Il team di Esports russo Virtus.pro è stato costretto ad accettare alcuni compromessi dopo la decisione di squalificarlo dalle competizioni ESL.
Questa sospensione è stata annunciata all’inizio della settimana, e fa parte di una lunghissima lista di privazioni alla quale il mondo intero sta sottomettendo la Russia in seguito all’invasione ingiustificata dell’Ucraina, iniziata due settimane fa.
Virtus.pro ha accusato ESL di essere stata un “perfetto esempio di cancel culture” con la sua decisione, ma non c’è stato modo di tornare indietro, per cui il team di Esport russo ha dovuto accettare i compromessi che gli consentirebbero, comunque, uno spazio di manovra.
ESL non impedirà ai giocatori della Russia di competere con un nome neutrale. Si tratta di una decisione simile all’approccio adottato dal Comitato Olimpico Internazionale quando, nel 2015, è stato scoperto che il Paese gestiva un programma antidoping per gli atleti sponsorizzato dallo Stato.
Addressing ESL Pro League statement on https://t.co/RghpmPyTHr. pic.twitter.com/sfNliB4rGU
— Virtus.pro (@virtuspro) March 4, 2022
ESL è uno degli organizzatori di Esports più grande al mondo, e ha annunciato, lo scorso 2 marzo, che “non consentirà a organizzazioni con apparenti legami con il governo russo, inclusi individui o organizzazioni sotto presunte o confermate sanzioni dell’Unione Europea relative al conflitto in Ucraina di competere ai suoi eventi”.
Inizialmente sono state due le squadre di Esports russe oggetto di sanzioni: la sopraccitata Virtus.pro e Gambit. La prima ha ora rilasciato una dichiarazione in risposta alla decisione di ESL, e non è soddisfatta.
Non ci sono ragioni razionali per sospenderci dal partecipare ai tornei, a parte i pregiudizi e le pressioni dall’esterno. È successo durante un evento WePlay a Dubai e continua a succedere.
L’evento di Dubai in questione è il Gamers Galaxy: Dota 2 Invitational Series Dubai, che avrebbe chiesto a Virtus.pro di giocare senza tag, maglia e affiliazione a un club o Paese in particolare. In una dichiarazione del 1° marzo, il team di Esports russo ha rilasciato una dichiarazione affermando di rifiutarsi di prendere parte alla competizione con queste regole.
Tra le molte sanzioni che stanno coinvolgendo la Russia, una delle più recenti è quella messa in atto da Nintendo, che ha deciso di bloccare il suo eShop nel Paese, sospendendo tutte le transazioni.
Prima del colosso giapponese, anche Microsoft aveva tagliato fuori la Russia, da Windows a Xbox. Sono decine le grandi aziende a livello mondiale che, questa settimana, si sono lanciate per protesta contro il Paese che ha iniziato una guerra ingiustificata.