Activision Blizzard, continua lo scandalo: “Mi hanno chiesto se mi piacesse essere penetrata”

Emerge un nuovo tremendo scandalo dal passato di Activision Blizzard, in seguito a una dichiarazione della ricercatrice Emily Mitchell

Andrea Pellicane
Di Andrea Pellicane News Lettura da 3 minuti

In questi ultimi giorni Activision Blizzard è nel ciclone di molte polemiche per via di molteplici dichiarazioni dei dipendenti, le quali hanno evidenziato diversi abusi sul posto di lavoro avvenuti nel corso degli ultimi anni, dando vita a un vero e proprio scandalo.

Si continua a parlare della questione in maniera negativa, dopo quanto già emerso fino a oggi (trovate a questo link il nostro approfondimento sui vomitevoli abusi del settore) una nuova dichiarazione ha riacceso il fuoco della polemica, per via di una specifica frase di cui la ricercatrice Emily Mitchell ha parlato.

La donna, nel 2015, si è recata allo stand di Blizzard durante la conferenza di Las Vegas, parlando della sua esperienza per quel che concerne i test della penetrazione dei dati. Si tratta di una pratica, nota anche come pentesting, per indicare il controllo di sicurezza che viene effettuato per i sistemi nel campo informatico. Tuttavia, sembra che la cosa sia stata (forse volutamente) fraintesa dagli impiegati di Activision Blizzard, di cui Mitchell ha ripreso alcune dichiarazioni imbarazzanti durante il periodo dello scandalo che sta contraddistinguendo negativamente la compagnia.

Come spiegato sulle pagine di VICE, la donna indossava una maglietta della compagnia SecureState con su scritto “Penetration Expert”, il che pare abbia portato tre dipendenti a prenderla in giro, e uno a chiederle «Quando è stata l’ultima volta che sei stata penetrata?», nonché in che modo e se la cosa le piacesse.

Activision Blizzard

Mitchell ha spiegato di non aver riportato la cosa al tempo poiché era una mamma single e cercava un lavoro, e non si è quindi esposta al fine di non rendere più difficile la ricerca di un impiego. Il tutto è quindi emerso solamente in queste ore, durante le quali moltissimi dipendenti hanno per fortuna alzato la voce e parlato di avvenuti in questi anni.

L’azienda è stata citata in causa, e non sappiamo come la situazione si risolverà, nonché se ulteriori impiegati decideranno di farsi avanti e raccontare episodi simili a quello su cui Emily Mitchell ha fatto chiarezza.

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Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.