Geralt di Rivia, in questo ultimo anno, ha fatto breccia nel cuore di numerosissimi videogiocatori: nonostante due ottimi prequel, passati purtroppo un poco in sordina, è con il terzo capitolo che CD Projekt ha fatto conoscere al mondo intero un personaggio, un modo, una saga che ha lasciato e lascerà per sempre un segno indelebile nel mondo videoludico. The Witcher 3: Wild Hunt ha vinto, secondo me meritatamente, il titolo di Game of the Year lo scorso anno, e la sua prima vera espansione, Hearts of Stone, si è rivelata assolutamente imperdibile per i fan dello Strigo. E’ uscito da poco l’ultimo DLC dedicato al titolo, il chiacchieratissimo Blood and Wine, che la software house polacca ha descritto come un gioco stand alone, vista la durata e la mole di contenuti. Noi lo abbiamo spulciato per voi in questi giorni, e adesso scopriremo insieme se CD Projekt diceva il vero.
Welcome to Touissant, the land of the blood and wine
La nuova avventura di Geralt, ovviamente parallela e quindi non influenzata dagli eventi di Wild Hunt e Hearts of Stone, si svolegerà a Touissant, regione inedita della mappa di The Witcher 3 disegnata esclusivamente per questa espansione. Le prime grandi differenze saltano subito all’occhio: la nuova regione è enorme (grande circa come la mappa delle Skellige), coloratissima e piena di cose da fare; impossibile non restare affascinati dall’atmosfera romantica che trasuda da ogni angolo di Touissant, dai vigneti alle colline in fiore, dai palazzi rinascimentali alle coloratissime balconate. La capitale, Beauclair, è paragonabile come impatto a Novigrad: la vastità, l’enorme numero di abitanti che vivono letteralmente di vita propria e, soprattutto, le numerosissime missioni secondarie disponibili lasceranno di stucco l’utente, al contrario di Hearts of Stone che, nonostante una main quest da brividi, offriva veramente poco in termini di incarichi extra. Da segnalare assolutamente l’introduzione, tramite una sapiente quest, di un nuovo sistema di mutageni per lo Strigo: tramite l’utilizzo di punti abilità, sarà possibile infatti sbloccare dodici differenti mutazioni, che aumenteranno finalmente la varietà di build che potremo creare per Geralt. Come se non bastasse CD Projekt ha pensato anche ai fan sfegatati del gwent (me compreso), il gioco di carte interno al titolo che, come profondità, potrebbe essere considerato come una gioco a parte: viene introdotto un nuovo deck di carte dedicato alle isole Skellige che, viste le sue carte alternative e con poteri unici, siamo certi che diventerà presto uno dei più utilizzati.
Il canovaccio principale di The Witcher 3: Blood and Wine è semplicemente sublime; vedremo Geralt impiegato più che mai come Witcher, poichè Touissant è sconvolta da una serie di omicidi piuttosto sinistri e macabri. Scopriremo presto che la belva non uccide per caso, bensì seguendo dei canoni ben precisi e coerenti; da qui entreranno poi in gioco frangenti che è persino superfluo descrivere, con personaggi epici, maledizioni, scontri mortali contro nemici incredibili e tanta, tanta sapienza nello studio polacco nello scrivere una storia credibile e indimenticabile. Come se non bastasse abbiamo indefinite missioni secondarie, tutte sapientemente scritte, oltre a un sistema per colorare le armature, a un vigneto chiamato Corvo Bianco che potremo restaurare e usare come base, nuove armi ed armature (tra cui spicca assolutamente il nuovo set da Witcher della Manticora) e nuovi contratti da poter affrontare.
C’è talmente carne al fuoco che, affrontando solo la main quest di Blood and Wine, difficilmente il contatore delle ore segnerà meno di 20; affrontando ed esplorando tutto il contenuto, invece, si può giocare tranquillamente fino a 50 ore, cifra assolutamente incredibile per un DLC. CD Projekt non mentiva affatto, quando affermava che la cura messa nei DLC di The Witcher 3 sarebbe stata pari se non superiore al titolo stesso: ci troviamo di fronte probabilmente al miglior DLC della storia, sia per il rapporto qualità prezzo (19,99 Euro per un contenuto del genere è uno schiaffo morale a gran parte dei titoli tripla A venduti a 70 Euro), sia per la cura con la quale questi ragazzi hanno creato nuovamente un mondo vivo, credibile e fantastico da scoprire, in questa che sarà l’ultima avventura di Geralt di Rivia. Si, avete capito bene, sarà l’ultima avventura dello Strigo, cosa che noi speriamo sia assolutamente falsa; ma quale modo migliore per salutare il nostro Witcher preferito? (scusa, Vesemir).