Non è la prima volta che un videogioco, o un’opera simile, riesce ad originare una reazione forte da parte del pubblico, portando a discussioni che travalicano il settore stesso. Il saper comunicare qualcosa, lo scrivere una storia che attinge direttamente dalla realtà implica, ovviamente, il comunicare qualcosa, il parlare direttamente ad un pubblico che magari conosce per filo e per segno l’argomento trattato, e tutte le dinamiche sociali ad esso legato. Poi subentra il web, subentra l’attitudine, tutta contemporanea, del “dire ciò che si pensa” senza alcun filtro, senza alcuna esitazione, tutelati o appoggiati da questo velo invisibile ma spesso che ricopre tutti noi. L’uscita del trailer di Gamer Girl ha innescato un qualcosa che si riallaccia perfettamente a quanto scritto fino ad ora. La sua pubblicazione, il 17 luglio, ha significato non soltanto la messa in luce di un lavoro, ma anche l’inizio di un’infinita sequela di polemiche che hanno scavalcato i limiti della trasposizione, approdando in un contesto che forse, oggigiorno, non dovrebbe neanche essere più trattato.
Cos’è Gamer Girl?
Con Gamer Girl ci troviamo davanti a un titolo in FMV (Full Motion Video), nel quale, almeno in base a quanto rivelato fino ad ora, il giocatore dovrà scontrarsi e districarsi fra una pluralità di scelte testuali che andranno ad influire sulla storia stessa, e su tutto quello che accadrà a schermo. Il tutto ruota attorno a una ragazza (interpretata dall’attrice Alexandra Burton) che lavora su una piattaforma di streaming, sia attraverso i videogiochi, sia mostrandosi al di fuori del contesto, o almeno così parrebbe. Il compito primario del giocatore/trice è quello di fare da moderatore/trice, quindi di gestirle la chat, tamponando tutti quei “contenuti” e commenti tossici che potrebbero collimare con lei, nel corso delle varie trasmissioni. Però le possibilità d’interazione non parrebbero limitarsi a questo, perché il trailer ci mostra, anche con caratteri chiari, che il ruolo da modder verrà presto superato, fino a divenire una presenza fissa nella vita della ragazza, uscendo quindi fuori dal contesto “internet”.
In base a quanto rivelato da Wales Interactive, gli sviluppatori di Gamer Girl, gli intenti principali del titolo sono quelli di sensibilizzare nei confronti delle problematiche che il web contribuisce ad innescare, mettendo in luce tutte quelle dinamiche che sensibilmente potrebbero colpire la vita di queste persone, generando pressioni psicologiche anche forti. Si parla quindi di stalking e molestie, due argomenti senza dubbio estremamente delicati da affrontare, soprattutto quando si parla del web e di tutte quelle persone che non danno il giusto peso a quello che scrivono. E’ proprio la fragilità delle tematiche centrali a colpire in pieno, anche perché costruire un qualcosa che le affronta in questo modo, attraverso un’interazione del genere, potrebbe senza dubbio innescare una pluralità di sviluppi non troppo positivi, parlando d’interazione e di accoglienza generali. Così è stato.
La polemica dal trailer
La pubblicazione del primo trailer di Gamer Girl, infatti, ha generato tutta una serie di polemiche, anche pesanti, nei confronti del titolo, dell’argomento trattato, delle metodologie rappresentative, delle scelte narrative che parrebbero disegnare la produzione. Moltissime persone hanno espresso il proprio dissenso sul web, su Twitter soprattutto, ma anche su Reddit. Una delle critiche più feroci e maggiormente condivise riguarda il modo in cui, parrebbe, abbiano rappresentato la protagonista, il modo in cui viene mostrata questa streamer, a detta di molti “stereotipata”. Il gioco contribuirebbe, dunque, ad alimentare tutta una serie di luoghi comuni che si cerca di combattere all’interno dello stesso web, giorno per giorno, ispirando un’immagine differente dalla realtà e semplificando tutte quelle sfide quotidiane che l’anonimato alimenta.
'the threat she faces by an anonymous predator who hides in her chat'
Yes, so basically every girl streamers worst nightmare given life in the form of a video game. pic.twitter.com/xfGHZjusrG
— djarii 🇵🇸 (@djarii) July 17, 2020
If you support the Gamer Girl game, you are turning a blind eye to actual female streamers experiencing actual harassment from actual people.
THIS IS NOT A GAME, THESE ARE OUR LIVES AND REAL EXPERIENCES. https://t.co/Xhlm5CR30q
— 🦄 D-Money 💖 (@whatmelodywrote) July 17, 2020
Un’altra critica fortemente condivisa è stata quella nei confronti del ruolo che il giocatore/trice andrà ad interpretare all’interno dell’opera. Il fatto che non ci si limiti semplicemente a moderare le faccende online, ma che, almeno così sembra, si travalichi il contesto mod per diventare qualcuno sul quale la protagonista stessa si “appoggia” per tutte le questioni personali, donerebbe troppo potere, conducendo ad una vera e propria gestione, dal loro punto di vista, anacronistica ed anti-contemporanea. (“Questa fantasia che il cavaliere bianco salva la bella ragazza dal suo fidanzato violento è PERICOLOSA”). In molti hanno tra l’altro criticato anche il nome scelto per il titolo, definito “dispregiativo”.
Haven't women in this industry been abused enough without having a game glorifying this reality to be born?
— djarii 🇵🇸 (@djarii) July 17, 2020
L’utenza parla, certamente, partendo da esperienze personali, anche se non sono tardati nomi importanti, come quello di Sweet Anita, streamer con la sindrome di Tourette la quale ha vissuto un pesante episodio di stalking. Il fatto che si tratti di un gioco che si basa sullo scegliere gli sviluppi della vita di qualcuno, mentre questa sta vivendo un momento estremamente negativo ha curiosamente acceso gli animi di tutti, portando a queste critiche feroci, precedenti all’uscita stessa del titolo. Ovviamente non è la prima volta che un videogioco si pone in questo modo, costruendo un’azione intorno a un personaggio, attraverso un’interazione che dona pieni poteri a chi sta giocando. Questa volta, però, complici le tematiche trattate, la reazione è stata fulminea, portando ad alcune reazioni interessanti all’interno del mercato stesso.
Fin dai suoi primissimi passi, internet ha generato una pluralità di riflessioni, sopratutto nei confronti di tutti coloro che lavorano con la “comunicazione”. I sociologi di tutto il mondo hanno cominciato a ragionare sulle possibilità che l’umanità avrebbe potuto sviluppare, costruendo, magari, il cosiddetto “villaggio globale”, una sorta di “luogo” al quale tutti avrebbero potuto accedere, che avrebbe cancellato qualsivoglia tipo di disuguaglianza, di razzismo, di limite territoriale e culturale, un villaggio al quale tutti avrebbero potuto tranquillamente accedere e nel quale avrebbero potuto esprimersi senza alcun limite geopolitico. Così non è stato. Internet non ha fatto altro che alimentare ed incrementare tutte le differenze che ci caratterizzano dal punto di vista culturale. Gli utenti continuano a trascinarsi dietro i dettagli della loro vita ed anzi, in determinati frangenti, sul web, si sentono liberi di esprimersi molto di più rispetto al mondo reale. Questo, invece di condurre all’idilliaca visione precedente, non ha fatto altro che incrementare la disuguaglianza generale e tutto un insieme di atteggiamenti tossici e deleteri, ora celati dietro all’anonimato. Sono proprio questi, oggigiorno, a spaventare, alimentando un tipo di rabbia che continua a scontrarsi con il buio culturale che parrebbe circondarci. Siamo nel 2020 e ancora parliamo di queste cose. Siamo nel 2020 e la sessualizzazione, nonché il rispetto del prossimo, sono ancora argomenti che generano ignoranza. Prima di salutarvi, vi ricordiamo che Gamer Girl uscirà a settembre su PS4, Xbox One, PC e Nintendo Switch.