte, dettaglio che viene ovviamente meno durante le partite frenetiche del gioco. A completare la modalità multiplayer si aggiungono inoltre le sfide offline e la presenza di centinaia di collezionabili estetici, che rendono la personalizzazione del profilo e degli avatar virtuali davvero sorprendente.

Le sfide sono delle prove multiplayer che ruotano a cadenza fissa, e vanno quasi tutte acquistate separatamente con valuta reale. Queste permettono di sbloccare collezionabili unici, ovviamente non necessari per giocare nel multiplayer. Ognuno dei corridori presenta decine di potenziali personalizzazioni, dai gesti ai vestiti, mentre si pensa anche a migliorare il proprio avatar per distinguersi dalla massa quando si raggiunge il primo posto in classifica. Ogni livello dell’account fornisce un totale di 1000 monete di gioco, che possono poi essere usate per acquistare – quasi – tutti i suddetti cosmetici, mentre alcuni sono anche in questo caso bloccati dalla necessità di utilizzare la valuta reale.

Niente freno a mano 

Destruction AllStars presenta uno stile davvero sorprendente, che abbraccia in parte il tema del Cyberpunk, rivedendolo tuttavia in moltissimi dettagli. Le arene piene di neon e i protagonisti dal look stravagante invogliano a premere gioca ancora dopo ogni partita, e sono sicuramente un lato riuscitissimo dell’esperienza. Il fantastico design dei veicoli viene evidenziato dalle arene in cui ci si trova a correre, con una fluidità necessaria e sorprendente. Il fatto che il gioco sia un’esclusiva PS5 è probabilmente un “male necessario” visto che giocare a meno di 60 FPS ridurrebbe sensibilmente la qualità dell’esperienza. Per fortuna, il suddetto numero di fotogrammi è granitico in ognuna delle situazioni provate, non abbiamo avuto modo di notare un singolo calo di FPS.

I comandi risultano dal canto loro piuttosto intuitivi e lasciano giocare senza creare impedimenti di sorta. Il fiore all’occhiello di Destruction AllStars risiede poi nell’audio, potenziato a dovere dal Tempest Engine della nuova piattaforma Sony, e dalle feature del DualSense magnificamente implementate. Dai colpi agli altri veicoli alle derapate, ogni singola azione scatena il feedback aptico dell’apparecchio, mentre si vive una magnifica lotta per non lasciarsi scappare i grilletti che scalpitano per scalciare via le dita mentre si accelera. Il controller rende in sé per sé le arene ancora più divertenti, e ogni sua funzione è tra l’altro appositamente customizzabile in base alle preferenze del giocatore nel menù.

Destruction AllStars
8.3
Voto 8.3
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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.