Song of Horror – Recensione del quarto episodio The Last Concert

Abbiamo giocato anche il quarto episodio di Song of Horror, titolo sviluppato da Protocol Games e pubblicato da Raiser Games. Ecco la nostra recensione.

Francesco Samperna
Di Francesco Samperna Recensioni Lettura da 5 minuti
8.7
Song of Horror

I primi tre episodi del titolo di debutto di Protocol Games ci hanno decisamente convinto e, ovviamente, anche la quarta parte non poteva che fare lo stesso. Finalmente, dopo quasi ben due mesi d’attesa, Song of Horror è tornato con The Last Concert, quarto e penultimo episodio di questo videogioco horror in terza persona pubblicato da Raiser Games. Siamo quindi tornati a vestire i panni di Daniel e colleghi per continuare la nostra ricerca di Sebastian P. Husher, scrittore di cui nessuno ha più notizie da molto tempo. Siete curiosi di scoprire cosa ci ha colpito di The Last Concert, il quarto episodio di Song of Horror? Scopritelo nella nostra recensione!

L’Abbazia di Santa Cecilia

La trama di The Last Concert riprende esattamente dalla conclusione del terzo episodio di Song of Horror: le indagini di Daniel e degli altri personaggi che lo accompagnano conducono a un tenebroso monastero abbandonato: l‘Abbazia di Santa Cecilia. Ovviamente, la struttura si rivela essere infestata dalla Presenza, la misteriosa creatura che i protagonisti hanno incontrato fin dal primo capitolo del gioco. Viene anche introdotto un nuovo personaggio giocabile: Ernest Finnegan, un vecchio amico di Husher, anche lui alla ricerca del noto scrittore. Non proseguiamo nel raccontarvi la trama per evitare di incappare in spoiler, ma ci permettiamo di dirvi che è sicuramente la più interessante e spaventosa tra tutte quelle mostrate nel corso dei capitoli finora giocati. Per di più, la narrazione procede abbastanza spedita, senza risultare noiosa ed anzi, rivelandosi capace di produrre un’atmosfera terrificante grazie, soprattutto, anche alla splendida location utilizzata.

Proprio la location di questo nuovo episodio, palesemente ispirata a quella di Amnesia: The Dark Descent, titolo horror sviluppato da Frictional Games, si presenta come la più riuscita tra le quattro che abbiamo avuto il piacere, o il terrore, di visitare nel corso dell’avventura. I monasteri, le abbazie e le chiese sono tutte ambientazioni spesso utilizzate nel genere dell’orrore e questo gli sviluppatori di Song of Horror lo sanno bene. Proprio ispirandosi quindi alle location più famose del genere, sono riusciti a proporre una mappa decisamente tetra, nonché la più ampia del titolo.

Nel corso delle tre ore necessarie per portare a termine il quarto episodio di Song of Horror, saremo portati a risolvere alcuni puzzle ed enigmi, molto intriganti e complessi proprio come nei precedenti episodi. A livello di gameplay non vi è nessuna modifica, viene anzi rimossa la possibilità di cambiare personaggio a partita già avviata, peculiarità introdotta nel terzo episodio che aveva colpito il nostro interesse. La struttura ludica dell’esperienza rimane comunque abbastanza solida grazie anche alla presenza della morte permanente dei personaggi, che rimane una delle due meccaniche principali della produzione. Infatti, anche questa volta è necessario fare attenzione a non far morire nessun personaggio che altrimenti diventerebbe non più selezionabile.

Il ritorno della Presenza

Altra caratteristica fondamentale del titolo è rappresentata dal nemico da cui saremo costretti a scappare nel corso del gioco. La Presenza è infatti controllata da un‘intelligenza artificiale che adotta strategie differenti in base al modo di giocare dell’utente. Ciò significa che ogni giocatore affronterà una partita differente, influenzata dalle sue scelte. La Presenza, tra l’altro, in questo quarto episodio assume una forma decisamente più spaventosa rispetto alle precedenti, mostrando uno dei design più ispirati del titolo. Il gioco rimane comunque piuttosto carente nelle fasi più action, relegate a dei semplici quick time event spesso legati alla pressione ripetuta di un tasto.

Dal punto di vista tecnico Song of Horror non eccelle, ma dobbiamo ammettere che, complice la splendida location in cui è ambientato, questo quarto episodio ci ha restituito un feeling completamente differente, grazie anche ad alcuni interessanti giochi di luci e ombre. Per quanto riguarda il sonoro, invece, ci siamo scontrati con una colonna sonora decisamente adatta, dai toni tetri e oscuri, accompagnata da degli ottimi effetti sonori. Anche il doppiaggio inglese si è rivelato di buona fattura. Il titolo, lo ricordiamo, non è stato tradotto e non è quindi doppiato né sottotitolato in lingua italiana.

Song of Horror
8.7
Voto 8.7
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Nato nel mai troppo lontano 2002, la sua immensa passione per i videogiochi nasce quando prende in mano per la prima volta il Dualshock 2. Amante dei titoli action, è sempre alla ricerca di nuovi e luccicanti trofei di platino. Tra una partita e l'altra trova comunque il tempo per un po' di sano binge watching!