Con l’uscita di Resident Evil Village, Capcom è tornata nuovamente sulla bocca di tutti, riportando in auge non soltanto un memorandum storico della propria presenza, all’interno del medium, ma, allo stesso tempo, chiarendo su quelli che sono i passi in avanti e le scommesse nei confronti della sua storica saga. Nel corso degli anni questa azienda ha dimostrato il proprio valore ed amore verso gli appassionati, non soltanto attraverso i vari Resident Evil, ma con tutta una serie di videogiochi, con tutta una serie di IP che hanno saputo dosare ed esprimere gli intenti generazionali del settore, rimanendo però, in molti casi, abbandonate in un dimenticatoio che ad oggi potrebbe anche essere tranquillamente svecchiato.
Viviamo non soltanto nel periodo della next gen, ma anche in quello delle remaster e dei remake, in un contesto commerciale e creativo che ha imparato anche a guardare al passato, con una valorizzazione della storia del medium da non sottovalutare assolutamente. Partendo proprio da queste ultime dinamiche ci siamo chiesti quali IP Capcom, ora dimenticate, potrebbero tornare a brillare nuovamente nel nostro presente, e perché no, magari aprire la strada ad un restauro inedito ed importante, per coloro che non hanno potuto godere di queste perle.
Di seguito trovate, dunque, 5 IP firmate Capcom che nel corso della storia ci hanno intrattenuti, emozionati, ma anche formati, in un certo qual modo, gettando le basi del nostro personalissimo amore, e fiducia non soltanto nell’azienda in questione, ma anche nelle possibilità creativo-espressive del medium stesso. 5 videogiochi che sarebbe interessante veder tornare a risplendere di luce propria, magari rinfrescati o migliorati, riadattati attraverso l’archeologico interesse dimostrato fino ad ora dall’attuale mercato.
1
Viewtiful Joe, Capcom e il cinema
Viewtiful Joe è un videogioco sviluppato da Capcom e Clover Studio nel 2003 su Playstation 2 e Nintendo. Si tratta di un videogioco a scorrimento laterale in cui si deve passare alle mani, un picchiaduro quindi, in cui si dovrà guidare questo Joe, un ragazzo normalissimo, all’interno di una folle avventura che lo vede entrare in una sorta di dimensione cinematografica irta di citazioni storiche. Il suo obiettivo sarà quello di salvare la propria fidanzata, Silvia, la quale è stata rapita, e lo farà nei panni del supereroe che da il titolo al gioco. Lo stile generale fu quello che rapì fin dall’inizio, con questa grafica cartoon, fusa alla spigliatezza creativa generale di un contesto in cui doversi destreggiare per avanzare di livello in livello.
2
Onimusha, un Resident Evil differente
Con Onimusha ci troviamo davanti ad una serie di videogiochi che attingono pienamente dallo storico stile dei Resident Evil, rielaborandolo, però, attraverso una chiave stilistica ben differente. Il primo capitolo della saga, Onimusha: Warlords, venne sviluppato da Capcom nel 2001 su Playstation 2. Alla base del titolo c’è la storia feudale del Giappone, qui rielaborata attraverso alcuni elementi demoniaci e sovrannaturali (dunque vi è anche la possibilità di incontrare personaggi storici realmente esistiti). Strutturalmente parlando Onimusha fonde al suo interno eventi da picchiaduro in terza persona, enigmi, un sistema particolare di power up legato agli scontri coi nemici ed alcuni elementi da GDR.
3
Il primo Dino Crisis, quando Capcom ha tentato altre strade
Il primo Dino Crisis resta un tassello fondamentale per tutti gli appassionati del genere Survival Horror, uno di quei titoli di cui, volenti o nolenti, si è sentito parlare almeno una volta nella vita, anche per via del suo peso all’interno della storia dei videogiochi. La possibilità di un suo remake resta quindi sempre aperta nel cuore degli appassionati che ancora oggi lo giocano e rigiocano. Si tratta di un titolo sviluppato nel 1999 da Capcom, a cui lavorarono gli stessi ragazzi dietro a Resident Evil (tra cui Shinji Mikami, ad esempio). Le dinamiche di gameplay sono le stesse identiche del titolo suddetto, soltanto ambientate in un altro contesto narrativo. Qui la paura non si origina dagli zombie, bensì dalla presenza, su di un’isola, di alcuni famelici dinosauri. Sarà Regina, la protagonista, a doverli affrontare cercando anche di far chiarezza sui segreti che hanno condotto a tutto ciò.
4
Rival Schools, to not forget
Rival Schools è un videogioco picchiaduro 3D a scorrimento laterale, fu sviluppato da Capcom e inizialmente uscì soltanto per Arcade nel 1997, per poi avere una conversione su Playstation l’anno seguente. Si tratta di un titolo estremamente classico per il periodo d’uscita, quasi un affresco generazionale videoludico. Era comunque caratterizzato da alcuni elementi che lo distinguevano dagli altri prodotti presenti sul mercato, prima fra tutti la caratterizzazione estetica generale, il fatto che fosse coloratissimo e che rimandasse moltissimo al Giappone stesso. Si doveva giocare in team, con due personaggi, affrontando di volta in volta le squadre avversarie sia degli altri giocatori, sia nella storia principale.
5
Okami
Con Okami la situazione è ben differente. Il successo e l’apprezzamento che ha ottenuto dal pubblico lo hanno condotto verso una remaster datata 2017, anche se sarebbe interessante vedere la sua particolare originalità sfruttata per un nuovo capitolo, per qualcosa di nuovo, dunque, così da ampliare ulteriormente l’esperienza e l’impatto culturale fino ad ora riscontrato. La storia di Okami si sviluppa nei meandri di un mondo estremamente artistico nella sua dialettica, sviluppando un viaggio che fonde al suo interno elementi del Giappone medioevale, con spunti artistici estremamente importanti (come il pennello celestiale, attingendo dallo stile pittorico sumi-e e dal teatro Kabuki) e perfettamente amalgamati al mondo di gioco. Al centro di tutto, infatti, c’era la dea del sole shintoista Amaterasu, materializzatasi sul pianeta in questione sotto forma di lupo bianco, con lo scopo di salvarlo dall’oscurità.