Il panorama dei rougelike negli ultimi anni ha conosciuto una forte crescita. Tra i titoli più importanti di questo genere abbiamo The Binding of Isaac, Dead Cells e il recente candidato ai The Game Awards del 2021 Hades. Da veri e propri giochi di nicchia sono dunque diventati opere con risonanza mediatica non indifferente. Il titolo di cui parleremo oggi è un rougelike in 2D con forti elementi platform che potrebbe ingannare gli occhi dei meno attenti, spacciandosi per un gioco a piattaforme qualunque dato il suo aspetto grafico colorato e spensierato. Infatti dietro questa veste “innocua” si nasconde un gioco profondo e a tratti piuttosto hardcore. Skul the Hero Slayer, sviluppato dalla piccola software house coreana SouthPAW Games e pubblicato su PC il 21 gennaio 2021 da Neowiz Games, dopo essere stato diversi mesi in accesso anticipato ha ricevuto la patch 1.0 consolidando così l’uscita effettiva del titolo e la recezione del pubblico è stata ottima, con voti e giudizi entusiasti. Vediamo quindi nel dettaglio di cosa si tratta quindi Skul the Hero Slayer.
Gli uomini sono i nostri nemici
Il mondo delle creature demoniache è in rovina a causa di un sanguinoso attacco a sorpresa dell’impero umano, guidato dal potente Eroe di Caerleon. Dopo un astio durato anni, il popolo dei demoni e delle creature magiche ha dovuto arrendersi ad una spietata offensiva nemica, dove il castello del Re Demone è stato completamente distrutto e gli abitanti brutalmente decimati. Scheletri, streghe, licantropi e tutte le altre creature magiche hanno tentato di resistere unendo le forze contro la minaccia umana, tuttavia ogni tentativo è stato vano: il reame è stato assediato e il Re Demone rapito e fatto prigioniero. Senza contare che molti demoni sono caduti sotto un misterioso incantesimo umano che li rende loro schiavi e violenti contro i propri simili. In mezzo a questa disastrosa situazione noi vestiamo i panni di Skul, un piccolo scheletro con nessuna esperienza in battaglia ma con un forte desiderio di salvare il suo mondo. La narrazione, per quanto abbia un ruolo secondario nell’intera opera, è buona e interessante. Tralasciando l’incipit piuttosto classico, Skul the Hero Slayer vanta un cast di personaggi divertenti e ben scritti, cosa per nulla scontata in giochi quasi esclusivamente incentrati sul gameplay come i rougelike.
Meccaniche di gioco semplici ma articolate nella loro personalizzazione
Il Gameplay nella sua forma più pura è piuttosto semplice: abbiamo salto e doppio salto, lo scatto e l’attacco base come principali comandi. I due tasti dorsali servono per l’attivazione di particolari mosse speciali. Tuttavia il nostro piccolo Skul per fronteggiare i numerosi nemici ha a disposizione un potere piuttosto particolare: quello di cambiare testa. Nel gioco sono presenti decine di teste di scheletro diverse e ognuna dona dei poteri e delle caratteristiche diverse al piccolo eroe. È possibile avere due teste a disposizione, e durante il gameplay si posso cambiare a piacere con la pressione dell’apposito comando, a patto di attendere, tra un cambio e l’altro, un cooldown pari ad una decina di secondi. Ogni testa, oltre a modificare diversi parametri come il tipo di attacco base, la velocità, la resistenza agli attacchi nemici e altro, cambia il tipo di attacchi speciali a disposizione del giocatore. Questi tuttavia sono anche loro soggetti ad un cooldown variabile quindi il giocatore deve essere parsimonioso nell’usarli. All’inizio di ogni run Skul possiede la sua testa di “deafult” che permette di effettuare basici attacchi con un osso usato come arma. La scelta della testa dunque è la key feature dell’intero sistema di combattimento e il giocatore deve costruirsi un build appropriata in base alla testa che sta vestendo.
Progressione e ricompense ad ogni run
Alla fine di ogni livello generato proceduralmente veniamo ricompensati in diversi modi scelti casualmente dal gioco: possiamo ricevere monete d’oro da spendere nel negozio, raggiungibile ogni tot di livelli superati, nuove teste che ci permettono quindi di cambiare in modo drastico il nostro stile di combattimento, e infine diversi bonus passivi o attivi che vanno a migliorare le statistiche del personaggio oppure ad aggiungere nuovi poteri utili per le più disparate situazioni di combattimento. Come ogni rougelike che si rispetti, in Skul the Hero Slayer si perde spesso, soprattutto all’inizio. Ad ogni morte si viene teletrasportati nel castello demoniaco in rovina, che funge da Hub centrale. Qui interagendo con una strega possiamo spendere una specifica valuta di gioco chiamata Quarzo Oscuro, che si guadagna sconfiggendo nemici, per acquisire miglioramenti di statistiche permanenti. L’Hub è anche dimora dei diversi personaggi che possiamo salvare durante le nostre diverse run di gioco. Può capitare infatti di imbattersi in alcuni sventurati demoni che, dopo essere stati catturati dagli uomini, sono rinchiusi in delle celle e attendono di essere liberati. Una volta liberi questi faranno ritorno al castello, diventando dei residenti fissi e aiutando il giocatore ad ogni inizio partita donando oggetti e nuove teste.
Il gioco dunque risulta impegnativo e stratificato grazie alle innumerevoli build componibili e ad un livello di difficoltà che tende verso l’alto. Risulta estremamente soddisfacente costruire la propria strategia di combattimento durante una run e la meccanica del cambio di testa, oltre ad essere originale, aggiunge varietà al gameplay. Al netto di un movimento del protagonista piuttosto lento e legnoso possiamo tranquillamente affermare che Skul the Hero Slayer diverte e mantiene il giocatore impegnato grazie ad una personalizzazione progressiva ben articolata. Il tutto impacchettato in una veste grafica a Pixel art che appaga l’occhio ed una colonna sonora leggera e in stile medioevale.