Con 9,58 secondi per percorrere 100 metri in corsa, l’atleta giamaicano Usain Bolt è stato l’uomo più veloce del mondo, con una rapidità stratosferica per un comune essere umano. Eppure, a calzare quelle scarpe, probabilmente molto usurate per la tanta corsa, vi è comunque un ragazzo con i suoi gusti e debolezze, e in particolare con le sue passioni, visto che i videogiochi e il buon Usain Bolt sono argomenti molto affini.
Durante un’intervista con i colleghi della BBC, l’atleta ha infatti parlato di come i videogames abbiano caratterizzato una parte molto consistente della sua vita, essendo lui stesso un videogiocatore incallito e affezionatissimo al media. Infatti era già stato lo sponsor di uno spot nel 2017 per Pokémon.
Ma c’è molto di più, perché da quanto affermato dallo stesso Bolt, la sua grinta e la sua voglia di vincere spingendo al massimo il suo corpo e la sua mente, sono state profondamente stimolate proprio dal nostro media preferito. Giocare gli ha anche fatto passare qualche guaio in famiglia, con il padre che è stato contattato più volte per l’assenza del figlio agli allenamenti sportivi.
Infatti, Usain ha raccontato alcuni particolari di colore del suo passato con il padre che gli chiedeva per l’appunto dove andasse a cacciarsi durante le giornate e con l’allora giovanissimo ragazzo che taceva la risposta. Questo perché a volte anche un campione così eccezionale come lui si lasciava andare a qualche intensa e divertente partita nelle sale giochi.
Ai colleghi della BBC, il rapidissimo Usain Bolt ha detto sulla sua passione per i videogiochi:
Sento che in qualche modo ha aiutato la mia fame, direi, sai cosa intendo? Voler sempre vincere. (Mi sembra che) in un certo senso, mi abbia aiutato con l’atletica leggera perché ora quando (scendo) in pista (ho) la stessa mentalità di quando (sto) giocando ai videogiochi. (Voglio solo) vincere.
La notizia per quanto sia una faccenda di colore, fa riflettere perché cavalca l’onda finalmente sempre più positiva di crescente rispetto e attenzione per il mondo dei videogames che per troppo tempo è stato bistrattato e criticato, spesso anche in modo grossolano e poco attinente alla realtà.