Interpoint – Anteprima, un horror che scopre i viaggi tra le dimensioni

Ecco la nostra anteprima di Interpoint, interessante titolo indie che unisce il genere puzzle con molteplici elementi horror.

Simone Schiavi
Di Simone Schiavi Impressioni Lettura da 7 minuti

Negli scorsi giorni abbiamo avuto occasione di mettere mano su Interpoint, un titolo indie puzzle che presenta molteplici elementi horror al suo interno. Sviluppato dal piccolo studio Three Dots, si tratta di una curiosa esperienza nella quale il giocatore ha occasione di viaggiare attraverso mondi paralleli con l’obiettivo di scoprire cosa si nasconda dentro i Delta Laboratories. Al momento, il gioco è in Early Access dall’aprile 2019 su Steam, tuttavia nell’ultimo anno e mezzo il team ha impiegato i suoi sforzi per rielaborare svariati elementi di Interpoint: per quanto il menu di gioco risulti a primo impatto grezzo, quello che si cela – anche in termini tecnici – dietro questo titolo ci ha letteralmente sorpresi, anche perché le nostre aspettative non puntavano troppo in alto. Ora come ora l’opera è composta da appena 3 capitoli, tuttavia in futuro l’avventura verrà ampliata ed aggiornata in tal senso.

Interpoint 1

I viaggi interdimensionali

L’avventura si caratterizza sin da subito per il suo incredibile scenario: veniamo infatti immediatamente catapultati in un futuro prossimo, per l’esattezza nel 2032. Ci troveremo in un’affascinante società scientifica denominata Delta Laboratories, che in particolar modo si occupa dello studio sulle dimensioni parallele, e vestiremo i panni di Harry German, apparentemente un semplice dipendente dell’azienda che nell’ultimo periodo ha impiegato le sue forze per l’ideazione di un progetto che avrebbe dovuto portare benefici a tutto il genere umano; tuttavia qualcosa è andato decisamente storto e ora l’uomo è bloccato lontano dalla sua casa. In primo luogo, veniamo accolti da uno scienziato chiamato Eugene, tuttavia non abbiamo modo di avere un contatto visivo con lui; siamo soli. Una parte interessante di Interpoint è senza alcun dubbio il tono comico che si contrappone ai momenti più inquietanti del gioco: come succede spesso in molte storie di questo tipo, infatti, ad un certo punto della trama l’umorismo cala drasticamente per lasciare spazio ad altre sensazioni comunemente appartenenti al genere horror. Quest’ultimo è un elemento che è stato ben curato e sicuramente ben pensato, nonostante il doppiaggio e l’interpretazione in generale non ci abbiano fatti impazzire.

La colonna portante del gioco sono sostanzialmente i viaggi dimensionali: sarà possibile attraversare altre dimensioni per trovare indizi e scoprire in che modo questi mondi siano collegati tra di loro. L’esplorazione non a caso non è affatto limitata. Non si tratta di girare tra molteplici stazioni scientifiche poco dettagliate e ciascuna uguale all’altra, al contrario insieme ad Harry avremo modo di scoprire varie location ben diversificate e ognuna interessante a modo suo, con un’attenzione al dettaglio e al design degna di nota. Per fare giusto un paio di esempi, durante l’avanzamento della trama si passa dall’attraversare un’oscura foresta a visitare i templi di alcune antiche civiltà.

Interpoint 2

Un enigma per volta

Per quanto riguarda invece il gameplay, ci sentiamo di dire che gran parte dell’attenzione in tal senso è stata dedicata alla meccanica della Photon Gun: si tratta sostanzialmente di un dispositivo in grado di assorbire vari tipi di energia dagli oggetti presenti nell’ambiente circostante, e lungo la trama risulta essenziale per risolvere i vari puzzle (ad esempio, la pistola in questione serve per sciogliere il vetro con le radiazioni, bloccare i nemici utilizzando il campo di forza, trovare passaggi segreti, e molti altri scopi). Oltre a ciò, è facile notare quanto il gioco e la difficoltà vadano evolvendosi progressivamente in modo molto rapido; durante i primi capitoli che abbiamo potuto provare abbiamo infatti riscontrato alcuni ostacoli che richiedevano una certa abilità, ma nonostante questo gli enigmi sono tutti molto divertenti e ben diversificati. Un altro dettaglio assai curioso è l’assenza quasi totale di un’interfaccia, il che rende l’intera esperienza assai più difficile, senza obiettivi o indicazioni su schermo di alcun tipo. Come se non bastasse, non esiste un vero e proprio tutorial e in vari nodi cardine della narrativa peccano in termini di spiegazioni date al giocatore: il risultato di tutto ciò è una poca intuitività che di conseguenza insinua varie complicanze all’utente di turno, specialmente per chi è nuovo nel genere.

Senza troppe pretese per quanto riguarda i requisiti minimi per poter giocare, Interpoint riesce comunque a garantire un comparto tecnico piacevole, con texture altrettanto curate e una gradevole effettistica. Una nota a favore ci sentiamo di dedicarla anche al comparto sonoro; caratterizzato da ottimi effetti audio e da una soundtrack particolarmente azzeccata. Nonostante questo, ci è dispiaciuto molto apprendere della mancanza dei sottotitoli in lingua italiana. Le uniche due lingue per le quali il gioco è localizzato sono infatti l’inglese ed il russo: ciò rende assai difficoltoso immergersi a pieno nel mood del gioco, in particolar modo se non si mastica al meglio almeno uno di questi due idiomi.

Interpoint 3

In conclusione, Interpoint ha un enorme potenziale – in particolar modo per quanto riguarda la trama – che tuttavia deve ancora essere sfruttato al meglio. Contando che il titolo in questione è ancora in accesso anticipato, ciò appare più che comprensibile, e i risultati ottenuti finora sono comunque soddisfacenti e interessanti per chiunque apprezzi i puzzle-game. Il miscuglio tra questo genere e quello horror è una scelta molto ricercata, che in questo caso viene accompagnata dalla peculiare meccanica dei viaggi dimensionali.

Condividi l'articolo
Un giovane sonaro che sa prendere seriamente solamente pochi giochi. Sin dai suoi primi anni di vita si è imbattuto all’interno del mondo videoludico, anche se la sua seconda passione sono le serie TV ed i supereroi Marvel. Quando non sa cosa fare si mette a smanettare sui computer, fallendo miseramente nella sua impresa.