Una dinamica di truffa molto semplice quella che, secondo l’antitrust, Mediaworld compiva nei confronti dei suoi clienti. Se si dava un’occhiata ad uno dei vari box di offerte presenti negli store del brand non era infatti difficile trovare prodotti scontati accompagnati da accessori superflui a pagamento. Uno stylo assieme ad un IPAD o addirittura pc e smart tv con pacchetti di software pre-installati a pagamento.
Il tutto sembra essere stato confermato dalla Guardia di Finanza di Chieti facendo scattare la multa da parte dell’antitrust. A seguito delle indagine effettuate si è poi scoperto che si trattava di effettive politiche aziendali; ai dipendenti era ordinato di spingere sulla vendita di accessori con tanto di suggerimenti su come convincere più facilmente il cliente.
Dopo aver scoperto questo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) non ha potuto far altro che dichiarare che la società ha utilizzato modalità ingannevoli per promuovere alcuni prodotti ricorrendo, talvolta, a pratiche violente ed aggressive con l’aggravante di aver prevalentemente mirato a beni assai richiesti obbligando il clienti all’acquisto dei pacchetti. Mediaworld ha dichiarato che avrebbe assecondato le scelte della legge ma che, non riscontrandosi nel reato di cui accusata, avrebbe fatto ricorso. Nel 2022 l’azienda ha provveduto ad aumentare la trasparenza della propria comunicazione commerciale.