Con il debutto imminente delle console next-gen di Sony e Microsoft, uno degli argomenti più caldi tra i videogiocatori, la console war, torna a riaccendere la diatriba tra i fan delle varie aziende. Iniziata nei mesi scorsi per via del design delle varie periferiche, che hanno generato meme e prese in giro di ogni genere, lo scontro si appresta ora ad entrare nel vivo confrontando non solo le specifiche tecniche delle piattaforme, ma anche i giochi esclusivi disponibili al lancio e i servizi offerti dalle varie aziende. Ma nel 2020 ha ancora senso parlare di console war, se a maggior ragione le varie aziende negli anni hanno adottato idee di mercato ben definite e completamente differenti le une dalle altre? Le strategie adottate dai tre colossi del settore videoludico, coloro che producono l’hardware su cui giocare (se escludiamo il mondo PC), non solo non entrano in conflitto, ma riescono addirittura a coesistere liberamente tra di loro.
Nonostante molti giocatori abbiano abbassato l’ascia di guerra già da diversi anni, una piccola parte di utenza non è dello stesso avviso, dunque è bene approfondire quali siano le strategie adottate da Nintendo, Microsoft e Sony, in modo da evitare inutili console war, che a parte qualche meme o presa in giro davvero divertente, non portano assolutamente nulla all’utenza finale.
PlayStation 5 e il potere delle esclusive
Sembrerebbe che la filosofia di Sony, con l’imminente debutto della nuova generazione videoludica non sia affatto cambiata, andando piuttosto a evolversi ad uno step successivo. L’obiettivo del colosso giapponese è quello non solo di fornire un’esperienza ricca d’esclusive, con già al lancio titoli del calibro di Marvel’s Spider-Man: Miles Morales, Demon’s Souls Remake e un 2021 a dir poco sorprendente (segnato dall’uscita di Ratchet e Clank: Rift Apart, Gran Turismo 7, Horizon II Forbidden West e God of War “Ragnarok”), ma sembrerebbe voler mettere i giocatori ulteriormente al centro della scena, con un hardware che promette di amplificare notevolmente l’immersività dell’esperienza di gioco, grazie al feedback aptico e ai grilletti adattivi del nuovo DualSense e al Tempest 3D Audio della console.
Tale cambio di strategia si evince già dalla confezione di vendita di PlayStation 5 e PlayStation 5 Digital Edition, che a differenza della precedente generazione non presenta più alcune delle principali esclusive dell’azienda, ma stavolta mette unicamente in bella mostra le specifiche tecniche e le feature della nuova periferica; quasi a voler ribadire che sarà PS5 la vera protagonista della prossima next-gen. Sony ha ormai il dominio del mercato delle console fisse da casa e una fidelizzazione estrema della propria fanbase, visto anche l’enorme successo di PlayStation 4, ma lato servizi online l’azienda giapponese ha ancora molto da imparare dalla casa di Redmond. PS Now non ha del tutto convinto gli utenti, ma le carte in tavola potrebbero leggermente cambiare con l’avvento del nuovissimo PlayStation Plus Collection. Il “pacchetto di benvenuto” per gli abbonati al servizio su PlayStation 5 non è assolutamente paragonabile all’Xbox Game Pass di Microsoft, visto che non includerà le esclusive Sony al day one e il catalogo disponibile difficilmente verrà ampliato in futuro, ma offre comunque la possibilità ai giocatori di avere accesso a una selezione di giochi PS4 di tutto rispetto, come: The Last of Us Remastered, Uncharted 4: Fine di un Ladro, Bloodborne, God of War e Days Gone.
Xbox Series X/S, Xbox Game Pass e Project xCloud
D’altro canto la strategia di Microsoft è stata chiara in quest’ultimi anni, creare continuità all’interno del proprio ecosistema, arricchendolo con servizi digitali del calibro di Xbox Game Pass e Project xCloud e puntando tutto sulla potenza bruta delle console. Come abbiamo potuto notare nella scorsa generazione, l’obiettivo della casa di Redmond non è mai stato quello di tenere testa a Sony e Nintendo lato esclusive, anche se i piani del colosso statunitense potrebbero cambiare prossimamente con la recente acquisizione di Bethesda, quanto piuttosto di mettere i propri fan al centro di un’esperienza unica, il più variegata e accessibile possibile.
Xbox Game Pass e Project xCloud permettono ai videogiocatori di accedere ad un vastissimo catalogo di giochi, accessibili da qualsiasi piattaforma. A Microsoft non interessa vincere la console war, vendendo più Xbox Series X/S rispetto la console next-gen targata Sony, ma che tutti i giocatori abbiano accesso ai loro servizi, che voi ne usufruiate da console, PC o smartphone (Android). Inoltre, la casa di Redmond e Phil Spencer intendono rafforzare la propria presenza nel settore del cloud gaming estendendo i servizi non solo sui dispositivi iOS, ma anche sulle TV delle nostre case, grazie al semplice utilizzo di chiavette streaming, in perfetto stile Google Chromecast o la Fire TV Stick di Amazon. Una strategia alquanto rischiosa, ma se ben congegnata potrebbe portare il colosso statunitense a generare introiti abbastanza imponenti, così da poter supportare maggiormente l’acquisto di nuovi studi e lo sviluppo di titoli first party, il tutto al fine ultimo di tenere testa in un campo dove Sony “vince” facile da anni.
Switch e la formula vincente della portabilità
Dulcis in fundo troviamo la casa di Kyoto, che con Nintendo Switch e Switch Lite sembra aver trovato la quadratura perfetta del proprio ecosistema. Da sempre l’azienda oltre a realizzare periferiche puramente da salotto, ha prodotto dispositivi portatili di grandissimo successo, dal GameBoy fino ad arrivare al Nintendo DS. Il debutto nel 2017 della prima console ibrida ha letteralmente rivoluzionato il settore videoludico, permettendo al colosso giapponese non solo di competere per certi aspetti con Sony e Microsoft, ma anche di ritagliarsi una fetta importante di mercato totalmente nuova. Inoltre, con Nintendo Switch l’azienda sembrerebbe aver imparato dai propri errori (ci riferiamo alla sfortunata Wii U), puntando non solo su titoli esclusivi di altissimo livello, che hanno riscosso un notevole apprezzamento da parte della critica e del pubblico, ma anche ad un supporto dei giochi third party davvero incoraggiante. La decisione finale spetta solo all’utente, prediligere la resa grafica (dunque optando per console sulla carta più potenti, come quelle di Sony e Microsoft), o godere della possibilità di essere libero di giocare ovunque si voglia?! Lato servizi online la casa di Kyoto offre un’opzione completamente diversa dagli abbonamenti offerti sa Sony e Microsoft, puntando tutto sulla nostalgia dei videogiocatori più navigati o la curiosità dei neofiti. Nintendo Switch Online è pensato non solo per coloro che vogliono godere del multiplayer online, ma anche per chi vuole accedere ad una libreria in continua espansione di titoli classici per NES e Super NES.
Ogni piattaforma porta con sé vantaggi unici e una strategia ormai ben consolidata da tempo, che non solo non va a intaccare il lavoro svolto dalle altre aziende, ma che addirittura permette a quest’ultime di integrarsi tra loro. Un’ulteriore conferma di quanto detto arriva sia da Shuei Yoshida (presidente di Sony Interactive Entertainment), che si è congratulato con la casa di Redmond e Nintendo per il lancio rispettivamente di Xbox Series X/S e del Nintendo Game & Watch: Super Mario Bros., ma anche da Microsoft stessa, che ha celebrato il lancio di PlayStation 5 con un post sul proprio account Twitter. Dunque la domanda sorge spontanea, ha davvero senso difendere a spada tratta Xbox, PlayStation o Nintendo, e discutere di quale sia l’ecosistema migliore? A maggior ragione se negli ultimi anni i colossi del settore videoludico hanno “aperto” i propri orizzonti non solo al cross-play, ma anche al debutto delle rispettive esclusive sulle periferiche delle acerrime rivali, vedi il recente rilascio di Horizon Zero Dawn e Death Stranding su PC o di Cuphead su Nintendo Switch e PlayStation 4? La decisione è, e sarà sempre puramente soggettiva, non esistono né vincitori né vinti. La scelta dei giocatori ricadrà esclusivamente sulla console (azienda) che riuscirà a soddisfare la maggior parte delle proprie esigenze, che si tratti di titoli esclusivi o di servizi offerti.