A Plague Tale Innocence – Recensione, tra la peste e la guerra dei cento anni

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Recensioni Lettura da 10 minuti
7.8
A Plague Tale Innocence

Spesso ci sono titoli che non vengono annunciati in pompa magna, non hanno alle spalle mesi e mesi di campagne marketing faraoniche ma, in un certo senso, si devono sapere accontentare dei classici mezzi di comunicazione. A Plague Tale Innocence rientra proprio in quest’ultimo caso: un videogame che, seppur senza troppo trambusto, ha l’ambizione di raccontare una storia ben più articolata e complessa di quanto possa sembrare. Questo suo obiettivo viene svolto con naturalezza disarmante, visto che è impossibile non rimanere affascinati dal gioco già soltanto dal trailer. Il medioevo, come è facile pensare, è un’epoca per certi versi oscura, pericolosa e terribile: fame, carestia, povertà, guerre. Tutto questo in A Plague Tale Innocence viene riproposto alla grande, mettendo a nudo la verità e proponendola dritta in faccia all’utente, con scenari, zone e vere e proprie fosse comuni in grado di far letteralmente accapponare la pelle.

Il gioco, prodotto da Asobo Studio e pubblicato da Focus Home Interactive, narra una storia di una fuga, ambientata in una Francia ormai alla deriva e totalmente martoriata dalla peste, piaga che ha afflitto questo determinato periodo storico per svariati anni e facendo numerosissimi morti. In questo scenario, che le persone comuni dell’epoca avrebbero potuto descrivere come apocalittico, imbatte anche la storica guerra dei cento anni, così da aggiungere ancora più morte e distruzione a una popolazione allo stremo delle forze. A Plague Tale Innocence è un po’ una scommessa, visto che nella sua semplicità strizza l’occhio a giochi come The Last of Us, ma possiamo assicurare che al suo interno batte un cuore unico e pulsante, che permette all’intera opera di brillare tranquillamente di luce propria.

Non solo ratti 

A Plague Tale Innocence è ambientato nella Francia medievale nella prima metà del trecento, entrando più nello specifico, nella zona sud-ovest della nazione, Bordeaux e dintorni per intenderci. I protagonisti del gioco sono i due fratelli Amicia e Hugo che, all’inizio del gioco, non si conoscono particolarmente. Il fratellino minore soffre di una malattia misteriosa e, proprio per questo motivo, Amicia non ha mai avuto particolari contatti con lui, visto che nel medioevo le persone con problemi ignoti venivano allontanate. Tuttavia l’inizio dell’avventura è rocambolesco e drammatico, tanto da cambiare le carte in tavola e far ragionare sul rapporto dei due fratelli e sull’evoluzione che questo prenderà in futuro. Dunque la storia si concentrerà prevalentemente sui due ragazzi e, man mano che progredirete, entrerete in contatto con altri personaggi che vi aiuteranno a sopravvivere, perché il fulcro dell’esperienza è questo: portare Hugo al sicuro e capire come fermare questo caos fatto da morte e distruzione. 

Il percorso di crescita dei due protagonisti va di pari passo con l’aumentare delle loro abilità. Amicia e Hugo sono sconosciuti anche se condividono le stesso sangue, dovranno imparare a conoscersi, comprendersi e aiutarsi a vicenda. Anche il giocatore verrà coinvolto a pieno in tutto questo marasma di morte e distruzione, dove nessun luogo è mai veramente sicuro. La salute di Hugo non preme solo ai suoi familiari, infatti sulle sue tracce c’è anche l’Inquisizione, organizzazione misteriosa che sembra però avere piani ben diversi per lui. Se non saranno i soldati a mettervi paura allora saranno i ratti, portatori di peste, molto aggressivi e disposti a passare sopra tutto pur di mangiare. Come nei migliori racconti però, questa oscurità portata dai roditori viene combattuta dalla luce che in questo caso viene rappresentata dal fuoco, che in un certo senso guiderà il vostro percorso fino alla fine.

In generale la storia risulta ben scritta, niente di troppo complesso e complicato, ma tanto semplice da farvi rimanere incollati fino alla fine. Ci sono, ovviamente, alcuni cliché del genere, che però non intaccano minimamente la qualità narrativa dell’opera. 

Sopravvivere di nascosto 

A Plague Tale Innocence è un gioco prevalentemente stealth con sezioni di puzzle game abbastanza semplici ed elementari. Da questo punto di vista non abbiamo trovato una particolare originalità, anche se alcuni di essi li abbiamo trovati divertenti. Quello in cui il gioco spicca però è la libertà d’azione in alcune fasi riguardanti i soldati: in questi casi, infatti, il vostro scopo sarà non farvi scoprire dai nemici, pena la morte. Il titolo mette a disposizione un buon numero di possibilità di crafting, elemento centrale della produzione: combinare materiali, sfruttare oggetti in modi specifici e altro sarà determinante per completare l’avventura. Potrete lanciare un sasso su una superficie metallica per far rumore e distrarre le guardie, oppure colpire una lanterna per creare il buio e far in modo che i vostri assalitori vengano sovrastati dai topi e mangiati vivi. Il mondo di gioco è brutale e spaventoso e per questo riuscire a districarsi dai problemi che ci si porranno di fronte sarà un compito molto arduo. Anche Hugo potrà darvi una mano per compiere determinate azioni, oppure potete dirgli di stare fermo aspettando il momento giusto per agire in solitaria. Il fratello di Amicia potrebbe risultare, per certi versi, un peso per il giocatore, ma dobbiamo pensare che in questi casi un bambino di 5 anni affetto da una malattia misteriosa non è di facile gestione.

In alcuni casi sarete affiancati anche da un terzo personaggio in grado di eseguire azioni specifiche come aprire i bauli o distrarre le guardie. Tutti questi semplici comandi non fanno altro che arricchire e diversificare il gameplay, smorzando quel senso di monotonia che inevitabilmente avvertirete in alcune sezioni specifiche. Quello che non ci ha convinto, infatti, è la diversificazione degli scenari, che non c’entrano niente con l’ambientazione riuscita dell’opera. Come accennato in precedenza, dovrete nascondervi e scappare dai soldati, o aprirvi il percorso in mezzo a orde di ratti famelici; ci saremmo aspettati location un po’ più diversificate e crediamo che gli sviluppatori avrebbero potuto dare qualcosina in più nello sviluppo delle problematiche da affrontare in game. Le meccaniche tuttavia sono tutte da scoprire e saranno aggiunte piano piano in base alla situazione, come se fossimo all’interno di un lungo tutorial che permette all’utente di apprendere con facilità tutti i comandi.

In alcune zone “franche” troverete il classico bancone da lavoro che, con i giusti materiali, potrete utilizzare per migliorare la vostra capienza della vostra borsa, permettendovi di recuperare più oggetti. Nonostante la maggior parte del gameplay sia stealth, in alcuni casi vi troverete obbligatoriamente ad affrontare dei nemici e in quel caso Amicia potrà contare su una fionda tanto potente quanto precisa, che riuscite a padroneggiare senza problemi dopo qualche minuto di pratica. Il gameplay, dunque, seppur non brilli in modo particolare, riesce a essere coerente con il gioco stesso, e nonostante sia facile apprendere i comandi e le situazioni siano intuibili e molto pratiche, il livello di difficoltà è in grado di regalare una buona dose di sfida che si basa molto su meccaniche trial & error.

Tutto molto bello 

Per quanto riguarda il lato tecnico del gioco non abbiamo assolutamente nulla da dire, dai volti all’ambientazione è sembrato tutto davvero curato. A Plague Tale Innocence è in grado di regalare scorci mozzafiato e zone pregne di morte e marciume. Peccato per qualche naturale calo di frame rate, che però non influisce minimamente sull’esperienza complessiva. Anche la musica, perfettamente in linea con la produzione, scandisce il tempo e le emozioni del giocatore in modo preciso e costante, facendovi capire fin da subito in che situazione vi trovate.

In conclusione possiamo dire con certezza che A Plague Tale Innocence è un gioco che funziona a pieno, con i suoi pregi e anche con i suoi difetti. Infatti, non stiamo parlando di un’avventura particolarmente longeva, anche se riesce a comprimere bene tutte le sensazioni che vuole trasmettere, con tanto di colpi di scena e una suspance che vi terrà incollati allo schermo fino all’ultimo. Alcuni giocatori, come è naturale che sia, potranno trovare il gioco poco accattivante, ma coloro che amano lasciarsi guidare dall’esperienza di gioco, rimarranno sicuramente soddisfatti.

A Plague Tale Innocence
7.8
Voto 7.8
Condividi l'articolo
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.