Chris Darril, già autore di piccoli gioielli come Remothered: Tormented Fathers e Remothered: Brocken Porcelain, ritorna a far parlare di sé e delle sue produzioni videoludiche ispirate ai cult horror degli anni ’90 con un nuovo titolo, annunciato per la primissima volta nel 2021 ma che ha visto la luce in maniera definitiva ad Ottobre 2025 per tutte le piattaforme. Stavolta parliamo infatti di Bye Sweet Carole, che non è solo un omaggio a pilastri del genere horror videoludico come Rule of Rose e Clock Tower, ma anche al suo grande amore per i grandi classici Disney come Biancaneve e la Bella e la Bestia; difatti il suo stile grafico è inconfondibilmente ispirato alle principesse dei grandi film d’animazione che ci hanno accompagnato durante l’infanzia, regalando a questo titolo una sua impronta indimenticabile e nostalgica, sotto ogni punto di vista.
A differenza delle altre produzioni di Chris Darril, pseudonimo dell’italianissimo Mario Valenti, Bye Sweet Carole è una fiaba dark in stile platform con elementi tipici dei survival horror anni ’90. Lo abbiamo provato per voi su Xbox Series X, e questa è la nostra recensione.
La tenuta dei conigli
Bye Sweet Carole, nato come già detto dalla mente di Chris Darril e sviluppato da Little Sewing Machine in collaborazione con Meangrip Game Studios e Dreams Uncorporated, narra le vicende della piccola Lana Benton, alla ricerca della sua amica del cuore Carole Simmons, scomparsa in circostanze misteriose. Entrambe orfane accolte al Bunny Hall, un orfanotrofio del XIX secolo circondato da un enorme e meraviglioso parco abitato da centinaia di conigli (da qui il nome), vengono separate da una serie di eventi inizialmente inspiegabili, e una semplice lettera catapulta Lana in una serie di rocambolesche avventure per ritrovare Carole, che pare sia fuggita con un enigmatico “francese”.
Lana Benton, doppiata da Rossa Caputo, è una ragazza schiva, sognatrice e anche un po’ ingenua, una perfetta fusione tra Biancaneve e Belle (de la Bella e la Bestia) come aspetto, e Jennifer Simpson (Clock Tower) e la Jennifer protagonista di Rule of Rose per la sua fragile personalità e dalla dolcezza senza pari, ma con un enorme coraggio e prontezza di spirito pronti ad emergere nelle situazioni di emergenza.
Bullizzata sia dai tutori sia dalle compagne, Lana si sente sola e abbandonata quando Carole scompare, ma un’oscura presenza che si nasconde nell’ombra comincia ben presto a darle la caccia, e la sua vita sarà stravolta completamente: vivendo una realtà spaccata in due, tra il Bunny Hall e la fiabesca Corolla, Lana dovrà trovare la sua amica e tante risposte sul suo passato.
Un mondo di cenere, pece e carbone
Guidata dalla voce di un narratore, doppiato in italiano dal bravissimo Bruno Schirripa, Lana attraversa dieci capitoli, nei quali dovrà affrontare un terribile gufo, delle creature partorite dall’oscurità stessa, e il temibile Kyn, “il Corruttore di Mondi“: una misteriosa entità con un cilindro e un mantello nero nel quale si avvolge prendendo qualsiasi forma, anche quella delle sue compagne, pur di tormentarla.
L’obiettivo di Kyn è chiaro: Lana è la principessa di un regno che non ricorda, ossia la Corolla che vede in sogno, e lui farà di tutto per distruggere lei e tutti gli affetti che la circondano, persino gli strambi alleati che incontrerà nel suo cammino per arrivare al suo regno fatato e annientarlo. Uno di questi alleati è Mr. Baesie, o cavaliere d’argento, un chiaro riferimento al Cavalier Secchio di Rule of Rose, seppur più “attivo” come alleato.
Il titolo è, come detto in precedenza, un platform vecchio stile, con ambientazioni ricche di dettagli, oggetti interagibili e nascondigli nei quali Lana può rifugiarsi, e si basa principalmente sulla risoluzione di enigmi più o meno complessi, che necessitano di un’attenta analisi e di ingegno. Oltre ai numerosi enigmi l’avventura di Lana è costellata anche dalla presenza di numerosi stalker che la perseguitano, frutto di una corruzione dilagante partorita dal terribile e malvagio Kyn: un gufo inquietante dagli occhi rossi, la cuoca trasformata in un coniglio gigante e rabbioso, ma anche Kyn in persona.
I comandi per districarsi tra enigmi e fughe dai nemici sono abbastanza semplici e intuitivi. In più, ad un certo punto del gioco, sarà possibile switchare tra Lana con fattezze umane e Lana trasformata in tenero coniglietto: ciò le permette di attraversare spazi angusti e raggiungere punti più alti con degli ampi salti, ma anche di fuggire più velocemente e rintanarsi in posti sicuri irraggiungibili dai nemici.
È presente anche un comodissimo inventario, di facile interpretazione e immediato, con il quale si possono utilizzare, esaminare e combinare gli oggetti per proseguire negli obiettivi, indicati in alto a destra sullo schermo, ma visionabili anche in un diario che riassume tutte le missioni completate e quelle che si stanno svolgendo sul momento.
Il gameplay però purtroppo non è altrettanto comodo, a causa degli input non spesso immediati e performanti: a volte si rischia di venire catturati dagli inseguitori per colpa della poca reattività del personaggio, sia in forma umana che in forma di coniglio, e a volte i nemici si triggerano troppo facilmente o immotivatamente, rallentando la ricerca di una soluzione ad un enigma o di un oggetto chiave. Chiaramente non è nulla che non possa essere limato e raddrizzato con una patch correttiva.
Ritorno all’infanzia
La colonna sonora è ovviamente degna dei capolavori Disney che son considerati intramontabili ai nostri occhi di adulti, cresciuti con quei classici dell’animazione: la musica e lo stile grafico sono perfettamente ispirati ai cartoni animati disneyani della nostra infanzia, espediente utilizzato per farci tornare bambini e catapultarci meglio nell’evoluzione della storia di Lana.
Nonostante appunto le piccole pecche a livello tecnico, e a volte purtroppo anche nel comparto sonoro (talvolta si sono interrotte bruscamente le musiche tra un cambio di scena e l’altro), la narrazione è il pilastro portante di questo titolo, che Chris Darril ha voluto dedicare alla madre che non c’è più: ci scaraventa in un turbinio di emozioni contrastanti, dalla felicità e al contempo la malinconia dei ricordi del passato fino alla tristezza del presente, in quello che è quasi una storia autobiografica in parte, incentrata sull’accettazione del cambiamento, della solitudine e dell’inevitabile assenza, prima o poi, delle persone che amiamo.
Difatti il tema centrale di tutt0 Bye Sweet Carole è lo stacco netto, in alcuni casi traumatico, tra l’allegra e spensierata infanzia e l’età adulta, in cui incombono problemi, responsabilità, lutti – emotivi e non – ma anche l’accettazione del cambiamento e della crescita. Ci si immedesima perfettamente sin dall’inizio del gioco, in cui i colori sono vividi e brillanti, sino ad arrivare ad una progressione fatta di ambientazioni cupe e sempre meno frivole, mostri e paura.
Come Lana ci ritroveremo quindi a percorrere una profonda crescita emotiva, svelando capitolo dopo capitolo il mistero dietro alla sparizione di Carole, ma anche affrontando temi attualissimi come l’oggettificazione della donna e della sua emancipazione nel corso dei secoli: verranno citate (come non notare i chiari riferimenti a Mary Poppins) le suffraggette e tante donne importanti della storia, come Marie Curie, Emily Bronte e Jane Austen.
Un messaggio in bottiglia
Nonostante Bye Sweet Carole non sia come detto esente da difetti tecnici, crediamo fermamente che il messaggio che porta con sé come vessillo sia molto più importante e incisivo di qualsiasi altra cosa. L’elaborazione della morte di una persona cara e della necessità di crescere, di creare per sé il proprio destino credendo fermamente nei propri sogni, senza cedere alla tristezza, o nella storia di Lana, a Kyn, personificazione del senso di abbandono e della depressione, sono passaggi fondamentali e inevitabili nella vita di un individuo, che vengono narrati con estrema sensibilità e delicatezza.
Lana Benton prende per mano il giocatore e lo accompagna nel suo percorso di maturazione e di accettazione, in un modo tale da riuscire a scalfire anche gli animi e i cuori più “duri”: ci sentiremo come parte della storia, immedesimandoci passo dopo passo nella risoluzione del mistero di Carole e scoprendo il passato di Lana, facendo cosi riaffiorare ricordi dolorosi e imparando forse, in parte, ad affrontarli con coraggio e col sorriso (e un ombrello). Il vero orrore, in questo gioco, non è la morte nel senso stretto del termine, ma il lasciar morire i ricordi felici e i propri sogni solo per lasciarsi sprofondare dallo sconforto anche nelle situazioni che sembrano senza via di scampo: ma come dice sempre Lana, “Anche se le vele non sono issate non significa che il vento non stia già soffiando”.



