Nella giornata di ieri IIDEA ha comunicato con entusiasmo, tramite un post sul proprio sito ufficiale, l’avvenuta pubblicazione del decreto attuativo relativo al “First Playable Fund” sulla Gazzetta Ufficiale. Il testo, inserito nello specifico lo scorso 8 febbraio, perfeziona l’impianto della misura già introdotta nel DL Rilancio di maggio 2020, confermando la dotazione iniziale di 4 milioni di euro per finanziare prototipi di videogiochi e sostenere la crescita dell’industria videoludica italiana. Dunque, grazie al First Playable Fund, tutte le startup che vogliono sviluppare un “modello” del proprio videogame potranno accedere ai fondi stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico.
L’Associazione è pronta ora a collaborare attivamente con il Ministero dello Sviluppo Economico per la definizione degli ultimi dettagli necessari a rendere pienamente operativo il First Playable Fund, con l’auspicio di registrare un accesso diffuso a questa misura da parte di molti sviluppatori italiani nell’arco dei prossimi mesi. Il fondo prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto, riconosciuti nella misura del 50% delle spese ammissibili, e per un importo compreso dai 10.000 euro e 200.000 euro per singolo prototipo. Tra le novità del decreto attuativo, la possibilità per ciascuna impresa di candidare due progetti distinti. Vi riportiamo di seguito le parole di Thalita Malagò, Direttore Generale di IIDEA:
Il decreto ha introdotto dei criteri valutativi che serviranno a garantire che i progetti presentati al MISE siano sostenibili e commercialmente validi. Tuttavia, l’approccio molto aperto del Ministero e l’impianto a sportello della misura ci fanno ritenere che il First Playable Fund possa esaurirsi piuttosto velocemente.
Vorremmo quindi rivolgere un appello, fin da ora, alla politica e, in particolare, a chi si occuperà dello Sviluppo Economico nei prossimi mesi. Chiediamo di poter pensare presto ad un rifinanziamento e potenziamento del First Playable Fund. Questo primo – importantissimo – passo, rischia infatti di esaurire molto velocemente la sua spinta propulsiva.
Il nostro modello deve essere la Germania e ciò che ha messo in campo negli ultimi due anni: partendo da uno strumento del tutto simile al nostro, i tedeschi hanno costruito una misura di sostegno in grado di finanziare ogni stadio di produzione, dal prototipo al prodotto finito, con un budget annuale di 50 milioni di euro per i prossimi cinque anni.