“This is Madness”. Il titolo che ci propongono Harvester Games e Screen 7 è Downfall, remake dell’omonimo titolo uscito nel 2009. Il gioco è stato ideato e creato anche in questo caso da Rem Michalski, creatore inoltre di The Cat Lady (ci teniamo a dire che i titoli sono strettamente collegati, e consigliamo di giocarli in ordine di uscita). L’avventura in questione riprende di pari passo la trama del titolo originario, ma con tutti i comparti rinnovati e con l’inserimento del doppiaggio in aggiunta ai dialoghi scritti. Fuori c’è la tempesta? meglio rintanarsi nel Quiet Heaven Hotel…
My name is Joe, Joe Davis
Durante un prologo molto breve, che potremo decidere se giocare oppure no, faremo la conoscenza del personaggio che guideremo durante il titolo: Joe Davis. In questo viene raccontato il modo in cui incontrerà la prima volta la sua futura moglie Ivy, e di come… non facciamo spoiler. Dopo di questo inizierà il gioco vero e proprio, dove la coppia in crisi (durante una “fuga” dalla vita di tutti i giorni) è costretta a ripararsi dalla tempesta e a passare la notte in un hotel, chiamato “Qiuet Heaven”. Ci accorgeremo subito che qualcosa non va, o meglio, se ne accorgerà Ivy, mentre per Joe sarà solo questione di tempo. Procedere più in là con la trama sarebbe un vero peccato e uno spoiler continuo, dunque vi diciamo solo che il soggiorno non sarà dei più piacevoli. Vi avvertiamo in partenza, non è un’avventura come le altre, e Joe non è un personaggio clichè… a buon intenditor poche parole.
“Devil Came Through Here”
Partiamo dal presupposto che Downfall, non è un gioco in cui la chiave di volta sta nella difficoltà di esso: gli enigmi che ci troveremo davanti non saranno mai impossibili, e a volte le azioni da fare saranno tremendamente semplici da intuire o addirittura obbligate. Stiamo parlando dunque di un misto tra un’avventura grafica ed un puzzle game molto semplice, dove però a regnare sovrana è senza dubbio la trama del titolo. Il tema toccato potrebbe decisamente “disturbare” molti giocatori, dato che non è dei più leggeri. Preparatevi a scenari molto inquietanti e ad animazioni (curate dall’italo-tedesco-svizzero Stefano Collavini) decisamente “gore”. Specialmente nelle prime fasi di gioco, un pò per la mole di informazioni che verrete a scoprire in poco tempo, un pò per il repentino cambio di scenari e la modifica di essi, sarà veramente difficile riuscire a capirci qualcosa. Le uniche costanti saranno l’inquietudine, la paura, e il dubbio.
I comandi in Downfall saranno chiari e semplici, calcolando anche che essendo un gioco con scenari a scorrimento in 2D non richiede meccaniche estremamente complicate. Le uniche parti a risultare un pò ferraginose sono quelle legate al “guardare da vicino” alcuni oggetti con cui interagire, e al conseguente allontanamento da esso. Gli unici tasti di cui avrete bisogno saranno le frecce direzionali ed il tasto invio, niente mouse, e niente di più.
La longevità stimata per un giocatore medio in una singola run (ricordandone anche la semplicità dei puzzle) è circa tra le 5 e le 6 ore. Siamo sicuri in ogni caso, che essendo un gioco che richiede pochi sforzi sarà impossibile resistere alla tentazione di ricominciarlo e di guardare tutti i finali possibili sfruttando anche la funzione di salvataggio rapido disponibile. I finali disponibili saranno tre, che si dividono in:
– A: “On The Run” (normal ending)
– B: “The Impossible” (good ending)
– C: “Downfall” (bad ending)
Q.H. Noir
Come vi abbiamo accennato, e come vi abbiamo mostrato con alcune immagini, il titolo ha uno stile e delle ambientazioni decisamente noir. Lo stile ed il disegno richiamano in modo assolutamente voluto la malinconia e la solitudine, ma allo stesso tempo quell’alone di terrore che fa da contorno ad una trama decisamente non per bambini. La scelta più peculiare sta nell’uso di colori: a parte alcune eccezioni, tutte le ambientazioni e i personaggi che incontreremo saranno in bianco e nero… e rosso. La cosa che fa riflettere (qualcuno ha detto specchio? vedrete…) è che i colori sono solo lì dove servono, come ad rimarcare l’importanza del sangue. Il colpo di grazia in genialità è dato dal continuo cambio di location, e dalla modifica ed evoluzione di esse.
A differenza del suo predecessore, in questo Downfall i personaggi sono stati doppiati, oltre ad avere le classiche linee di testo colorate. Il doppiaggio è assolutamente di livello, e la caratterizzazione stessa della voce dei personaggi (come ad esempio l’accento tedesco del Dottor Z) riesce a colmare il vuoto che il semplice testo non poteva offrire. Eccellenti gli effetti sonori, gli effetti di sottofondo, e soprattutto i silenzi. Ciliegina sulla torta una colonna sonora brillante, con entrate ed uscite perfette e ponderate, che riescono a creare in molti casi un passaggio quasi impercettibile dall’angoscia all’adrenalina. La scelta migliore è stato l’inserimento di tracce rock nei momenti che potremmo definire in termine narrativo da “spannung” (da un termine tedesco, che sta per “tensione”).
Tutti questi fattori sono stati scelti e mixati con cura, a mio avviso molta di più di quanta ne viene utilizzata per alcuni titoli con un budget molto più elevato. Artisticamente parlando ci troviamo di fronte ad uno tra i migliori titoli indie in assoluto del genere avventura grafica.