Torchlight III è indubbiamente un titolo molto atteso, specialmente per coloro che hanno giocato al secondo capitolo. Sì, perché abbiamo dovuto aspettare ben otto anni per vedere quel tanto atteso seguito, preso infine in carico da Echtra Games. Inoltre, questo nuovo ARPG è rimasto per molto tempo in Acceso Anticipato, così da poter essere perfezionato e pronto per la release ufficiale, avvenuta il 13 ottobre 2020. L’esperienza è disponibile su PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch e PC, ma purtroppo non possiamo far altro che constatare come il progetto, nonostante l’importanza, si sia rivelato non all’altezza delle aspettative.
Alla ricerca di onore e gloria
Per quanto riguarda gli eventi che vedremo svolgersi in Torchlight III, questi saranno ben lontani da quel che potemmo vedere nel secondo capitolo, visto che da allora sono passati ben cent’anni. Ancora una volta, Novastraia sarà minacciata e questa volta da un nemico mai visto. I Netherim stanno invadendo e distruggendo tutto ciò che incontrano, ed è quindi il dovere di tutti gli avventurieri imbarcarsi e liberare la Frontiera, così da guadagnare onore e gloria… ma anche grandi ricchezze. Dunque, si potrebbe dire che la trama di Torchlight III non brilla per novità, urlando piuttosto classicismo da tutti i pori, seppur ciò fosse abbastanza immaginabile visto il genere d’appartenenza. Detto questo, sarebbe stato apprezzabile vedere da parte degli sviluppatori un maggiore impegno.
Da un punto di vista più spiccatamente ludico potremmo dire che Torchlight III attinge a piene mani da più famosi esponenti del genere, finendo così con il peccare d’originalità. Prima di tutto, bisognerà creare un personaggio. La scelta ricadrà su quattro possibili classi, leggermente modificabili nell’aspetto. Dunque, no, non si potrà ricreare il proprio volto, ma ci saranno varie scelte da compiere, con un risultato finale invero abbastanza scarno, soprattutto per ciò che concerne la corporazione del nostro alter-ego digitale. Andando più nello specifico, le classi utilizzabili sono: Mastroiata, Forgiato, Tiratore scelto e Mago crepuscolare. Ognuna di queste avrà tre tipi di abilità, ovvero base, di supporto e passive. Ma non finisce qui, visto che dopo aver selezionato il proprio beniamino bisognerà scegliere una reliquia che permetterà di ottenere altre abilità aggiuntive sbloccabili livellando. Ben presto diventerà quindi di primaria importanza capire come gestire il proprio albero delle abilit così da non ritrovarsi a creare delle build potenzialmente disfunzionali per la classe che si andrà a scegliere. Il gameplay di Torchlight III, come già detto, è molto classico, sicuramente per via della sua storia. Infatti, in-game dovremo confrontarci con ragni, goblin e scheletri, ma anche con delle bestie che viaggiano tra le dimensioni, ed essendo il titolo incentrato sulla costante “uccidi e loota”, tutti gli oggetti che troveremo saranno ben distinguibili sia a schermo che per via del loro grado. Inoltre, tramite un confronto diretto con l’armatura indossata o con l’arma che si sta utilizzando, sarà molto semplice comprendere se sia meglio buttarli via (o venderli) oppure equipaggiarli.
Dopo aver iniziato la nostra partita, verremo catapultati nell’HUB di gioco, lì dove potremo scegliere le quest da iniziare, con le varie aree che indicheranno con la giusta chiarezza il livello minimo per non finire in grossi guai. Per esempio, la prima zona ha un range di livello che parte da due e arriva a cinque. C’è da dire che aumentare il proprio livello (e di conseguenza l’ottenimento di Punti Abilità spendibili) appare tanto veloce quanto, soprattutto grazie ai vari boss che troveremo sul nostro cammino. Sì, perché non è possibile eseguire il viaggio rapido a meno che non si trovino alcune specifiche piattaforme. “Trovare” è il termine giusto, dato che la mappa sarà oscurata di rosso, e solo nel momento in cui la si inizia a esplorare si troveranno punti di interesse, boss e tanto altro. Compito del giocatore non sarà quindi solo quello di lanciarsi al massacro di nemici, bensì anche all’esplorazione di luoghi d’interesse.
Torchlight III permette inoltre di selezionare il modo in cui si vuole giocare (multiplayer o singleplayer) ogni volta che si avvia il software, un dettaglio curioso che nasconde una peculiarità assai interessante. A seconda che decida di giocare in solitaria o con qualche amico, ci ritroveremo a impersonare uno tra due diversi personaggi, una scelta che avrebbe potuto portare a interessanti variazioni in ambito ludico ma che nei fatti, purtroppo, non offre nulla di particolarmente originale. Alla fine dei conti, la struttura di Torchlight III è quella di un prodotto incapace d’innovarsi, fossilizzatosi in un susseguirsi di semplici meccaniche già viste in fin troppe produzioni.
Una grande aggiunta, però, si riassume nell’animale da compagnia. Sì, potremo avere al nostro fianco un animale che combatterà insieme a noi, potendo scegliere tra gufo, alpaca e golden retriever. Nonostante la tenerezza di questo trio, però, molto spesso il nostro caro pet sparirà, abbandonandoci nel mezzo della battaglia, anche se i suoi HP non sono arrivati a zero. Anche il sistema di combattimento non è il massimo, dato che (nonostante la mappatura dei comandi su console sia ottima) il gioco soffre di gravosi problemi in termini d’hitbox. Molto spesso capiterà infatti di colpire un minion e non il boss per via di un qualche “problema di mira” o, ancora, capita che la telecamera non si agganci al nemico che ci interessa, soprattutto quando si parla d’avversari particolarmente piccoli. In compenso, il sistema del Forte ha saputo rivelarsi come una piacevole introduzione. Vi state chiedendo cosa sia? Beh, è la seconda aggiunta di Torchlight III. In poche parole, in giro per la mappa sarà possibile trovare materiali – principalmente rocce e legno -, e con questi potremo personalizzare la nostra fortezza, così da renderla unica agli occhi di chiunque dovesse metterci piede, un simpatico espediente per allungare le ore di gioco.
Mediocrità tecnica
La produzione non riesce a colpire neanche dal punto di vista grafico, e molto spesso i colori accesissimi rendono i nemici e l’ambientazione un tutt’uno. Quantomeno, il character design è da lodare, con ogni personaggio su schermo rivelatosi immediatamente riconoscibile, il tutto accompagnato poi da uno stile generale che quasi ricorda una fiaba. Per quanto riguarda la colonna sonora, anche questa appare assai classica, con vari motivi pensati per caricare il giocatore di turno. Si è rivelata assai apprezzabile anche la voce fuori campo (che spinge sempre sul raccontare una fiaba), la quale si è rivelata assai utile nelle situazioni più concitate, quando il gran numero di nemici su schermo rende difficile tenere sotto controllo tutto quel che sta accadendo. Abbiamo invece molto da ridire per quanto concerne la localizzazione, visto che per qualche strano motivo due frasi su tre presenteranno i sottotitoli in inglese, un chiaro bug che speriamo possa venir risolto quanto prima. La ciliegina sulla torta sono stati i trofei in lingua francese.
Arrivati a questo punto, è giunta quindi l’ora di porsi la grande domanda; vale la pena acquistare Torchlight III? La risposta è sì, ma solo se siete grandi appassionati del genere d’appartenenza e se accetterete diverse problematiche di fondo. Sarà infatti necessario soprassedere su una componente narrativa indubbiamente basilare e su una serie di bug in termini d’hitbox e localizzazione che speriamo verranno risolti con qualche futura patch, problematiche di non poco conto all’interno di un’industria che al giorno d’oggi non concede scampo a quelle produzioni incapaci di brillare.