La realtà virtuale fa rincontrare la figlia morta alla propria madre

Grazie alla realtà virtuale la signora Jang ha potuto incontrare nuovamente la propria figlia scomparsa a seguito di una malattia.

Andrea Ferri
Di Andrea Ferri News Lettura da 3 minuti

La perdita di un proprio caro, in particolar modo una famigliare, è sicuramente tra l’esperienze più terribili che una persona, in questo caso una mamma, può vivere sulla propria pelle. Ne sa qualcosa la signora Jang, donna sudcoreana e mamma di Nayeon che, nel 2016, ha perso la vita a soli 7 anni a seguito di una malattia senza una cura. La povera mamma però non poteva sapere che dopo tre anni avrebbe potuto “riabbracciare” di nuovo sua figlia grazie ai progressi della realtà virtuale.

Il progetto dietro questa simulazione, dal titolo “I met you”, è ad opera della Munhwa Broadcasting che ne ha realizzato un documentario televisivo. La signora Jang, con indosso il classico casco virtuale più qualche sensore per mani e corpo, è “entrata” all’interno di un mondo digitale dove ha potuto rivedere la sua bambina, animata in 3D, ricreata grazie alla fotografie e catturando i movimenti di un altro bambino, esattamente come avviene con il motion capture. Il risultato è qualcosa di incredibile che, almeno a livello di emozioni, è davvero difficile da spiegare. Jang e Nayeon hanno potuto parlare di nuovo, mangiare insieme, correre lungo la campagna e vivere una giornata come tante altre che mai potrà riaccadere in futuro. Durante la simulazione i parenti di Jang potevano osservare la prospettiva della donna grazie a dei monitor esterni; l’emozione ovviamente ha preso il sopravvento su tutti, tra cui il padre, il fratello e la sorella della piccola Nayeon. Queste le parole di Jang dopo l’esperienza vissuta:

“Ho vissuto un momento felice, il sogno che ho sempre voluto vivere. Era come fosse il paradiso”

Parole di facile comprensione ma di difficile interiorizzazione per chi non ha vissuto mai esperienze simili. Quel che è certo, è che per una volta la tecnologia impiegata maggiormente per la realizzazione di un passatempo come i videogiochi o il cinema è servita ad uno scopo ben più importante andando probabilmente fuori dagli schemi a cui noi tutti siamo abituati, ridando ad una semplice mamma, almeno per qualche ora, una figlia oramai perduta per sempre.

 

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Da bambino mi innamorai subito della cultura pop, dei videogames, degli anime e del cinema. Cresciuto a suon di VHS, la posta di Sonia e di partite alla PS1, sono anche un avido collezionista di tutto quello che mi passa per le mani. Il mio amore più grande? Toy Story, al quale sempre sarò fedele verso l'infinito, e oltre!