Era il 25 febbraio quando pubblicavamo un’anteprima di ScourgeBringer. Poco prima della pandemia globale, i ragazzi di Flying Oak Games ci avevano incredibilmente affascinato grazie al piccolo progetto che avevano costruito e proposto in accesso anticipato. Dopo un paio di premi vinti nel mondo e la “tranquillità” del lavoro da casa dovuto al Coronavirus, gli sviluppatori hanno raccolto tutto il feedback necessario per ottimizzare e rifinire al meglio delle possibilità la loro creatura. Il risultato finale, adesso in dirittura di arrivo nella sua forma completa, è assai più galvanizzante di qualunque più rosea previsione. Per non doverci ripetere su alcuni concetti già espressi, vi invitiamo dunque a recuperare la nostra anteprima a cui questa recensione finale assume più un valore di aggiornamento e giudizio ad un progetto visto e migliorato nel corso di questi mesi. Infine, ci teniamo a precisare che la versione finale da noi provata è quella Nintendo Switch, per cui proveremo a vedere anche le dirette differenze tra l’anteprima su PC e questa finale.
Una lama affilata
Pixel art, qualche cartello di testo e una manciata di transizioni. Tanto basta a ScourgeBringer per entrare subito nel mood narrativo che si plasma immediatamente sulla pelle del giocatore. Un monolite alieno che si materializza nel cielo portando distruzione, il genere umano nella disperazione e sullo sfondo Khyra, ragazza dalla chioma argentea che con un supporto meccanico e la sua spada, si recherà all’interno dell’enorme struttura per affrontare tutte le stanze dimensionali – e relativi nemici – che si pareranno davanti a lei, cercando di scongiurare la minaccia e scoprire il segreto dietro l’astrusa macchina aliena.
Nulla è cambiato dunque dalla primissima prova, almeno sul lato drammaturgico o di quel poco che potremmo definire tale. Meglio invece la matrice ludica, che si riconduce al sempreverde roguelite, ma partendo dalla formula base, che funzionava un po’ come uno scheletro di partenza, ScourgeBringer nel corso di questi mesi è riuscito a rimpolpare sulle propria ossa anche tessuti, organi e tendini di grande vigore, pompando sangue nelle vene e facendo partire tutta la macchina senza un minimo segno di cedimento. La procedura del titolo è fedele al suo genere: tante stanze da affrontare per arrivare al boss finale, abilità e boost momentanei che perderemo nel momento della morte – o ricerca della run perfetta – per poi potenziare, letteralmente, una albero, facente funzione delle nostre abilità in-game. Moriremo tanto, ma ogni morte ci renderà più consapevoli e abili delle minacce che affronteremo. Khyra cresce di esperienza quando noi riusciremo a premere con precisione e tempismo i giusti tasti, facendo volteggiare la ragazza da una parte all’altra della mappa.
Consapevolezza ed evoluzione
Gli sviluppatori già al lancio dell’accesso anticipato avevano stabilito un’interessante roadmap di contenuti che hanno puntualmente rispettato. Dunque ScourgeBringer vanta ora una sequela di contenuti non indifferenti: i mondi di gioco, per quanto costruiti con continui ricicli a creazione procedurale, sono aumentati considerevolmente, così come il numero di boss e mid-boss. I completisti o feticisti dei numeri troveranno un’interessante schermata al momento di ogni morte che funzionerà da report della partita. Numeri di colpi assestati, punteggi, bonus ottenuti, tempo di gioco e identikit del nemico che ci ha tolto l’ultimo punto vita, tante piccole informazioni tra la mera curiosità e la voglia di mettersi costantemente alla prova mentre si cerca di fare la run perfetta.
Punta di diamante di ScourgeBringer è senza ombra di dubbio la fluidità di tutti gli elementi su schermo, Khyra compresa. Nonostante parliamo di una pixel art basilare, dunque ben composta ma lontana dall’essere ispiratissima, concatenando i diversi attacchi e le combo a terra o aeree, Khyra volteggerà nella stanza quasi fosse una ballerina mentre i tempi di risposta dei comandi impartiti saranno precisi e repentini. Impossibile dunque dare “la colpa” al gioco in caso di un’azione eseguita male. Non c’è una coda di azione che attende, la fluidità è un incredibilmente vantaggio che rende ogni partita e ogni run magnificamente incalzante. Anche la struttura della mappa e delle stanze ha ricevuto una giusta ottimizzazione. Adesso è possibile trovare ben più di un venditore per mondo, il teletrasporto nelle stanze già visitate è stato rivisto e ottimizzato mentre i mid-boss, che si presentavano molto semplici e dozzinali, ora tendono a cambiare pattern di attacco ed evocare nemici minori per darci fastidio durante lo scontro.
Un’avventura portatile
Prima di lasciarci al voto, una veloce considerazione – simil confronto – tra le due versioni provate. L’anteprima è stata eseguita su PC, tramite codice Steam, mentre invece la nostra prova finale si è svolta su supporto Switch. In questi anni di vita la console portatile di casa Nintendo ha dimostrato di essere un ottimo albergo per titoli indie di varia natura e, ancor di più, di qualunque titolo che privilegia il fattore “pronti, via”. Ebbene, sin dalla nostra prima prova, era balenata subito l’idea che ScourgeBringer sarebbe stato perfetto se giocato su Nintendo Switch e non possiamo che confermare le ottime sensazioni.
La fluidità è ottima, di fatto non abbiamo mai riscontrato nessun tipo di rallentamento o simili e anzi, la stessa velocità di caricamento tra un cambio di livello o dalla morte in poi; se durante l’anteprima avemmo modo di notare la presenza di qualche attesa forse un po’ troppo lunga, ora possiamo affermare che il tutto è stato ottimizzato e ripulito a dovere. Con la promessa di nuovi contenuti in arrivo e una base di partenza così ricca, intrigante e divertente, ScourgeBringer è senza ombra di dubbio uno dei roguelite più interessanti sulla piazza, la quale è sempre più carica di contendenti; mai come in questo anni, il genere sta avendo un’altra giovinezza tutta da scoprire e giocare.