Finalmente ci siamo, la coltre di fumo dietro ad Assassin’s Creed Valhalla si sta finalmente diradando, facendo già discutere tutta la fan base. Infatti, tra giocatori che si aspettavano un ritorno alle origini e altri che volevano una rivoluzione netta, Ubisoft ha risposto con la continuità, proponendo un prodotto che seppur rivisitato non si discosta molto da Origins e Odyssey. Questo perché il nuovo Game Director Ashraf Ismail, ovvero l’uomo dietro al vero cambio di rotta di AC, si ritiene molto soddisfatto dal lavoro svolto dal team. Indubbiamente gli ultimi capitoli della saga sono diventati più grandi e complessi da gestire, e nonostante le difficoltà è innegabile che dopo anni di episodi abbastanza piatti finalmente la serie abbia subito una scossa significativa. In Assassin’s Creed Valhalla si è cercato di ingrandire e migliorare quando già fatto in Odissey, che di conseguenza era l’evoluzione naturale di Origins. Al netto delle critiche e dei pensieri discordanti che ha fatto nascere il leak pubblicato nei giorni scorsi (che tra le tante cose assicuriamo che fosse una build molto vecchia), noi crediamo fortemente che la nuova esperienza di Ubisoft, al momento della sua uscita, farà ricredere anche gli utenti più scettici. L’opera arriverà a cavallo tra questa generazione di console e la prossima, proprio come successo con Black Flag, e già pregustiamo il gioco nella sua forma “definitiva” quando sarà disponibile su PlayStation 5 e Xbox Series X. Tuttavia per ora meglio non allontanarci troppo dal presente, concentrandoci su l’attuale materiale a disposizione.
Dove ci porterà l’Animus
In Assassin’s Creed Valhalla i giocatori verranno catapultati nei panni di Eivor, di cui si potrà scegliere il sesso, un Re che sta partendo con il suo popolo dalla Norvegia fino alla scoperta di nuove terre in cerca di cibo e salvezza. Il suo lungo viaggio lo porterà ad arrivare in Inghilterra, una nazione che però non ha intenzione di negoziare con gli invasori. Essendo il personaggio principale a capo di un regno, questo gioco fonderà le sue radici non solo sulle guerre per il potere, ma su scelte morali verso diversi popoli e interessanti intrighi politici. Ogni scelta che si dovrà prendere, ovviamente, sarà funzionale allo scopo di salvare la gente del protagonista, che si dovrà confrontare con un regno già rodato e fatto di tante culture spesso in contrasto con loro.
Questa ondata vichinga non farà altro che destabilizzare ulteriormente il precario equilibrio presente in Inghilterra, dando vita a una vera e propria guerra per il territorio. La carne al fuoco è davvero tanta, per questo il titolo si preannuncia essere l’opera più ambiziosa dello studio, almeno sotto il livello della scrittura e della cura dei personaggi. Il lavoro più complesso da svolgere da parte del team è, sicuramente, quello di unire gli elementi ludici proposti nel gioco a fatti e avvenimenti davvero accaduti.
Tuttavia per quanto concerne la trama principale le informazioni in nostro possesso finiscono qui, non sappiamo cosa avverrà dopo il primo sbarco in Inghilterra, né quali personaggi storici ci affiancheranno – sia nel bene che nel male. La certezza è che la già citata scelta del sesso non influirà sulla trama, lasciando dunque all’utente la libertà di esprimersi come meglio crede. Inoltre, se nel passato userete Eivor, nel presente continuerete la storia di Layla Hassan.
Cosa sappiamo sul mondo di gioco
Sappiamo che la struttura principale dell’opera è fortemente legata ai due capitoli precedenti, dunque anche per quanto concerne l’organizzazione delle quest il modus operandi è rimasto pressoché invariato. Alcuni segmenti di missioni sembrano essere ancora orientati su fasi platform dove, per esempio, basterà spostare delle casse per trovare una porta nascosta. Ci saranno trame e sotto trame, misteri da risolvere, segreti da svelare e basi da conquistare. A questo vengono di aiuto anche i dialoghi a scelta multipla, che vi permetteranno di plasmare la vostra storia e il vostro destino. L’ambizione di Ubisoft è palpabile, lo studio in tal senso vuole dare ai fan un prodotto in grado di affermarsi tra i migliori capitoli della serie. Da diverse dichiarazioni, inoltre, abbiamo scoperto che la multiculturalità ha permesso alla software house di creare ambienti ben caratterizzati e per certi versi unici all’interno del mondo stesso, proponendo una certa diversificazione delle varie zone a seconda della popolazione.
Ovviamente ci sarà un collegamento importante con le varie religioni, cosa che ha permesso al team anche di approfondire miti e divinità. Non sappiamo nulla di questa “funzione”, visto soprattutto che non ci sono state dichiarazioni più precise, ma gli sviluppatori hanno dato una forte componente di personalizzazione anche in questo senso. In un regno così d’ampio respiro come l’open world imbastito dal team, gli spostamenti saranno fondamentali. Se da un lato sulla terra ferma grazie al sempre fedele cavallo troverete punti d’interesse o eventi casuali, anche in nave avrete il vostro bel da fare, accompagnati in entrambi casi da scorci e panorami mozzafiato.
I nuovi assedi
Questa meccanica era già stata testata in Odissey, ma l’abbiamo vista in una forma totalmente diversa in giochi come L’Ombra della Guerra. Di base si tratta di un vero e proprio assedio, dove il giocatore dovrà conquistare la roccaforte o l’accampamento nemico. Ovviamente ci saranno degli step da eseguire, si parte dall’arrivo in nave fino al vero e proprio scontro fuori e dentro le mura. La battaglia campale abbastanza limitata vista in Odissey dunque è stata migliorata, incrementata e, soprattutto, in grado di dare un profondo cambio di ritmo all’esperienza. Nell’avventura di Alexios, infatti, questi segmenti dopo diverse ore cominciavano ad essere ridondanti, senza riuscire a proporre qualcosa di diverso e allontanando l’interesse del giocatore nei confronti di questa feature. Al netto di una messa in pratica poco convincete però, l’idea di base funzionava e aveva delle potenzialità, e finalmente in Assassin’s Creed Valhalla ne raccoglieremo i frutti.
Gli assedi vichinghi sono stati riprodotti in maniera molto fedele dal team, in più alcune fasi dell’assedio faranno scattare anche dei minigiochi inseriti in modo molto coerente: per buttare giù un portone in legno di un insediamento i vichinghi useranno l’ariete, se vorrete interagire o meno con esso la scelta dipenderà da voi, ma se deciderete di farlo farete partire una sequenza in cui vi sarà richiesta di prendere la rincorsa e di gettarvi con violenza contro le porte per aprirle. Per quanto basilare, questo piccolo esempio vi aiuta a capire la cura dello studio verso questo aspetto della produzione.
Gameplay e sviluppo
Il sistema di combattimento di Assassin’s Creed Valhalla migliora ma non si discosta da quanto visto in Origins e Odissey, limando il tutto per renderlo ben più fluido e dinamico. Ci sarà il lock sul bersaglio, le abilità, parata, schivata e naturalmente gli attacchi classici, tutto molto mutevole anche in base all’equipaggiamento scelto. I vichinghi davano molto peso anche al combattimento corpo a corpo, per questo lo studio ha approfondito tale aspetto inserendo la possibilità di placcare in corsa i nemici e tanto altro. Immaginatevi una messa in scena degli scontri ben più cruenta di quella vista in Odissey – vista anche la brutalità delle popolazioni norrene non ci saremmo aspettati altro da Ubisoft.
Come potrete immaginare, sui campi di battaglia scorreranno fiumi e fiumi di sangue, curarsi sarà essenziale e si potrà fare utilizzando bacche o alimenti facilmente reperibili durante l’esplorazione, un po’ come funzionava la sacca medica di Aloy in Horizon: Zero Dawn. Non esiste ovviamente AC senza la fase stealth e, sebbene ancora non brilli di luce propria, il team ha dimostrato di saperci fare. Al posto dell’aquila, Eivor avrà un corvo, da cui potrete osservare l’area interessata dall’alto, marchiare i bersagli e preparare un piano d’azione ben organizzato. Tuttavia togliamo subito l’elefante dalla stanza, il ritorno della lama celata è qualcosa che ha scaldato il cuore dei fan. Questa, ovviamente, garantirà un’uccisione bonus, ma dovrete anche essere abili nell’ottenerla: quando dovrete svolgere un’uccisione furtiva, dovrete essere rapidi a premere il tasto al momento giusto. In caso di successo complimenti, in caso di fallimento invece toglierete solo una parte di vita al nemico e dovrete iniziare il combattimento. Il compromesso usato dal team ci sembra la strada giusta, perché rende finalmente coerente la gestione degli punti ferita con la componente dell’uccisione istantanea.
Come in tutti i giochi di ruolo che si rispettino, anche il nuovo protagonista avrà un sistema di livellamento e di sviluppo ma totalmente rivisitato. Dimenticate quindi il classico livello, ora la forza di Eivor si misura in potere. Non temete però, i punti esperienza ci saranno sempre, ma solo per ottenere punti abilità da spendere nello skill tree. Questo si differenzierà in tre diversi rami ma che saranno comunque collegati tra loro: il Corvo sarà la furtività, il Lupo la forza e, infine, l’Orso per la resistenza. Ogni volta che completerete una soglia dell’esperienza otterrete un punto da spendere come meglio credere nella tabella delle skill. Quest’ultime su schermo sono rappresentate da veri e propri nodi, ognuno collegato e che alla lunga possono sbloccare branche più ampie e ricche. Questa totale libertà consentirà al giocatore di plasmare il gameplay a seconda della sue qualità, preferenze ed esigenze, tutto per rendere l’esperienza finale più personale possibile per ogni giocatore.
Ovviamente si è data molta più cura anche all’equipaggiamento, ma in Valhalla questo è stato gestito in modo leggermente diverso ma altrettanto efficace. Anche in questo caso dimenticatevi la gran mole di equipaggiamenti disponibili, tutto è stato ridotto per consentire all’utente di giocare con continuità, senza dover per forza cambiare un pezzo di armatura ad ogni nemico ucciso. Questo garantisce però delle armature più uniche e soprattutto da sviluppare, dato che ogni pezzo dell’attrezzatura di Eivor può essere migliorato facendolo salire di livello tramite materiali che si otterranno nel mondo di gioco.
In conclusione possiamo dire che Assassin’s Creed Valhalla è l’evoluzione naturale della serie, portando delle migliorie inedite anche per quanto concerne questo nuovo corso della saga. Le nostre prime impressioni sul titolo sono più che positive, ma per essere confermate dovremo aspettare naturalmente la fase di recensione. Il titolo cerca di prendere quanto di buono fatto dai suoi due predecessori, innalzando l’asticella dell’ambizione di tutto lo studio. Se questo AC sarà ricordato come il più ambizioso della saga questo lo saprà dire solo il tempo, ma per adesso rimare sicuramente uno dei titoli più attesi di quest’anno.