Utawarerumono: Mask of Deception Recensione

Alberto "Allister" De Lorenzis
Di Alberto "Allister" De Lorenzis Recensioni Lettura da 7 minuti

Utawarerumono: Mask of Deception è il primo titolo dello studio di Aquaplus ad approdare su PlayStation 4. Il titolo in questione è in realtà un sequel delle vicende narrate nell’originale Utawarerumono edito da Leaf. Esordendo come un ibrido tra visual novel e gioco di ruolo, questo primo capitolo venne originariamente sviluppato solo per PC. In seguito, la sua trasposizione per PlayStation 2 ad opera di Sting rese il gioco famoso in tutto il Giappone. E a distanza di quasi quindici anni dal suo primo debutto, la saga continua sotto la guida di Aquaplus, la software house che all’epoca curò l’adattamento del titolo originale su PSP. Ed è così che finalmente, dopo quasi due anni dal suo debutto esclusivo sul mercato nipponico, avremo anche noi la possibilità di goderci Utawarerumono: Mask of Deception grazie alla collaborazione tra Atlus e Deep Silver per la sua distribuzione nei paesi occidentali.

Durante la modalità Adventure Mode godremo della storia attraverso un racconto stile Visual Novel.

I canti di una nuova avventura

In questa nuova avventura impersoneremo un giovane che, persa la memoria, si ritroverà in un paesaggio innevato braccato da una creatura sovrannaturale. Alla fine di un lungo inseguimento, il mostro passerà dal ruolo di predatore a quello di preda, divenendo così cibo per un’altra entità ancor più grossa ma, per nostra fortuna, anche quest’ultima verrà uccisa, poco dopo averci messo alle strette, per mano di una misteriosa ragazza.

Kuon, la fanciulla dai tratti animaleschi a cui dobbiamo la vita, ci porterà al suo villaggio introducendoci ai peculiari personaggi che popolano questo universo. Venendo a conoscenza della nostra amnesia la ragazza deciderà di prendersi cura e, non sapendo il nostro nome, ci soprannominerà Haku, in memoria di un antico eroe del passato. Inizieremo così il nostro viaggio alla scoperta di questo antico e magico mondo.

Nella modalità Battle Mode dovremo invece confrontarci con i nostri nemici tramite un sistema di combattimento a turni strutturato come un classico SRPG.

Dietro la maschera

Durante l’intera durata dell’arco narrativo ci alterneremo costantemente tra due modalità di gioco parecchio differenti tra di loro. Inizialmente prenderemo parte alle vicende presenti all’interno del racconto attraverso l’Adventure Mode, una modalità che ci permetterà di assistere, tramite varie schermate mostrare nel tipico stile visual novel, all’intricata storia che si strutturerà nel corso di questo titolo. Grazie a queste scene riusciremo sempre meglio a conoscere gli eclettici personaggi (ben curati sia esteticamente che caratterialmente) che faranno la loro comparsa all’interno della novella. Inoltre, sullo sfondo delle affascinanti tavole presenti nelle varie sezioni, impareremo sempre nuove nozioni riguardo alle macchinazioni politiche che si celano dietro la potente nazione di Yamato. Ed è così che attraverso dialoghi sempre più prolissi andremo ad apprendere tutto il necessario per proseguire la nostra esplorazione nei vari ambienti messi a nostra disposizione.

Occasionalmente, avanzando sul nostro percorso, ci capiterà di imbatterci in personaggi e creature ostili che daranno vita a battaglie immersive. In queste occasioni potremo quindi approfondire il sistema di combattimento strategico presente nella Battle Mode, una modalità molto più interattiva della precedente che metterà alla prova le nostre capacità di pianificazione sul campo di battaglia. Inizialmente una schermata di preludio ci darà la possibilità di scegliere chi del nostro gruppo prenderà parte allo scontro e, una volta iniziato il duello, ci verrà chiesto di porre fine al combattimento attraverso un sistema tattico a turni e a una meccanica di attacco a catena. In quest’ultima fase il giocatore dovrà tempestivamente rispondere ai comandi, assecondando i tempi di ricarica per eseguire attacchi critici o blocchi difensivi. Inoltre, a dare maggiore profondità agli scontri ci saranno alcune funzioni inedite, come il riavvolgimento temporale, la presenza di affinità e debolezze elementali e le abilità uniche in possesso di ogni personaggio.

Utawarerumono: Mask of Deception verrà presto seguito da Utawarerumono: Mask of Truth

Per concludere

Mask of Deception è il primo dei due seguiti tratti da Utawarerumono in uscita quest’anno. Le vicende presenti all’interno di questo capitolo si concluderanno infatti con la pubblicazione del terzo ed ultimo capitolo della saga intitolato Mask of Truth. Per quanto riguarda quest’episodio, ci troviamo di sicuro davanti a una storia di grande impatto che getta delle solide basi per una degna conclusione della saga. La narrazione, ricca di interessanti sviluppi, non ci annoierà di certo e terminerà, dopo circa una quarantina di ore di gioco, con un finale aperto che servirà come incipit per il prossimo ed ultimo capitolo della serie. Utawarerumono: Mask of Deception è caratterizzato da stile artistico canonicamente univoco, ma comunque ricercato e di pregio, che si attiene alle produzioni di genere senza prendersi troppe libertà. La colonna sonora che andremo ad ascoltare nel gioco sarà molto bella e ci permetterà di immergerci completamente all’interno della storia raccontata, grazie ai suoi ritmi caratteristici del mondo orientale.

Rimane da dire però che questo titolo, nonostante la sua buona fattura, resta comunque relegato ad una nicchia di mercato ben definita. Come nel caso di altri titoli prettamente destinati al mercato orientale, la localizzazione operata lo rende fruibile solo in lingua originale con sottotitoli in inglese. Va inoltre detto che le visual novel, genere a cui appartiene questo titolo, nonostante l’implementazione di una variante riconducibile ai classici giochi di ruolo non sono troppo apprezzate o di successo nel nostro paese. Il prezzo al quale viene proposto questo gioco al pubblico scoraggia poi un possibile acquirente che per la prima volta si avvicina a questo genere. Insomma, noi consigliamo l’acquisto solo nel caso foste già veterani di questa tipologia di racconti interattivi e stiate cercando un nuovo spunto per ampliare le vostre conoscenze all’interno della scarna selezione che si presenta odiernamente nelle nostre librerie occidentali.

Modus Operandi: questa recensione è stata redatta completando per intero la campagna principale scaricando la versione digitale del titolo per PlayStation 4.

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Nato e cresciuto nel panorama videoludico con e da mamma Sony. Nonostante la forte passione per il retrogaming, è sempre aggiornato sulle ultime novitá e pronto a condividerle con gli appassionati come lui.