Conosci il gioco del Pai Gow? Storie e curiosità

Redazione
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I giochi da tavolo? Per quanto possano sembrarti datati quelli che la tua famiglia custodisce nella dispensa in salotto devi sapere che in realtà ne esistono di molto più antichi. Dopotutto l’intrattenimento non è certo qualcosa che appartiene all’ultimo secolo; non parliamo solo di carte, un passatempo diffuso in tutto il mondo e che certamente ha il suo fascino ma di alcuni trend che arrivano direttamente da Oriente.

La Cina ha dato i natali a numerosi giochi da tavolo che ancora oggi amiamo; basti pensare al Domino, a Mah Jong e Shanghai. Ma tra tutti a spiccare è il Pai Gow, un gioco che si è diffuso prima nella sua versione più classica per poi essere trasformato dagli americani nella variante che oggi conosciamo come Pai Gow poker.

La storia del Pai Gow

Un titolo cinese con oltre 1000 anni di tradizione: le prime testimonianze del Pai Gow risalgono tra il 618 e il 907 d.C. durante la dinastia Tang e proprio per questo viene classificato quale uno dei giochi da tavolo più antichi provenienti da oriente.

Cosa significa il nome? Potremmo tradurlo con la frase “fai nove” e proprio questo ci fa già capire qual è l’obiettivo del game, cioè avvicinarsi più possibile a quel valore. Veniva praticato specialmente durante le feste oppure all’interno delle sale da te a mo’ di prova di astuzia e fortuna, ma già allora c’era chi legava le partite ad una scommessa.

Il Pai Gow tradizionale si basa su delle tessere con ideogrammi che, combinate tra loro, creano punteggi. Le 32 tessere hanno fortissime somiglianze con quelle del domino ed era inizialmente utilizzato come allenamento mentale, per combinare fortuna, calcolo delle probabilità e abilità.

L’obiettivo è avvicinarsi il più possibile al nove. Il game ha appassionato anche il mondo occidentale ma per superare la barriera culturale gli Stati Uniti hanno pensato di creare la variante Pai Gow Poker che sostituisce le tessere della tradizione con le classiche carte da gioco.

Negli anni ’80 l’intuizione di Sam Torosian, rivoluziona il settore per sempre. Il proprietario del Bell Card Club di Los Angeles sceglie di portare nella propria sala da gioco il Pai Gow ma per la prima volta lo trasforma così da renderlo più comprensibile.

La struttura resta a due mani, ma propone i simboli del mazzo di carte tradizionale aggiungendo qualche regola in stile poker. Il risultato? Partite brevi ma coinvolgenti, facili da giocare e con una dinamica che ha subito conquistato gli States tanto da diffondersi molto rapidamente prima a Las Vegas e in California, poi anche in Europa.

E oggi? Il titolo si è traslato online: nelle migliori sale da gioco è possibile fare partite gratuite, oppure giocare a Pai Gow con soldi reali usufruendo talvolta di bonus e altre promozioni. La voce autorevole di Tommaso Gangemi, ex croupier e oggi fondatore del sito di recensioni Start2casino, nel suo portale ha anche mostrato alcune somiglianze tra questo gioco e altri titoli. Se ti ispirasse questa dinamica potresti provare anche il Tien Gow Gwat Pai, una variante del domino nata in Cina dove l’obiettivo è ottenere un punteggio alto costruendo una torre utilizzando le tessere.

Grafiche accattivanti, musiche in combo per creare atmosfera, lo sviluppo dei giochi capaci di adattarsi ad ogni schermo per accedere da mobile: questi alcuni degli elementi che hanno contribuito a rendere il titolo tra i più cliccati della sezione giochi da tavolo nei portali di intrattenimento sul web.

Alla scoperta del Pai Gow “americano”

Seppur oggi, almeno online, esistono numerosi tavoli di Pai Gow tradizionale, non possiamo non notare in che modo il gioco Pai Gow Poker nato negli USA nel 1985 sia sempre più diffuso. Le regole sono facili: si distribuiscono sette pile di sette carte ciascuna, una per giocatore. Le quattro carte rimanenti non vengono usate. A questo punto ogni partecipante deve suddividerle in due mani, una di cinque carte che è riconosciuta come “mano alta” e una di due carte, chiamata “mano bassa”. La regola principale? Superare entrambe le mani del banco. Se l’utente riesce, allora vince la scommessa.

Il settore game influenzato da oriente

Siamo in una fase in cui la Oriente-mania ha preso il sopravvento. Arte, videogiochi, cibo, abbigliamento e mondo kawaii entrano a far parte della nostra quotidianità segnando un trend. Restiamo tutti affascinati dal richiamo di civiltà millenarie e lontane che hanno saputo sviluppare culture e tendenze che, ancora oggi, fanno parte del nostro bagaglio culturale.

Nel settore del gaming, alcune tradizioni arrivano proprio dal Sol Levante e dalla Cina. Tra questi, come abbiamo visto, il Pai Gow. Il trend nato durante la dinastia Song è arrivato fino ai giorni d’oggi con qualche modifica ed adattamento.

Non si tratta però dell’unico esempio, basti pensare al Mahjong. Nato in Cina, probabilmente nel XIX secolo, si è diffuso a mo’ di gioco di memoria e abilità richiamando un po’ quello che nel territorio occidentale è conosciuto con il nome di Rummy. 144 tessere per 4 giocatori: l’obiettivo è formare combinazioni vincenti. La cultura orientale ha fortemente influenzato il campo dell’intrattenimento: basti pensare al numero di fumetti trasposti in cartone animato o manga arrivati a noi, un fenomeno che vede titoli come Dragon Ball trionfare serie dopo serie, conquistando generazione dopo generazione.

Possiamo anche però vedere l’altro lato della medaglia, ovvero quali giochi nostrani hanno sfondato il confine tra oriente e occidente. Tra questi? Il Baccarat. Sebbene le sue origini siano europee, è un vero e proprio fenomeno di culto in Asia.

C’è chi, oggi, definisce il Pai Gow come un ponte culturale che unisce la Cina più antica con l’Occidente attraverso un intrattenimento che ha saputo fare il giro del mondo. Adattamento, contaminazione e creatività sono alcuni degli elementi che saltano all’occhio con questo titolo che richiama il domino ma anche il poker nelle sue varianti più moderne.

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