Bethesda e ZeniMax Media credono davvero molto in The Elder Scrolls Online. A prova di ciò c’è il continuo e pianificato sviluppo di altri filoni narrativi da aggiungere al suo MMORPG. L’anno scorso avevamo affrontato i draghi in Elsweyr – Anequina, la terra dei Khajiit – mentre in questo triste 2020 abbiamo rimesso piede nelle terre della Skyrim occidentale. “Il Cuore Oscuro di Skyrim”, questo è il nome dato all’arco narrativo iniziato mesi fa con Greymoor. L’espansione, come suggerisce il suo stesso nome, abbraccia tematiche ampiamente più dark e gotiche, al contrario della precedente. Il più recente DLC, Stonethorn, è l’estremizzazione di ciò che a livello di design stilistico e narrativo era già stato Greymoor. Ci ritroveremo così ad esplorare dei dungeon – due, per la precisione – che hanno in comune solo molti nemici, la difficoltà elevata e tanta caratterizzazione.
Stonethorn va così ad aggiungere a The Elder Scrolls Online due dungeon che prendono il nome di Castle Thorn e Stone Garden, condendo l’offerta anche con molte nuove missioni. Benché stiamo parlando di quest che fanno parte dell’arco narrativo de Il Cuore Oscuro di Skyrim, e quindi pienamente canoniche all’interno di esso, sono decisamente difficili da compiere da soli. Infatti, è consigliato prendere parte a questi dungeon assieme altri tre giocatori o, meglio ancora, con degli amici che sono di livello alto. In ogni caso, entrambi condividono la stessa difficoltà e un’ottima caratterizzazione degli ambienti, capaci di offrire sensazioni simili ma diverse nel genere.
The Elder Scrolls Online Stonethorn: nell’ombra di Castle Thorn
All’inizio di Castle Thorn, ad esempio, ci troveremo dinanzi all’enorme torre di un castello abbandonato in cui ora risiede Lady Thorn, una vampira che, sebbene non abbia mai causato grandi problemi, adesso sembra che stia progettando un piano di qualche tipo. Insieme alla nostra squadra, quindi, inizieremo l’avanzata dentro la struttura per cercare di capire quali sono le intenzioni dell’antagonista della vicenda. Il comparto narrativo, però, fa solo da condimento a quella che è una buona caratterizzazione degli ambienti e delle architetture, decisamente molto più gotiche. Le tematiche ricorrenti al vampirismo continuano quindi ad essere all’ordine del giorno, continuando a farci combattere creature oscure ancor di più rispetto quanto fatto in Greymoor. La tipologia dei nemici, dei loro attacchi, le musiche, e le aree che ci circonderanno saranno quindi solo la prova di come Castle Thorn riesce a lanciarci in una missione che vuole essere oscura, e che ci riesce appieno.
Ad essere davvero interessante è però lo scontro finale, che si differenzia dagli altri di The Elder Scrolls Online grazie a delle dinamiche che rendono lo scontro meno statico e molto più dinamico. Meno eccellente la caratterizzazione dei personaggi, che non riescono a spiccare come hanno fatto i protagonisti di Greymoor o, andando a ripescare il passato, quelli di Elsweyr. I dialoghi sono fin troppo scontati e i colpi di scena non riescono a sorprendere come vorrebbero. Un’occasione mancata, si poteva fare molto di più.
Discorso analogo per Stone Garden: anch’esso presenta una storia suggestiva, dei personaggi iconici e che sicuramente ricorderemo durante le successive vicende dell’attuale filone narrativo. Tuttavia, è il setting a cambiare, avvicinandosi molto di più all’alchimia e all’utilizzo della scienza insieme alla magia oscura. I riferimenti al gotico rimangono, ma sono molto meno incisivi rispetto a quelli di Castle Thorn, e questo ci è piaciuto davvero molto. Anche in questo caso, peraltro, combatteremo nemici e avanzeremo in ambienti più riconducibili al contesto chimico. La difficoltà complessiva del dungeon resta elevata, non serviva dirlo. Anche stavolta è consigliato l’avvio insieme ad altri tre giocatori. Lo stesso vale per il boss finale, altrettanto ostico da abbattere, anche assieme a degli amici.
The Elder Scrolls Online: il Werewolf Behemoth rende Stone Garden un dungeon unico
Di base, lo scontro decisivo di fine livello potrebbe essere una normale battaglia, se non fosse per la presenza di una dinamica che cambia completamente le carte in tavola. La peculiarità di Stone Garden è infatti la presenza del Werewolf Behemoth, una trasformazione per il giocatore che gli permetterà di utilizzare attacchi molto diversi con abilità e perk altrettanto differenti. La possibilità di trasformarsi in questa bestia, oltre che ad essere necessaria per sconfiggere il boss finale e completare il dungeon, rappresenta quindi un’importante dinamica di gameplay, che rende Stone Garden davvero unico nel suo genere.
Tirando le somme, va evidenziato come i dungeon di Stonethorn riescano ad avere i loro pro e contro. Castle Thorn ha un’ambientazione più vicina alle tematiche di Greymoor e uno scontro finale dinamico come pochi in The Elder Scrolls Online, mentre Stone Garden ha il suo Werewolf Behemoth con cui ribadisce la sua individualità. In ogni caso, entrambi riescono a differenziarsi a dovere e ad essere altrettanto interessanti per i giocatori del MMORPG.
Al costo cui vengono proposti, ovvero 1500 crown, sono decisamente un modo interessante per scoprire in che modo la storia di Greymoor si collegherà con quella dell’espansione successiva, oltre che per mettere le mani su del buon bottino. Stone Garden ci ricompenserà con il set Kraglen’s Howl, mentre Castle Thorn ci darà quello di Talfyg’s Treachery, a nostro avviso molto più interessante e originale. Insomma, anche stavolta i ragazzi di Bethesda e ZeniMax hanno dimostrato di saper accontentare gli amanti di The Elder Scrolls Online, e l’hanno fatto rilasciando un DLC semplice, ma ben diversificato, capace di regalare comunque quel pizzico di varietà che, diciamocelo, a ESO fa più che bene.