Il mondo videoludico rappresenta spesso un motivo di svago, ma non solo. Molti titoli affrontano, dai tripla A agli indie, tematiche che esulano del semplice intrattenimento, e senza comunque sminuire l’importanza di tale aspetto. Questo tipo di giochi pongono un accento su argomenti di grande importanza, stessa categoria di cui fa parte The Thin Silence.
Colpire nel profondo
L’opera sviluppata da TwoPM Studios, pone come suo obiettivo addentrarsi tra le emozioni umane, scendere in profondità sino a toccare l’aspetto più malinconico di esse. Il tema affrontato è in sostanza quello della depressione, un male spesso radicato nella persona e che stenta ad uscire o ad essere riconosciuto. Facendo perno sulla tematica e su tutto ciò che essa comporta, il titolo propone una struttura di gameplay molto lenta, quasi statica, la quale tenta di evocare quelle stesse sensazioni. Nonostante l’oggetto affrontato, a tratti il gioco cercherà di dare degli imput propositivi a colui che lo gioca. Tutto in The Thin Silent sembra essere volontariamente rallentato, i movimenti, il tempo, come a voler rappresentare il mood del soggetto che si trova in quella condizione, una bolla a sé stante con proprie convinzioni e totalmente scardinata dalla realtà.
C’è da sottolineare il fatto che non è semplice far emergere un tema di questo tipo, specialmente con le dinamiche di gioco che si hanno in un platform 2D. Una mano fondamentale nell’esplicazione della missione, è sicuramente data dalla storia, che passo dopo passo introduce alcuni elementi volti ad evidenziare tale stato d’animo… una trama che nonostante tutto non riesce a coinvolgere pienamente. Rimane comunque da premiare il fatto che si sia scelto un tema così importante anche al fine di poter condurre in modo ludico qualche riflessione su di esso.
Le Lente Movenze
Il protagonista di The Thin Silence è Ezra Westmark, il quale dovrà superare degli ostacoli, rappresentati da alcuni puzzle game, e dopo ciò tornare a casa. Il gioco sembra proporre questo cammino alla pari di un percorso interiore che inizialmente si mostrerà essere come un antro oscuro, una caverna dal quale risorgere e per tornare lentamente in superficie, con i dovuti alti e bassi. Questi enigmi iniziano con una difficoltà molto bassa dove è necessario spostare semplicemente dei massi per aprire dei passaggi, ma successivamente diventano più complicati e articolati. Buona anche la gestione degli items e dell’inventario attraverso la quale è possibile creare degli oggetti del tutto nuovi unendo tra loro quelli trovati. Potrà quindi essere scalata una parete attraverso l’utilizzo di scarponi dalle suole chiodate, con il crafting di uno scarpone e di un gancio, o la creazione di un rampino con corda e gancio.
L’esperienza di gioco tuttavia non è il massimo, l’attenzione tende infatti a calare dopo poco tempo. Il motivo è anche dato dal fatto che si discosta molto dai recenti titoli in uscita, dove le storie sono sicuramente avvincenti ma più leggere, e dove velocità e modalità di prosecuzione sono maggiormente stimolanti. The Thin Silence, è infatti adatto ad una nicchia molto ristretta e molto appassionata del genere. Uno stile per nulla adatto a coloro i quali amano modalità di gioco in cui rapidità di esecuzione, adrenalina e grafica ne rappresentano gli elementi cardine. Molto più indicato invece per coloro i quali sono disposti a passare pazientemente del tempo a risolvere i vari ostacoli che il gioco pone innanzi, e a seguire una storia con una certa profondità emotiva.
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Il tutto purtroppo non si riesce ad apprezzare appieno per diversi motivi: per ogni singolo ostacolo spesso si deve selezionare un oggetto diverso, e il sistema di selezione diventa poi una componente veramente fastidiosa; dopo nemmeno mezz’ora di gioco il moveset così lento diviene totalmente insostenibile anche per i più pazienti; ultimo ma non per importanza, ci sono meccaniche di gioco che seppur aumentano di difficoltà, sono troppo ripetitive. Spesso infatti il level design tende solamente ad aumentare il numero degli ostacoli o ad alternare il tipo di concatenazione tra di essi, ma nulla di così nuovo da spingere ad un coinvolgimento attivo del soggetto. L’idea alla base poteva essere ottima e la realizzazione avrebbe sicuramente potuto portare a qualcosa di più coinvolgente, ma il risultato finale non è altrettanto valido. Il titolo si riduce semplicemente ad un risolvere dei rompicapi, per altro nemmeno di alto livello, ad un ritmo imposto talmente lento che lo rende purtroppo noioso e spiacevole da giocare. Si copre totalmente il buon proposito iniziale a causa della realizzazione di un gameplay reso forse ingiustamente e inutilmente fastidioso.
Grafica minimal
Per quanto riguarda l’aspetto grafico, non è il suo punto forte, ma è piuttosto palese che il titolo non voglia puntare su quello. Il problema è dato dal fatto che seppur non voglia proporsi come un gioco legato a tale caratteristica, quanto più a ciò che vuol trasmettere ed alla storia, comunque questo rappresenta un aspetto che in parte limita la godibilità del gioco in sé. Il protagonista e le ambientazioni, sono forse troppo minimali e a tratti scarne. I movimenti sono molto legnosi, e anche il contesto non presenta particolari dettagli. Si poteva sicuramente fare di meglio per rendere più godibile l’esperienza di gioco anche attraverso tale comparto.