Ancora una volta, Seconda Guerra Mondiale. Ma questa è una notizia già assimilata, ed il colpo è stato assorbito da tempo (dal momento del suo annuncio, ad esser precisi). Ritorna dunque una delle serie FPS più amate di tutti i tempi, ritorna con Battlefield V, sempre sotto il controllo attento dei ragazzi di DICE. Vale la pena tornare a combattere i nazisti nel secondo scontro armato più violento del nostro pianeta? Scopriamolo insieme! Al contrario del suo diretto concorrente, Call of Duty: Black Ops 4 di Activision, Battlefield V ha deciso di non tradire gli amanti della modalità single player, regalando loro una storia suddivisa in tre diversi capitoli (e un altro, già annunciato, arriverà a giorni). Ambientate a Creta, in Norvegia e in Francia e ispirate a reali operazioni militari portate a termine dalle truppe alleate su territorio europeo, queste sono molti differenti tra loro, e ognuna di esse vanta un titolo ed un protagonista differenti.
Un protagonista per ogni missione
“Nessuna Bandiera“, ad esempio, narra la storia di Billy Bridger, giovane ragazzo inglese che decide di arruolarsi per evitare il carcere e finisce per diventare parte di un corpo di forze speciali, incaricato di portare a termine pericolose missioni di sabotaggio, rigorosamente oltre le linee nemiche. In “Nordlys“, invece, assistiamo quasi impotenti alla tragica occupazione della Norvegia da parte dei Nazisti, nell’anno 1943. In questo caso la protagonista è Solveig, chiamata ad entrare di soppiatto in una base tedesca per liberare uno scienziato di particolare importanza per l’esito della guerra. in “Tiralleur“, infine, si vestono i panni di Cisse, un soldato che prende parte all’operazione Dragoon e che oltre ai proiettili, dovrà cercare di sopravvivere anche a delle “torture” di stampo razzista. Questi tre capitoli, che compongono l’intera modalità Storia, convincono purtroppo solo in parte: la qualità della recitazione e alcune scelte della regia, soprattutto nel concludere ogni singolo capitolo, lasciano un po’ di amaro in bocca, relegando ancora una volta la modalità in single-player ad un mero “riscaldamento” (con qualche scena toccante e qualche dialogo emozionante), in attesa di scatenarsi nei campi di battaglia online. Ed ora è tempo di affrontare l’argomento, appunto.
L’Inferno (ragionato) della guerra online
La cosa eccezionale di Battlefield V, è che una volta avviato il gioco e preso parte al primo scontro a fuoco in multiplayer, si percepisce immediatamente il solito feeling della serie sviluppata da DICE. Mappe sterminate accolgono furiosi (e anche ragionati) combattimenti 32 vs 32, per il “tradizionale” totale composto da un massimo di 64 giocatori a schermo. Quest’anno gli sviluppatori si sono concentrati per offrire un’esperienza di combattimento più incentrata che mai sul gioco di squadra. Sia che si affronti “Conquista” o “Team Deathmatch”, o che si scelga di ammazzare (il tempo) su “Sfondamento” o “Prima Linea”, il fattore innovazione risiede in una serie di intelligenti modifiche apportate al gioco, che spingono i giocatori a collaborare con una naturalezza mai vista prima. Gli ordini del leader della squadra, ad esempio, sono ora mostrati in maniera molto più semplice da leggere, nel caos della battaglia, e la possibilità di sbloccare interessanti contenuti extra (in grado di capovolgere le sorti del combattimento) fungono da incentivo per scoraggiarvi a fare sempre solo e rigorosamente di testa vostra, agendo in solitaria. Quest’anno DICE ha inoltre introdotto la modalità “Operazioni su vasta scala”, dove le battaglie vengono suddivise in 3 turni, con modalità che si alternano, e che in caso di parità prevede un ultimo ed eccitante turno con permadeath e con la mappa di gioco che, come un cappio mortale, si restringe con il passare del tempo sulle teste dei giocatori. Non poteva poi mancare la “Battle Royale“, che in Battlefield V si chiamerà Firestorm e che sarà aggiunta nei prossimi giorni (e che, quindi, non possiamo ancora valutare).
Negli splendidi scenari ricostruiti a schermo ed offerti in 8 mappe (altre arriveranno nelle prossime settimane), assisterete dunque a squadre agire sui campi di battaglia in maniera più compatta e ragionata, perché è proprio il gioco che invoglia a farlo. In Battlefield V ogni classe è in grado di curare il compagno di squadra (anche se il medico, grazie alle sue conoscenze ed abilità, permette una guarigione più rapida). Anche se meno convincente, abbiamo apprezzato il tentativo degli sviluppatori di offrire ai giocatori la possibilità di costruire fortificazioni attorno alle aree di maggiore interesse, attraverso l’utilizzo di filo spinato e sacchi di sabbia. Ci convincono di meno perché riteniamo che l’innalzamento del fattore protezione di un determinato territorio richieda una capacità di collaborazione davvero estrema, pensata esclusivamente per team di giocatori che già si conoscono e che non si incontrano di certo a caso, seguendo un virtuale lancio di dati gestito dal matchmaking del titolo (che tra l’altro, come da tradizione, è sempre velocissimo nel trovare partite). Infine, è ora possibile rigenerarsi immediatamente accanto ad un compagno, una scelta azzeccata che sottolinea ancora una volta l’importanza che gli sviluppatori hanno voluto dare al gioco di squadra.
Rinnovamento e “Progresso”
Per quanto riguarda la progressione del proprio alter-ego virtuale, troviamo in Battlefield V una veste grafica rinnovata e finalmente di più facile lettura, ma senza per questo rinunciare alla solita profondità, tipica della serie Electronic Arts. Le Classi son quelle solite che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. A cambiare, invece, è il sistema di progressione legato alle specializzazioni: a partire dal livello 8, infatti, ogni soldato avrà accesso ad una sottoclasse, cosa che gli permetterà di fare affidamento su nuove abilità, per creare uno stile di gioco più personalizzato possibile, in base ai propri gusti e alle proprie capacità sul campo di battaglia. Un cecchino potrà ad esempio decidere di specializzarsi in tiri da distanze siderali o, al contrario, offrire una copertura più ravvicinata, disseminando al contempo l’area degli scontri di punti di respawn.
Sebbene qualche arma, a nostro giudizio, necessiti ancora di qualche aggiustamento (in termini di quantità di danni arrecati ai malcapitati che vengono colpiti), il feeling di Battlefield V è rimasto intatto se confrontato coi capitoli precedenti. La guida dei mezzi risulta essere di semplice lettura mentre ci ha convinti poco la capacità del gioco di tener conto delle distanze: armi apparentemente innocue (se rapportate a distanze siderali) sembrano fare quasi lo stesso livello di danni che vediamo essere inflitto in scontri a fuoco ravvicinati. La balistica dei proiettili è invece convincente, e gli “archi mortali” disegnati dai colpi sparati da un cecchino vagano per il campo in maniera realistica, cadendo dove dovrebbero (a patto di essere capaci di trasformare in realtà i calcoli fatti prima di aprire il fuoco).
Cadere a pezzi… con stile
A livello tecnico Battlefield V si presenta come un ottimo First Person Shooter: ottima la pulizia grafica delle mappe, che come da tradizione risultano essere sterminate, ben progettate e immerse in scenari tutti diversi tra loro, ma tutti così convincenti e fantastici da osservare. In più di un’occasione ci abbiamo rimesso la vita per il semplice ammirare il paesaggio che ci circondava. Gli effetti sonori sono di altissimo livello, e con l’utilizzo di un paio di cuffie l’immersione in battaglia raggiunge livelli incredibili. Vogliamo perdonare al titolo qualche bug grafico di troppo (pop-up e bad-clipping vanno sicuramente ridotti), in quanto Battlefield V è in grado di offrire il più complesso e riuscito sistema di distruzione degli ambienti di gioco. Sotto questo aspetto in particolare e per il solito feeling in battaglia, contraddistinto da un ritmo lento e ragionato nella maggior parte delle occasioni, la serie Battlefield non conosce paragoni.
Battlefield V è senza dubbio tra i migliori capitoli della serie. La modalità Storia delude (in parte) ancora una volta, confermandosi come una semplice aggiunta, un qualcosa che è utile solo per prendere la mano prima di affrontare il vero inferno, nelle modalità multiplayer online. Il comparto tecnico è di alto livello, anche se necessita di qualche patch per eliminare (o almeno ridurre) alcuni fastidiosi bug grafici. Le modalità online sono riuscite, il feeling di battaglia tipo della serie è intatto e le modifiche introdotte al sistema di progressione, ed una maggiore propensione al gioco di squadra, convincono in pieno. Aggiungete a tutto ciò la scelta da premiare di DICE, di rendere ogni futuro DLC di BFV completamente gratuito (cosa che non provocherà la solita “spaccatura” tra utenti “standard” e quelli che acquistano di tutto, sempre e comunque). Volete una guerra da combattere? Questa è la vostra occasione. Scegliete la vostra arma e scendete in battaglia!