Il mondo dei giochi di ruolo sembra essere più in forma che mai viste le recenti pubblicazioni. Anche la community cresce ogni giorno e le occasioni per condividere ore di divertimento non mancano mai. In questo panorama rigoglioso una grande nota di merito va di certo alla scena italiana. Basta un rapido sguardo per vedere l’entusiasmo che si respira, dato sostenuto da numeri confortanti. Un titolo in particolare sta ottenendo un feedback decisamente positivo da parte dei ruolatori italiani. Parliamo di Not the End, gioco di ruolo ideato da Claudio Pustorino ed edito da Fumble GDR.
Menzione d’onore anche per Pietro Bastas che ha firmato le magnifiche illustrazioni presenti nel manuale. Dopo aver riscosso un notevole e rapido successo durante la campagna Kickstarter, questo progetto è stato nominato Gioco di ruolo dell’anno – 2020 durante la recente edizione del Lucca Changes. Un traguardo notevole, meritatissimo e dovuto. Not the End è un gioco capace di soddisfare diverse tipologie di giocatori grazie a un sistema originale, nonché in grado di regalare momenti altissimi, sia per il master che per i player.
Il GDR
Not the End è un gioco di ruolo che si discosta da quelli più classici, per diversi motivi. Prima di tutto per quanto riguarda il setting. Questo titolo non prevede un’ambientazione predefinita o dei confini entro i quali si svolge l’avventura. Il master e i player hanno la piena libertà di scegliere dove ambientare la storia che stanno vivendo, senza alcun limite geografico o temporale. Le vicende possono susseguirsi in un pianeta lontano e desolato, o magari in un’epoca remota popolata da esseri fantastici. L’avventura potrebbe persino arrivare a prendere vita nei corridoi di Hogwarts o nei mondi magici di Miyazaki. Originale o ripresa da qualche opera di fiction, qualunque tipo di ambientazione è ben accetta.
Altro elemento originale di Not the End è il sistema di gioco, denominato HexSys. Qui i dadi vengono sostituiti con dei token di due colorazioni differenti, necessari a stabilire i successi e i fallimenti delle prove. In base alle sue azioni e ai pericoli che dovrà affrontare, il giocatore estrarrà un determinato numero di token per vedere come procederà l’azione e le conseguenza che comporta. Viene facile immaginare come questa scelta crei dinamicità nella narrazione e nell’avventura, lasciando notevole spazio per la crescita del personaggio.
I pilastri di Not the End
Come si legge nelle prime pagine del manuale, questo gioco di ruolo si basa su tre pilastri che guidano la narrazione e la crescita dei personaggi. Not the End è strutturato su ben tre concetti chiave:
- Rischia per ciò che consideri importante. Gli eroi sono chiamati a vivere avventure pericolose durante le quali dovranno prendere decisioni di un certo peso narrativo. Il giocatore dovrà quindi spingersi sempre oltre e assumere così le responsabilità delle proprie azioni, abbracciando successi e fallimenti. Questi ultimi non sono da vedere in senso negativo perché danno volume al personaggio e alla sua crescita durante l’avventura. Il gioco incoraggia a rischiare in quanto si riuscirà meglio a esplorare i tratti del proprio eroe, arricchendo l’esperienza personale e collettiva.
- Lascia che la storia cambi il tuo eroe. I personaggi che popolano le storie di Not the End non sono semplici pedine nelle mani di un narratore onnisciente e sanguinario, come erroneamente si pensa per alcuni titoli. Gli eroi sono tridimensionali e ogni loro aspetto è fondamentale per dare spessore all’avventura, per questo motivo continuano a crescere. Le prove cruciali vengono scelte dal giocatore, che le affronterà consapevole di vivere un momento fondamentale dell’avventura. Queste portano al raggiungimento dell’obiettivo o alla resa di fronte al pericolo. Tutto è nelle mani del player.
- Vivi ogni fine come un nuovo inizio. La fine è un concetto molto importante in Not the End. Può riguardare il termine di un momento cruciale, di un rapporto, di un lungo cammino di redenzione. Proprio quando qualcosa sembra finire, l’eroe inizia un nuovo capitolo della propria vita. Questo permette di non fermarsi agli scontri terminati con un fallimento o a un ostacolo che sembra insormontabile. Sono occasioni che aiutano la narrazione portando il giocatore a inventare, “scrivere” un modo per rialzarsi e far evolvere il proprio personaggio. Si sa, molte volte sono proprio gli errori i grandi maestri. Lo stesso vale per Not the End.
Più di un semplice manuale
Il manuale di gioco di Not the End è un vero e proprio capolavoro. Il formato quadrato – per niente comune – racchiude 229 pagine di illustrazioni e regole, il tutto impaginato e curato con un design minimalistico e pulito. Tutto perfettamente in ordine, non una sbavatura o elementi ridondanti. La struttura è tripartita:
- Per prime, dedicate principalmente al giocatore, troviamo le regole di gioco. Oltre a quelle base sono state aggiunte altre più “avanzate” per coloro che hanno dimestichezza con le meccaniche e che intendono dare maggiore spessore all’avventura;
- La seconda parte è dedicata al master, con consigli per rendere la narrazione più avvincente, dare maggiore profondità alle imprese e condurre gli eroi verso momenti di grande divertimento;
- Nell’ultimo capitolo si parla dell’ambientazione. Gli autori hanno mostrano i passi per creare scenari nuovi, in linea con le necessità del party. Per una one-shot o per una campagna lunga, questa guida è approfondita e semplice, arricchita anche da esempi giocabili. Perché non entrare subito in un mondo fantasy popolato da possenti mecha?
Sembra riduttivo dirlo – o sottolinearlo – alla fine, ma è necessario: quello di Not the End non è un semplice manuale di gioco. Leggendolo si coglie la passione per le storie, per la narrazione di grandi avventure. Al centro ci sono i giocatori con la loro fantasia, che danno vita a mondi sconfinati e sempre più dettagliati. Vengono forniti tutti gli elementi necessari per giocare sessioni ricche di avvenimenti, dove lo spessore del singolo personaggio viene valorizzato; non solo dal punto di vista ruolistico, ma anche per quanto riguarda l’evoluzione della storia. Sembra di avere un perfetto manuale di storytelling, di sceneggiatura, più che un “semplice” regolamento.
L’introduzione del manifesto di Fumble GDR recita:
Non esistono giochi perfetti.
Se state cercando quel gioco che coprirà tutte le possibili ambientazioni e stili di giochi di tutti i vostri amici… Fatevene una ragione, non c’è un gioco del genere. Qualsiasi gioco, anche quelli più famosi e diffusi, non è in grado di fare tutto. Quelli che cercano di fare tutto finiscono in genere per essere o troppo complicati o troppo generici. I giochi che troverete cercano di raccontare qualcosa di specifico.
Not The End ha le carte in regola per coprire tutte le possibili ambientazioni e soddisfare quei giocatori che amano caratterizzare il proprio personaggio in ogni dettaglio. Siete pronti a rischiare tutto e lanciarvi all’avventura?