Football Manager 26 Recensione, il gestionale calcistico più complesso di sempre

Ecco la nostra recensione di uno dei ritorni più attesi del panorama dei gestionali: Football Manager 26, ora sviluppato con Unity.

Alessio Cialli
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Alessio Cialli
Senior Editor
Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle...
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Football Manager 26

Dopo la pausa forzata e la cancellazione di FM25, Sports Interactive aveva bisogno di mandare un segnale forte: sì, il gioco di calcio manageriale più famoso del mondo può cambiare pelle. Football Manager 26 nasce esattamente con questo intento: nuovo motore (Unity), UI ridisegnata, introduzione del calcio femminile, maggiore attenzione alla presentazione delle partite e una struttura che guarda alle future edizioni più che al passato. È un FM che ti dice chiaramente “da qui in poi lo facciamo così”. Il punto è che purtroppo la visione è più avanti del prodotto. Quello che abbiamo oggi è un FM molto interessante sul piano concettuale, ma incompleto sul piano pratico: alcune cose sono migliorate, altre sono state tolte, altre ancora non sono abbastanza rifinite. È il classico episodio in cui la serie sposta l’asticella, ma al prezzo di qualche strappo con chi la segue da anni.

L’interfaccia che doveva salvarci… ci complica

La novità che si vede subito è il nuovo layout “a portali”: invece del classico menù laterale infinito, ora ogni area del club è presentata come una scheda con dati, grafici, consigli e accessi rapidi. L’idea è buona: meno click, più informazioni in faccia. Il problema è che in FM l’informazione è già tantissima e, se la metti tutta in primo piano, il rischio è di ottenere l’effetto contrario. Ed è proprio quello che succede: la UI è più moderna ma meno leggibile. I contrasti non sono sempre riusciti, alcuni font sembrano “mobile”, alcune schermate ricordano fin troppo le versioni console/portatili. Chi viene da FM24 o anche da FM23 dovrà reimparare dove sono le cose e, più di una volta, avrà la sensazione di dover scavare per arrivare allo stesso punto di prima. È un’interfaccia che comunica “nuovo corso”, ma allo stato attuale è più una bozza che un punto d’arrivo.

A complicare il tutto ci sono i bug tipici di un debutto su nuovo engine: testi che si sovrappongono, icone che spariscono, finestre che si aprono dove non dovrebbero. Nulla di game-breaking, ma in un gioco basato per il 90% sulla leggibilità dell’informazione anche una piccola stonatura diventa fastidiosa.

Dove il passaggio a Unity si vede in positivo è sul campo. Le partite hanno più ritmo, le animazioni sono meno legnose, i movimenti senza palla sono più credibili e il colpo d’occhio sugli stadi è più vicino a una trasmissione TV che a un gestionale del 2015. Le notturne sono più suggestive, il pubblico è meno “cartonato”, i replay hanno finalmente un minimo di presenza scenica. Non siamo ovviamente ai livelli di EA FC, ma per gli standard FM è un salto in avanti percepibile. Il rovescio della medaglia è tecnico: l’engine nuovo è più esigente. Su database molto grandi o con tante leghe attive si notano rallentamenti nelle simulazioni, piccoli freeze tra una schermata e l’altra e, in generale, la sensazione che al gioco sarebbe servito un paio di mesi in più di lucidatura. È il prezzo del salto generazionale, ma resta un prezzo.

Tattica più profonda, flusso più lento

Una delle aggiunte più interessanti è la distinzione “In Possession / Out of Possession”: puoi impostare una squadra che in costruzione sale a 3, occupa il mezzo spazio, spinge i terzini… e poi in non possesso si riassesta in un 4-4-2 compatto o in un 5-4-1 di contenimento. È esattamente il tipo di flessibilità che il calcio vero chiede oggi e FM26 qui è avanti: l’IA avversaria legge meglio le tue scelte, cambia pressione, accorcia, e ti costringe a ragionare.

Il problema è che l’interfaccia tattica è una delle più affollate del gioco e per un neofita può essere un muro. È come se si avesse messo sul tavolo tutto quello che sa fare in termini di modelli e trigger, ma senza filtrarlo. Se sei un veterano ti diverti, se sei nuovo rischi di sentirti sopraffatto. E, soprattutto, tutto questo dettaglio rallenta il ritmo della carriera: tra consigli dello staff, notifiche, micro-regolazioni, è facilissimo arrivare a sera e scoprire di aver giocato tre partite in quattro ore.

L’altra grande bandiera di FM26 è l’integrazione del calcio femminile. Non come modalità separata, ma dentro lo stesso ecosistema: club, staff, bilanci, mercato, sviluppo. È una scelta giusta e coerente col calcio reale, e anche coraggiosa perché significa gestire rose, calendari e regole diversi. Al lancio però il pacchetto è ancora limitato: 14 leghe in 11 paesi, licenze non sempre complete, carriere più corte e un po’ meno stratificate rispetto al maschile. Si vede che è un primo passo, non la versione definitiva.

Allo stesso modo, la parte internazionale è quella dove si avverte più discontinuità tra le varie build: nelle versioni che includono le licenze FIFA, gestire una nazionale o arrivare al Mondiale con tutta la presentazione ufficiale è uno dei momenti più belli del gioco; nelle versioni dove questa parte non è ancora pienamente operativa si sente invece un vuoto rispetto alle edizioni più vecchie. È un esempio perfetto di cosa sia FM26 oggi: alcune cose sono avanti, altre sono indietro rispetto al passato.

E poi ci sono le assenze. Alcuni strumenti che i giocatori usavano da anni, storico miglior 11, certe visualizzazioni di passmap e heatmap, alcuni riepiloghi prepartita più rapidi, qui non ci sono o sono ridotti. Per qualcuno sarà un dettaglio, per chi fa save lunghi e ama guardare l’evoluzione della propria squadra è una perdita di identità. Anche le interazioni, pur con il nuovo look, continuano a diventare ripetitive molto in fretta: dopo qualche conferenza lasci tutto all’assistente perché le risposte tornano a essere quelle di sempre, solo dentro finestre più grandi.

Gli assistenti, tra l’altro, sono più proattivi ma anche più invadenti: ti cambiano i carichi, ti inondano di report di scarso valore, ti propongono liste infinite di osservati. È chiaro che il gioco vuole aiutare il nuovo pubblico a non perdersi, ma il risultato è che i veterani devono lavorare di più per zittirlo.

“Transizione”, più che “rivoluzione”

Messa così può sembrare una bocciatura, ma non lo è. FM26 ha dentro tutte le cose che servono perché i prossimi FM siano davvero più moderni: il nuovo engine, il matchday più credibile, il calcio femminile, la spinta alle competizioni internazionali, una struttura di UI che “potrebbe” diventare più leggibile. Ma oggi, a scatola chiusa, è un capitolo che chiede pazienza. Se arrivi da FM24 e hai una carriera che ti sta ancora dando soddisfazioni, puoi anche aspettare la versione corretta. Se invece volevi vedere “dove sta andando” la serie, FM26 te lo fa vedere chiarissimo.

Football Manager 26
Sufficiente 6.9
Voto 6.9
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Eclettico personaggio, ha iniziato la sua carriera videoludica con un Commodore 64. Si consacra nei titoli Platform, Stealth e GDR. Titolo preferito: Alex Kidd in Miracle World "Sega Master System", gioco più vecchio di lui!