Immaculate: La Prescelta è un film horror del 2024 diretto da Michael Mohan e con protagonista la bellissima Sydney Sweeney, accompagnata da anche Alvaro Morte (Il Professore de La Casa Di Carta), Benedetta Porcaroli, Dora Romano, Giorgio Colangeli, Simona Tabasco, e molti altri. Si tratta di un film ambientato in Italia, che quindi in un certo senso potremo capire un po’ più da vicino, ma fino a che punto? Scopriamolo nella nostra recensione.
Un convento “tranquillo”
La giovane Cecilia, interpretata da Sydney Sweeney, arriva a Roma da Detroit, per prendere i voti e diventare suora. Viene accolta molto cordialmente nel convento a cui è destinata, e infatti si trova subito a suo agio. Tutto sembra quindi svolgersi per il meglio, ma dopo aver preso i voti, Cecilia comincia ad avvertire malesseri. La causa di essi sta nel fatto che la giovane sia rimasta incinta, pur non avendo mai avuto rapporti sessuali.
Al convento sono tutti convinti che si tratti di un miracolo, e che Cecilia porti in grembo il Salvatore, ma col passare del tempo le cose prenderanno una piega sempre più sinistra.
Finalmente, Sydney Sweeney (Tutti Tranne Te, Madame Web, The White Lotus, ecc.) ha avuto la possibilità di tirare fuori, anche se non proprio del tutto, la sua bravura nella recitazione. La star di Euphoria si è fatta conoscere per la sua interpretazione di Cassie Howard nella Serie Tv creata da Sam Levinson per HBO, per poi arrivare ad un’altra Serie TV sempre realizzata dalla stessa casa di produzione (The White Lotus).
Ha avuto anche modo di passare al cinema, in ruoli come The Voyeurs, Tutti Tranne Te, Madame Web, ecc. Ha dimostrato fin da subito un’incredibile talento, ma per via di qualche ruolo non scritto benissimo, o altri in cui erano concentrati più sulla sua fisicità, non ha potuto esaltare le sue caratteristiche più di tanto. Immaculate, per quanto riguarda il suo ruolo, le ha consentito di farlo, e ci sono soprattutto un paio di scene (soprattutto quella finale) che lo dimostrano. Purtroppo però anche in questo caso il suo talento non si è espresso totalmente, per via di alcuni difetti non indifferenti presenti nel film.
Il problema sta negli horror
Negli ultimi tempi, il genere horror non ha osato più di tanto, perché salvo qualche prodotto occasionale, si è concentrato di più sugli incassi che sulla qualità. La maggior parte dei film sembra che siano stati realizzati solo con l’obiettivo di strappare più biglietti possibili, e ci riescono pure, visto che fanno gola soprattutto al pubblico più giovane. Inoltre, il budget ridotto che spesso viene messo a disposizione, facilita anche il successo commerciale, vista la cosiddetta “regola del 3”.
Questo però, non dovrebbe impedire al genere horror di realizzare dei prodotti di buona qualità, e Immaculate non aggiunge nulla al genere, e non si differenzia molto da altri prodotti usciti negli ultimi tempi.
Il talento dell’attrice protagonista non deve essere l’unica colonna portante di un film, anzi, e non può reggere tutto il peso del film da solo, perché è impossibile. Immaculate è un film horror che rende chiaro il suo movente: raccontare e “denunciare” il tentativo violento da parte di istituzioni religiose di controllare il corpo della donna, soprattutto quello delle più giovani, in modo da costringerle a portare avanti gravidanze non desiderate (e figlie di una violenza-stupro). Su questo, ci si è incentrati sul contesto politico con una buona comunicazione, e ci sono anche un paio di messe in scena che funzionano, in particolare all’inizio e alla fine.
Inoltre, il film omaggia alcuni horror del passato in alcune occasioni, e appare anche molto grottesco, con un tocco horror piuttosto marcato proposto dallo stile registico di Michael Mohan. Però, non spicca di originalità e non aggiunge nulla al genere. Un cinefilo attento o un seguitore assiduo noterebbe facilmente delle similitudini con Omen – La Nascita Del Presagio, e se lo avete visto poverete involontariamente una sensazione di déjà-vu.
Il film si suddivide in tre capitoli, che narrano con un ritmo abbastanza costante le varie fasi. Oltre una scena iniziale ben girata e un finale grottesco e crudo, c’è una parte centrale non riuscita benissimo e ci sono alcuni risvolti non brillanti. Sembra che non ci abbiano messo impegno, e questo lo si nota in alcune assurdità messe lì a caso, e alcune scene girate male. Per non parlare anche della recitazione dei comprimari, perché oltre la Sweeney nessun altro ci crede abbastanza e nessuna delle altre performance rimane impressa nella mente.