Sid Meier’s Civilization VI – Recensione della versione console

Dopo ben tre anni, Civilization VI arriva su Playstation 4 e Xbox One con un porting che non ha nulla da invidiare alla versione PC.

Marco Stramondo
Di Marco Stramondo Recensioni Lettura da 6 minuti
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Sid Meier's Civilization VI

Da sempre il PC ha avuto dei generi difficili da trasporre sul versante console, vuoi per la maggiore potenza, ma anche e soprattutto per la differenza di velocità e precisione tra mouse e tastiera rispetto al controller. Negli anni abbiamo avuto a che fare con titoli più o meno riusciti che hanno permesso agli strategici in tempo reale di ricavarsi un po’ di spazio, anche se con una certa difficoltà. Ma all’interno dell’industria videoludica esiste un altro genere di strategici, più calmi e tranquilli nei ritmi ma complessi e articolati nello sviluppo delle loro lunghissime partite: i 4X. E chi meglio di Firaxis Games può decretare che il genere non è un’esclusiva del mondo PC? Con questo sesto capitolo, Sid Meier’s Civilization VI sbarca finalmente con tutta la sua bellezza e complessità su Playstation 4 e Xbox One, a tre anni di distanza dal suo debutto. Il risultato? Maestoso come sempre.

Sid Meier's Civilization VI

Dall’alba dell’umanità ai confini del Sistema Solare

La premessa è la stessa degli altri episodi, ma con una maggiore complessità rispetto al passato: partendo da un piccolo insediamento dovremo costruire un impero in grado di confrontarsi con le nazioni rivali, destreggiandoci nel corso di epoche storiche tra scoperte scientifiche, progressi civici e armate da addestrare. Avremo infatti a disposizione numerosi tipi di vittorie (a punti, scientifica, culturale, religiosa e per dominio) a seconda del modo in cui vorremo arrivare all’ultimo turno di gioco. Rispetto agli episodi precedenti le possibilità sono quindi più ampie, grazie anche al maggiore spessore dato alla produzione culturale del nostro impero che sbloccherà una categoria di potenziamenti, i progressi civici, rivolti principalmente all’organizzazione della nazione.

Nonostante le premesse apparentemente semplici, le partite diventano sempre più articolate col passare dei turni dando luogo a scenari sempre diversi. Una risorsa strategica nel punto giusto o una nazione con un’agenda peculiare potranno fare la differenza in qualsiasi momento della partita, mettendoci in ginocchio o dandoci quella marcia in più in grado di farci primeggiare sui nostri rivali. In ogni caso la varietà è garantita e la gamma d’approcci a nostra disposizione appare quanto mai ampia. Le due espansioni, Rise and Fall e Gathering Storm, non fanno altro che aumentare ulteriormente le possibilità offerte dalla produzione. La prima introduce infatti le età buie (contrapposte a quelle dell’oro), la lealtà delle città e i governatori, in grado di rafforzare la nostra autorità. Queste dinamiche influenzano in modo importante i confini con gli altri imperi, in grado adesso di istigare alla rivolta le città più trascurate con la semplice presenza del nostro avversario.

Gathering Storm presenta invece novità più attuali che mai, come il cambiamento climatico e i disastri naturali. L’uso intensivo di risorse non rinnovabili porterà infatti a importanti emissioni di CO2 che aumenteranno progressivamente la frequenza, l’intensità e la diffusione di disastri ambientali, dagli uragani fino all’innalzamento del livello del mare. Essere ecologisti sarà difficile, perché vorrà dire rinunciare ai vantaggi della rivoluzione industriale dando quindi un margine di vantaggio alle altre civiltà. L’alternativa sarà però quella di subire la tremenda furia della Natura.

Un’anima immutabile

Il feeling tipico della serie è rimasto solido e immutato su console e, sul versante tecnico, le sbavature sono davvero poche e poco influenti sul piano generale. Il titolo è infatti fluido, non scatta, non rallenta ed è visivamente sia piacevole che funzionale alla gestione dell’impero. L’unica delusione è rappresentata da piccoli punti che influenzano ben poco l’esperienza generale, rimanendo quindi delle sbavature di poco conto. Tra questi, la durata dei caricamenti rimane relativamente lunga anche su mappe non troppo grandi, diventando un problema abbastanza fastidioso nel caso di partite brevi o caricamenti frequenti.

Sid Meier's Civilization VI Cristina di Svezia

Se siete poi giocatori inclini a creare decine e decine di salvataggi, senza poi eliminarli, col tempo assisterete a qualche rallentamento sporadico che vi ricorderà di fare pulizia. L’interfaccia, per quanto ottima, mostra occasionalmente il fianco a menu che si coprono a vicenda, rendendo difficile la lettura di alcuni testi esplicativi come nel caso delle Competizioni. In altre situazioni, come negli Scambi dove è importante sapere cosa ci sta proponendo l’altra civiltà, non compaiono invece i menu né è possibile accedere all’enciclopedia di gioco, a meno di annullare la transazione. Dettagli di poco conto, soprattutto per giocatori più navigati, ma che rendono meno piacevoli alcune situazioni e, complice una “Civilopedia” un po’ macchinosa, più complesso comprendere gli elementi di gioco.

Sid Meier's Civilization VI
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