Planet Alpha – Recensione dello sci-fi danese distribuito da Team17

Giuseppe Salzano
Di Giuseppe Salzano Recensioni Lettura da 10 minuti
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Planet Alpha

Prodotto dall’omonimo team creativo e distribuito da Team17Planet Alpha è il risultato colossale di una triade danese composta da Adrian Lazar (Creative director, CEO & co-founder), Tim Løye Skafte (3d art & animation) e Tim Börrefors (Level design). Ciò che è venuto fuori dal loro operato è un’esperienza vivace ed esteticamente suggestiva, dai ritmi serrati e visivamente favolosa. Ennesimo esponente della narrativa implicitaPlanet Alpha non presenta una sola riga di dialogo. Tutto ciò che si muove su schermo basta a raccontare le incredibili peripezie del protagonista, un piccolo astronauta risvegliatosi in un angolo indefinito di un pianeta apparentemente arido. Dopo i primi claudicanti passi, con sorpresa si dispiegherà davanti a noi un paesaggio lussureggiante e ricco di vita. Un colpo d’occhio notevole, che ci accompagnerà per tutto il viaggio, confermando la bontà di un comparto visivo allo stato dell’arte.

Planet AlphaL’avventura su Planet Alpha inizia con un risveglio: non uno dei più piacevoli per lo sfortunato protagonista, dal momento che si ritrova su un mondo alieno sconosciuto. Solo, ferito e stanco, l’esile astronauta si incammina senza una meta precisa nella speranza di riuscire a sopravvivere in quello che appare come un pianeta inospitale. Dopo una lenta camminata di una manciata di minuti, mentre i nomi degli sviluppatori scorrono sullo schermo, il povero cosmonauta si accascia a terra, profondamente provato, proprio quando l’ultima scintilla di vita sta per abbandonarlo. È il secondo risveglio che dà ufficialmente il via all’avventura. Per motivi ignoti, l’astronauta è riuscito a scampare alla morte, rinvenendo in una caverna in cui sono presenti testimonianze di un’antica civiltà. Dopo essere uscito dalla grotta, lo spettacolo che gli si para d’avanti è straordinario. Lo scenario desertico ha lasciato il posto a una prateria lussureggiante popolata da creature bizzarre e ricoperta da una vegetazione dalle tinte surreali. Il viaggio del cosmonauta alla scoperta del mistero che avvolge il pianeta comincia con un’improvvisa esplosione di colori, mentre i versi degli animali accompagnano ogni suo passo aumentando a dismisura l’immedesimazione del giocatore. L’idillio, però, dura davvero poco: una forza di occupazione aliena formata da guerrieri robotici dà il via a una vera e propria invasione su vasta scala, devastando tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Privo di strumenti offensivi, l’astronauta può fare affidamento sulla sua corporatura esile e slanciata per evitare lo scontro diretto con gli assalitori ed evitare una morte certa.

Il comparto audiovisivo di Planet Alpha è particolarmente suggestivo, sempre ispirato e costantemente evocativo. I paesaggi alieni pescano a piene mani dalle opere fantascientifiche di inizio Novecento, dove il fascino dell’ignoto si amalgama perfettamente col gusto dell’eccentrico, mentre i suoni udibili dal giocatore si sovrappongono alle peripezie dello sfortunato protagonista. L’opera si caratterizza per una realizzazione maniacale del design, in cui il comparto sonoro si sposa coerentemente con le atmosfere, scandendo i passaggi più importanti dell’avventura.

Planet AlphaTre anime convivono armonicamente all’interno di Planet Alpha: la natura platform, la natura stealth e quella di puzzle game, mescolate sapientemente in un mix equilibrato e mai ripetitivo che trascina immediatamente il giocatore dentro la vorticosa avventura. La componente platform si proietta su tutti i livelli spaziali, garantendo, oltre alla fisiologica estensione orizzontale propria di questo genere di titoli a scorrimento, anche una certa verticalità, amplificata dalle lunghe scivolate lungo ripidi crinali e salti nel vuoto. Menzione speciale per le anomalie, speciali portali che catapultano il nostro protagonista in una dimensione sospesa tra i mondi, dove le leggi della gravità cedono il passo a quella che sembra a tutti gli effetti l’anticamera di un buco nero, con blocchi sospesi che cambiano ritmicamente posizione per creare il sentiero verso l’uscita. Trovare queste anomalie garantisce una scorciatoia e un sentiero sicuro per superare le aree più ostiche. Se la fortuna non ci assisterà, ci ritroveremo costretti a fronteggiare le minacce robotiche. Essendo particolarmente fragile e privo di strumenti offensivi, affrontare gli invasori è impossibile per il nostro protagonista. Armati di laser fotonici, gli automi impiegheranno un istante per disintegrarlo sul posto. Questa malaugurata possibilità esige cautela, dando spazio alle meccaniche stealth, elementari ma mai banali. Con un sistema di elusione tipico di giochi d’altri tempi, tra un salto mirato e un opportuno accovacciarsi nell’erba alta, riusciremo a superare le infaticabili sentinelle robotiche giungendo alla successiva destinazione, supportati da un auto-save ben posizionato e sempre a tutela dei nostri progressi.

Planet AlphaMuoversi lesti e vigili, tuttavia, non sempre basterà. Qui si manifesta la componente più singolare del titolo, con sessioni puzzle-game composte prevalentemente da tre macro-categorie. La prima vede l’interazione con oggetti mobili da utilizzare per raggiungere tratti del percorso altrimenti inaccessibili. Dovremo trovare il modo di individuarli, raggiungerli e posizionarli correttamente, mascherando la linearità al punto da dare l’impressione di un mondo quasi interamente palpabile e interattivo. La seconda, prevede la risoluzione di puzzle meccanici, che apriranno porte e riveleranno nuove porzioni del mondo. La terza, la più peculiare del titolo, prevede speciali poteri, inizialmente limitati ad alcune specifiche aree e in seguito liberamente utilizzabili, che manipolano lo scorrere del tempo. Nella versione per PS4, i poteri sono affidati ai grilletti dorsali, permettendo di riavvolgere o di mandare avanti il ciclo giorno notte, con conseguente effetto sul mondo circostante. Ad esempio, in alcuni punti del percorso verranno fuori grandi funghi che forniranno una piattaforma sulla quale saltare e proseguire, i raggi del sole fanno invece dispiegare le ampie foglie di alcune piante, creando un temporaneo nascondiglio dalla vista dei segugi robotici. Questi poteri si riveleranno decisivi nelle boss fight che puntellano l’avventura, fornendo al piccolo protagonista un’arma formidabile, il pianeta stesso.

Peccato che a una cura eccezionale del versante artistico non sia seguito il medesimo lavoro per tutto ciò che concerne la sfera prettamente ludica. Laddove l’assortimento di ambientazioni ha dell’eccezionale, Planet Alpha diventa prevedibile a causa della varietà dei puzzle, davvero poco convincente. I puzzle che ci troviamo ad affrontare sono eccessivamente semplici, la maggior parte dei rompicapi si risolve trascinando le piattaforme semoventi che incontriamo durante l’avventura, utili per raggiungere punti posizionati troppo in alto per le capacità di salto dell’astronauta. Tutti gli enigmi si risolvono in questo modo, per le circa 6 ore necessarie a portare a termine il gioco e visionare i titoli di coda.

Planet AlphaLe sessioni stealth sono caratterizzate da un tasso elevatissimo di morti: il trial ‘n’ error che ne deriva non dipende dalla costante ricerca di una soluzione, quanto dal comportamento schizofrenico dei nemici. In alcuni casi, infatti, questi ci vedono anche se siamo perfettamente mimetizzati nella flora del mondo alieno, in altre situazioni ci ignorano rifiutandosi di seguirci. Inoltre, capita di morire a causa di certe hitbox non ben collaudate. Per fortuna i checkpoint sono posizionati in modo intelligente, evitando di farci ripercorrere lunghe sezioni dopo ogni decesso. Ciò non toglie che le sezioni stealth siano a volte frustranti per ragioni che non hanno a che vedere nulla con le capacità del giocatore. I tempi di risposta del comando dedicato al salto vi porteranno ad una serie di game-over in linea con la più classica delle logiche trial ‘n’ error. Se da una parte il problema si risolve con un po’ di abitudine, il buffering non all’altezza dei riflessi più veloci potrebbe facilmente irritare anche il videogiocatore più paziente.

Al netto di queste sbavature, la giocabilità è senza dubbio tra i punti di forza di questo gioco. I movimenti dell’esploratore spaziale sono convincenti, sempre fluidi, non spezzano minimamente il ritmo di gioco e contribuiscono a rendere l’esperienza, nel suo complesso, particolarmente godibile. A voler essere puntigliosi si potrebbe chiedere qualcosina di più in termini di longevità, ma il prodotto sviluppato dalla software house danese dimostra ancora una volta quanto sia variegato e di grande qualità il panorama indie, offrendo un’esperienza di gioco, seppur particolarmente breve, assolutamente intensa, ricca di colpi di scena e di momenti avvincenti. In conclusione, mi sento caldamente di consigliare l’acquisto di questa piccola gemma di creatività. Il publisher Team17 può aggiungere al suo curriculum un altro ottimo titolo.

Planet Alpha
8
Voto 8
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