Dance of Death: Du Lac & Fey è finalmente disponibile su Steam. Il titolo d’esordio dello studio indipendente Salix Games Ltd. propone un’interessante avventura grafica punta e clicca a stampo investigativo che ci trasporta direttamente nella Londra di fine Ottocento, accostando al pericoloso Jack Lo Squartatore personaggi della letteratura inglese, in particolare del ciclo arturiano. Il gioco presenta comparto tecnico veramente valido e una trama scritta dallo stesso sceneggiatore di Batman: Arkham Knight e della serie di Killzone. A distanza di un mese dalla nostra anteprima, che ci aveva lasciato alcuni dubbi, ma che nel complesso ci aveva convinto, scopriamo se il titolo di Salix Games Ltd. è riuscito a migliorarsi in questa recensione.
Da Re Artù a Jack Lo Squartatore
Il team di Salix Games Ltd. ci mette di fronte a un’avventura dai toni piuttosto cupi: la Londra Vittoriana cela vicoli oscuri e scorci tenebrosi. La trama di Dance of Death: Du Lac & Fey ci porta direttamente a Whitechapel nel 1888, anno che sicuramente vi porterà a pensare a un unico grande personaggio: stiamo parlando del temibile Jack Lo Squartatore, che farà da antagonista a questa intrigante avventura. Come abbiamo detto prima, il titolo unisce alla storia londinese ottocentesca i racconti del ciclo arturiano. In Dance of Death: Du Lac & Fey infatti seguiremo le vicende di Sir Lancelot Du Lac e Morgana Le Fey, reincarnati rispettivamente nel corpo di un uomo di mezz’età dai capelli biondi e in una cagnolina dal pelo grigiastro. Al duo si unirà anche un terzo personaggio, Mary Kelly, che sarà costretta ad aiutare i due nelle loro indagini. Com’era già emerso dalla nostra anteprima, Salix Games Ltd. propone una trama intelligente e piuttosto articolata, con dei buoni colpi di scena e un costante alone di mistero che portano il giocatore a voler sapere sempre di più, nella speranza di poter catturare il serial killer.
Nel punta e clicca di Salix Games Ltd. ci troveremo a impersonare tre personaggi, Du Lac, Fey e Mary Kelly, ognuno con caratteristiche peculiari: per esempio, Fey è in grado di interagire con altri animali, azione che risulta impossibile ai suoi due compagni, mentre, al contrario, Du Lac e Mary Kelly sono gli unici che possono parlare con gli altri cittadini. Le parti investigative risultano essere interessanti e ben realizzate, specialmente nella seconda parte dell’avventura. Nel corso della nostra partita raccoglieremo una moltitudine di oggetti, che potranno essere più o meno utili alla nostra indagine o semplici collezionabili. Gli oggetti raccolti verranno riposti nell’inventario piuttosto intuitivo, che riprende a piene mani, forse un po’ troppo, da qualsiasi altra avventura grafica. Sotto questo punto di vista, data la natura puramente investigativa del titolo, un inventario in grado di integrare maggiormente i vari indizi non avrebbe sicuramente guastato. Gli indizi non si limitano solamente agli oggetti, ma possono essere anche trovati parlando con i cittadini di Londra. Nelle varie fasi di esplorazione, per le strade di Whitechapel e all’interno di alcuni edifici, i nostri personaggi potranno infatti interagire con alcune persone, che potrebbero avere informazioni utili per risolvere i vari casi. Parlando proprio dell’esplorazione, bisognerà appunto cliccare per indicare ai protagonisti la posizione da raggiungere. Purtroppo, come avevamo già evidenziato nell’anteprima, gli spostamenti risultano lenti, macchinosi e davvero imprecisi. Come se non bastasse, i personaggi tendono a compenetrarsi con alcuni oggetti a schermo. Le fasi di investigazione sono alternate a scene d’azione, sicuramente più movimentate, che presentano dei quick time event, anche se piuttosto semplici e banali. Nonostante la loro banalità, queste fasi riescono comunque nell’intento di spezzare la narrazione e sicuramente non guastano. Nel complesso, la trama raccontata risulta intrigante e presente un sistema di scelte che cambia alcuni degli eventi del titolo, ma che porta comunque allo stesso finale. Dal punto di vista della difficoltà, invece, Dance of Death: Du Lac & Fey non risulta troppo complicato, ma comunque offre un buon livello di sfida a livello investigativo.
Londra XVIII
La punta di diamante del titolo è sicuramente il comparto tecnico. Come detto prima, la Londra in piena rivoluzione industriale, che presenta cieli bui e coperti dal fumo dei macchinari, vanta comunque degli scorci incredibili e atmosfere realistiche grazie a un mix di stili sensazionali. In Dance of Death: Du Lac & Fey infatti, gli elementi 2D e 3D si mischiano perfettamente e creano uno spettacolo incredibile. Personaggi e oggetti con cui è possibile interagire sono appunto modellati in 3D, mentre quello che è lo sfondo delle varie zone esplorabili è completamente disegnato a mano. Se nel corso della nostra anteprima avevamo trovato alcune imperfezioni a livello tecnico, sopratutto in alcuni casi in cui le differenze tra elementi poligonali e sfondo erano davvero troppo evidenti, grazie a vari aggiornamenti questi problemi sono stati notevolmente ridotti. I modelli dei vari personaggi, soprattutto quelli dei protagonisti, sono davvero ben realizzati e il cel-shading si amalgama perfettamente col resto della scena. Alcune animazioni invece risultano poco convincenti e, in particolare, i movimenti di alcuni personaggi si sono dimostrati particolarmente legnosi.
Anche dal punto di vista del comparto sonoro, Dance of Death: Du Lac & Fey si dimostra veramente molto buono. In particolare, vogliamo premiare il doppiaggio del titolo: Salix Games Ltd. ha pensato a un cast veramente eccellente, che presenta famosissime voci da opere di altissimo calibro, come possono essere Penny Dreadful, Game of Thrones, Black Mirror, e Dragon Age. Le musiche accompagnano perfettamente le scene del gioco e mantengono magnificamente l’atmosfera cupa e tetra del titolo. Purtroppo attualmente Dance of Death: Du Lac & Fey non dispone di una localizzazione in italiano, il che impedisce ai meno avvezzi alla lingua inglese il pieno apprezzamento del titolo. Sono moltissimi i dialoghi e soprattutto i documenti chiave, importantissimi per risolvere i vari casi e continuare con la nostra indagine. Proprio per questo motivo, il gioco è consigliato solamente a chi ha una sufficiente padronanza della lingua anglosassone. Non si hanno attualmente notizie in merito a un eventuale traduzione in italiano, che potrebbe far avvicinare a questo buonissimo titolo anche coloro che non sono in grado di comprendere al meglio l’inglese.