Hello Games è uno studio conosciuto sopratutto per la controversa e amata opera chiamata No Man’s Sky ma, oltre ad aggiornare quel prodotto, ha rilasciato ulteriori titoli al grande pubblico come il recente The Last Campfire. In occasione del lancio di quest’ultimo su PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One, PC e Apple Arcade, i nostri colleghi di Polygon hanno deciso d’intervistare Sean Murray, ovvero il fondatore di questo team di sviluppo. Durante l’intervista, lo sviluppatore ha parlato di come vorrebbe realizzare nuovi progetti non sequenziali, incluso uno che definisce enorme e ambizioso come No Man’s Sky.
Murray ha quindi continuato a parlare, svelando che attualmente il team è composto in totale da 26 persone. Più precisamente, tre di queste ventisei si sono occupate proprio di The Last Campfire, altre stanno realizzando gli aggiornamenti per No Man’s Sky e i restanti di occupano proprio del misterioso enorme progetto di Hello Games. Attualmente non ha voluto condividere ulteriori dettagli sull’ultimo progetto citato, ma ha rassicurato che hanno imparato dal disastroso lancio di No Man’s Sky.
Sinceramente, non saprei dire se le scelte che abbiamo fatto con No Man’s Sky sia stata quella giusta. Nel caso si riesca a dare un incredibile impatto mediatico al tuo gioco, di conseguenza si trova un’enorme quantità di aspettative per esso. […] É molto difficile scegliere se lanciare in sordina un prodotto, come abbiamo fatto con The Last Campfire, oppure sponsorizzarlo a una vasta quantità di persone. In entrambe le scelte esistano lati positivi e negativi, ma credo che comunque della metà di quello che abbiamo fatto, con No Man’s Sky, non ne avevamo bisogno e avremmo comunque avuto un certo successo anche senza. Questa è la mia opinione personale.
Hello Games è sicuramente uno studio che, sin dalla sua fondazione avvenuta nel 2008, ha saputo dimostrare grande coraggio e impegno in un’industria difficile come quella videoludica. Nell’attesa di scoprire i prossimi progetti creativi di Hello Games, vi ricordiamo la nostra recensione di No Man’s Sky pubblicata nel 2018.