Ys VIII: Lacrimosa of Dana Recensione

Patrizio Coccia
Di Patrizio Coccia Recensioni Lettura da 10 minuti

Se siete amanti dei JRPG e masticate bene l’inglese, allora vi troverete tra le mani uno dei giochi più divertenti del genere di appartenenza. Per chi non conoscesse la serie di Ys, stiamo parlando di una delle saghe più longeve presenti sul mercato videoludico. Sono passati ben cinque anni da Memories of Celceta (uscito su PS Vita nell’ormai lontano 2012), e quasi otto da YS Seven, ultimo episodio regolare della serie. Ys VIII: Lacrimosa of Dana arriva parecchio in ritardo nel nostro continente rispetto al Giappone, ma sicuramente troverete sugli scaffali un prodotto che al suo interno racchiude preziosi contenuti aggiuntivi e leggere aggiustatine dal punto di vista del gameplay. Quest’ultimo infatti si differenzia molto dai suoi predecessori, ed oggi è più che mai paragonabile ad un frenetico hack’n’slash. Senza dilungarci troppo, ecco dunque la nostra recensione!

Finché la barca va

Prima di iniziare a raccontarvi la storia è giusto fare una piccola premessa. La maggior parte degli episodi della saga (compreso questo) hanno tutti il medesimo protagonista, ovvero il giovane con i capelli rosso fuoco Adol Christin. Nonostante questo i vari titoli non sono strettamente collegati tra di loro, anche se, come è anche giusto per i fan più fedeli, ci sarà qualche piccola citazione che i neofiti non potranno cogliere. In ogni caso se è la prima volta che vi approcciate alla serie riuscirete a capire tutto dell’intera avventura. L’eroe principale, insieme ai suoi compagni di viaggio, è imbarcato sulla nave Lombardia diretta verso la città di Eresia. Purtroppo però la crociera non va come previsto e, dopo il banchetto organizzato dal capitano, l’imbarcazione viene attaccata da un enorme mostro marino. Ovviamente l’intero equipaggio finisce arenato e Adol si risveglia la mattina seguente su una spiaggia deserta. Il luogo dove è capitato è l’isola di Seiren, un posto maledetto da dove non ha mai fatto ritorno nessun essere umano. Dopo poco si congiungerà a Laxia, erede di una nobile ed importante casata, anche lei coinvolta nel tragico incidente.

Dunque passerete la prima parte del videogame a cercare superstiti in giro per l’isola, affrontando ogni genere di creatura, dai semplici lupi ai più complessi dinosauri. Man mano che progredirete nella storia sbloccherete nuovi personaggi, che andranno ad ampliare una trama che va ben oltre la semplice fuga da questo luogo dannato. L’intera saga, come sarà ormai ben noto ai fan, non si è mai distinta per trame complesse o personaggi carismatici e riconoscibili, ma questo capitolo prova, almeno in un certo senso, ad ampliare il concetto base di storyline, cercando di inserire storie intrecciate che danno un senso di originalità e unicità ad ogni character presente nell’avventura. Ovviamente il cuore pulsante dell’intera produzione è il gameplay, sebbene non rivoluzioni l’intera opera fa un leggero passo avanti come la narrativa, dimostrando la voglia di migliorare – anche se di poco – un videogame con meccaniche già ben rodate.

Zitto e cammina, zitto e mena

Come detto in precedenza la vera croce e delizia del videogame è il gameplay. Il sistema di combattimento, unito alla grande importanza delle fasi di esplorazione, rende tutto molto più fluido e dinamico. Per quanto concerne il combact system stiamo parlando di funzioni molto semplici da metabolizzare poiché, alla fine, sono abbastanza intuibili. I comandi sono quelli di un classico hack’n’slash, con un tasto per l’attacco, uno per la schivata, parata e così via. Man mano che progredirete nell’avventura, e dunque salirete di livello, sbloccherete abilità sempre diverse da equipaggiare a tutti i personaggi. Ovviamente ognuna di esse avrà un costo di mana differente che cambierà in base alla potenza della tecnica utilizzata. Per quanto le prime fasi di gioco siano parecchio ripetitive, dopo esservi liberati dei primi boss vi renderete conto che per superare determinati scontri vi servirà un minimo di strategia. Una tattica che vi consigliamo di sfruttare, soprattutto nelle fasi iniziali per farci l’abitudine, è la schivata perfetta (all’ultimo momento insomma): una volta effettuata il tempo rallenterà, consentendovi di colpire numerose volte tutti i mostri.

Ys VIII: Lacrimosa of DANAColpire ed incassare colpi vi aiuterà a far salire l’indicatore della mossa speciale, prestate attenzione a questa particolare tecnica poiché un utilizzo lungimirante farà la differenza tra la vittoria o la sconfitta. Quando i mostri diventeranno numerosissimi la situazione ovviamente vi sfuggirà di mano, sfruttate a pieno tutta la potenzialità del gameplay per poter sopperire ai momenti di estrema difficoltà. Nonostante ci sia un solo ed unico protagonista indiscusso, come in perfetto stile della serie, sarà possibile intercambiare il leader del party a seconda della tipologia di mostro che affronterete. Sfruttate dunque le debolezze di quest’ultimi, perché ognuno di loro è vulnerabile ad un determinato tipo di attacco. Tra uno scontro e l’altro vi ritroverete spesso a corto di punti vita, dovrete prestare molta attenzione alle risorse per poter sopravvivere ad ogni avversità che gli ambienti ostili dell’isola vi faranno fronteggiare. Un altro grande punto di forza di Ys VIII è la gigantesca mappa di gioco che, pian piano, si aprirà davanti ai vostri occhi con il progredire dell’avventura, sbloccando luoghi prima inaccessibili.

Benché si tratti di un gioco di ruolo c’è una cosa che la casa di sviluppo ha voluto appositamente omettere per rendere più veritiera, per quanto sia possibile, l’esperienza in generale: non è presente nessun tipo di valuta all’interno del videogame. Essendo su un’isola deserta e piena zeppa di pericoli, ci sembra logica questa scelta. Per ottenere armi, materiali o altri oggetti dovrete ricorrere al caro e vecchio baratto, dunque anche in questo caso decidere quali oggetti tenere sarà determinante. L’HUB del gioco è un villaggio che andrà a riempirsi man mano che recupererete superstiti, così da dar vita a strutture che vi aiuteranno nello sviluppo del party. Per tutta l’avventura si è sentita la necessità di ricercare materiali o altri oggetti, incentivando dunque l’esplorazione e premiando i giocatori che con coraggio percorreranno le varie zone in cerca di oggetti rari o speciali.

Titoli di coda

Ad elencare tutta la profondità del gioco ci metteremmo davvero molto tempo: finali multipli, missioni di diverso genere per difendere l’accampamento, minigiochi e tanto altro, creano un ecosistema che mette in condizione il giocatore di preoccuparsi veramente della salute del piccolo villaggio. Il level design dell’isola si sviluppa oltre che in orizzontale anche in verticale, dando all’utente più fronti da esplorare e misteri da scoprire. Nonostante la nostra esperienza si sia svolta senza nessun particolare intoppo dovuto a frame rate ballerino o altro, il livello grafico della produzione è vicino a quello della PlayStation 3, nonostante l’art direction sia ispirato e con buoni spunti e idee. Purtroppo un altro punto a sfavore del comparto tecnico è una quasi assente espressività dei volti, difetto che viene messo in evidenza quando gli stessi protagonisti non riescono a differenziare un’espressione felice da una triste. L’unica cosa che si salva in generale sotto l’aspetto tecnico del gioco è il sonoro, con musiche che, al contrario dei volti dei character, riescono a scandire le varie fasi dell’avventura.

In conclusione possiamo dire che Ys VIII: Lacrimosa of Dana si tratta un prodotto che merita e che tutti gli appassionati dei JRPG dovrebbero tenere in considerazione. La localizzazione totalmente in inglese, con la possibilità però di impostare l’audio in giapponese, potrebbe spaventare qualche giocatore, ma in ogni caso l’esperienza scorre chiara, scorrevole e senza intoppi di nessun genere. Quello che penalizza, e di molto secondo il mio parere, il gioco è il comparto tecnico davvero arretrato: non è possibile presentare nel 2017 e con le potenzialità delle attuali console un prodotto che non sarebbe neanche il top di gamma su periferiche old generation. Sorvolando però su questo “scoglio”, ci troviamo davanti ad un videogame all’altezza, con grandi potenzialità ma tanto tanto lavoro da fare per migliorare l’esperienza nella sua totalità.

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Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.