Cultist Simulator – Recensione del silente titolo di Wheather Factory

Marco Pulicanò
Di Marco Pulicanò Recensioni Lettura da 5 minuti
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Cultist Simulator

Da tanto tempo ormai i giochi ci hanno abituati a prendere delle decisioni nei più svariati generi, dai giochi di ruolo, agli sparatutto, e così via; ci sono poi alcuni giochi che sono pensati sulla base del dover unicamente prendere decisioni, e tra questi troviamo i dating simulator o alcuni gestionali. In mezzo a questa categoria ed una narrazione “silenziosa” si posiziona Cultist Simulator, gioco sviluppato da Wheather Factory che osa parecchio: di per sé il titolo non inventa nulla di nuovo, ma l’atmosfera che riesce a creare rende bene l’idea di qualcosa di nuovo, non fine al gioco stesso.Cultist Simulator

Prima di tutto, bisogna capire come funziona Cultist Simulator: il gioco ricorda in buona parte i giochi da tavolo del genere di “Sì, oscuro signore” e simili, dove con delle carte che indicano oggetti ed azioni dobbiamo creare un filo narrativo volto al nostro successo o che ci porterà alla sconfitta; possiamo quindi dire che il gioco funziona per associazioni di carte, niente più e niente meno. Creando queste associazioni, il filo narrativo del gioco si evolverà, sbloccando nuove carte e possibilità. Alcune di queste richiedono l’impiego di risorse, come per esempio il denaro: dunque, in definitiva possiamo classificare Cultist Simulator come un titolo gestionale che però non punta su un lato puramente di gameplay ma più su quello della narrazione: il gioco serve per narrare, e non la narrazione per giocare.Cultist Simulator

Il gioco non ha bisogno di nessuna competenza tecnica o meccanica per essere goduto a pieno, se non una buona padronanza della lingua inglese poiché le carte sono accompagnate da una dettagliata descrizione: il livello linguistico è abbastanza alto, quindi difficile da comprendere per chi non ha nozioni abbastanza elevate. Una caratteristica che fa “rabbrividire” di Cultist Simulator è quanto un titolo del genere possa portare fuori il nostro lato più interiore. Nella vita di tutti i giorni spesso siamo frenati da convenzioni, patti, leggi e moralità; ma in un gioco del genere, dove siamo liberi di agire come vogliamo poiché “non è reale”, vi posso garantire che il livello di “cattiveria umana” che si può manifestare farà sembrare Grand Theft Auto una saga per bambini dell’asilo. Immaginate che un vostro adepto si opponga alle vostre decisioni e decida di criticarvi o addirittura di darvi contro: potremo farlo fuori noi, o spingere la nostra setta ad agire in tal modo, poiché siamo venerati e possiamo decidere sui nostri discepoli. E tutto ciò narrato attraverso delle descrizioni romanzesche di carte che rappresentano azioni, oggetti ed entità.Cultist Simulator

Possiamo dire con certezza che Wheather Factory è riuscita nell’intento di creare qualcosa di diverso, ma purtroppo ogni cosa bella ha qualche difetto. Cultist Simulator infatti dimostra di essere incompleto sotto alcuni punti di vista, poiché le meccaniche di gioco una volta adottate varie scelte sembrano andare in stallo, come se il gioco non volesse permettere al giocatore di cambiare la propria situazione. Capiamo il voler essere punitivi nei giochi e sopratutto il perseguire una determinata strada quando la si è intrapresa, ma il voler decisamente negare ogni tipo di ripensamento non è comunque una soluzione plausibile, soprattutto per un contesto di simulazione dove si trattano le decisioni di una singola persona e il rapporto che ha con l’esterno.Cultist SimulatorIn conclusione, parliamo dell’impatto generale che Cultist Simulator ha su chi lo gioca. Esso si presenta bene ma in silenzio: nessun tutorial, ma con dalla sua parte un’interfaccia pulita e molto semplice, che risulta comoda finché le varie finestre non iniziano a sovrapporsi creando un po’ di fastidi dal punto di vista visivo. Giustamente è uno di quei titoli che va assimilato sperimentando e vivendo, sbagliando ed imparando le giuste azioni da compiere, o semplicemente agendo come meglio crediamo. E’ un titolo consigliato a tutti coloro che hanno voglia di vivere un’esperienza a metà tra narrazione ed introspezione, andando ad esplorare un mondo creato con le proprie scelte.

Cultist Simulator
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