Bear with Me: episodio 1 – Recensione

Marco Crippa
Di Marco Crippa Recensioni Lettura da 7 minuti
7.7
Bear with Me: episodio 1

La fantasia, la più grande dote di tutti i bambini. Grazie a quella i piccoli fanciulli riescono a ricreare nella loro mente personaggi e città ricche di fantasiose storie. Spesso però crescendo ci si allontana sempre più da questo mondo, un universo che via via svanisce fino a diventare solo un ricordo lontano. Bear with Me, titolo episodico creato dall’indipendente team croato Exordium Games e disponibile dal 6 agosto 2016 su Steam, racconta quella che probabilmente sarà l’ultima fantasiosa avventura di una ragazzina che ormai sta crescendo. Un’avventura in bianco e nero che ci trasporterà all’interno di una narrazione tipica di un film noir degli anni ’40.Bear with Me

Grossi guai a Paper City

Paper City, una città come tante dove malavita e corruzione la fanno da padrone, sta passando grossi guai. Prima qualche tafferuglio tra malviventi, poi un susseguirsi di incendi dolosi, e tutto questo sembra legato a una sola, misteriosa persona: il Rosso. In una notte di pioggia dai tratti spettrali, Amber si sveglia dopo un brutto incubo e viene avvisata dalla sua tutrice Millie della sparizione del fratello; inoltre, sembra che “Il Rosso” stia chiedendo di lei giù in città. Amber decide così di scoprirne di più, ma per farlo necessiterà dell’aiuto dell’investigatore privato Ted E. Bear, l’orsetto di peluche con cui in passato ha risolto molti casi. Ed è così che nel primo episodio di Bear with Me, vestendo i panni di Amber e di Ted E. Bear, sarete trasportati in una piacevole avventura dai tratti noir, ricca di citazioni prese dai più famosi telefilm polizieschi e condita da alcune caratteristiche davvero inquietanti.Bear with Me

Cominciano le indagini

Bear with Me ci offre una classica struttura 2D tipica di molti punta e clicca, che garantisce un sistema di gioco semplice, lineare, e dall’effetto assicurato. Questo, assieme ad una storia coinvolgente e ad un buon uso del bianco e nero, permetterà ai giocatori di immergersi appieno all’interno della narrazione. Il punto debole di questa però, sfortunatamente, è che si concluderà in poco più di due ore. Il gioco vi permetterà di incontrare pochi personaggi, ma sapientemente caratterizzati: infatti, muovendovi tra le stanze della casa di Amber alla ricerca di indizi, avrete la possibilità di fare la conoscenza di alcune eccentriche figure, come Millie, la vecchia giraffa di pezza che vi ha cresciuto fin dai primi anni della vostra vita, i fratelli Marmaglia, due conigli facenti parte della malavita di Paper City, il buon Rusty, grande robot che, ormai disoccupato, si limita a fare la guardia al corridoio, e il simpatico agente di polizia Brian, un cane di peluche che indossa baffi finti nella speranza di fare carriera come investigatore. Se da una parte possiamo trovare un cast di personaggi ben caratterizzati fin nei più piccoli particolari, dall’altra gli sviluppatori ci propongono una serie di enigmi non troppo articolati. Infatti, quelli che un giocatore di punta e clicca alle prime armi potrebbe trovare divertenti e geniali, saranno semplici e fin troppo intuitivi per i più avvezzi.Bear with Me

Le meccaniche di questo titolo sono davvero semplicissime, tanto da risultare, alle volte, fin troppo immediate. L’hub di gioco si compone di un menù a forma d’ingranaggio, composto da tutte le varie opzioni di personalizzazione e di salvataggio, e di un bell’inventario rappresentato da uno scrigno. Al suo interno ci sarà permesso raccogliere un massimo di dodici reperti; sarà poi semplice ed intuitivo combinarli tra loro per creare nuovi e, più utili, utensili. Capire quali oggetti siano essenziali per il proseguimento della storia non sarà affatto difficile: infatti in caso si clicchi su un oggetto inutile, vi verrà proposta solo una descrizione, diversamente, in caso si punti il cursore su un key item, vi sarà data anche la possibilità di prenderlo con voi. I menù dei dialoghi, nella loro semplicità, sono molto curati. Unico neo, la mancanza di una frase con cui concludere la conversazione prima di aver esaurito tutte le opzioni disponibili.

Grazie a brillanti dialoghi, ricchi di famose citazioni, e ad accurate descrizioni che ne arricchiscono la trama donandole un certo spessore, Bear with Me riesce a spezzare quella monotonia e quella noia che alle volte caratterizzano le più classiche avventure grafiche. Proprio per questo motivo uno dei maggiori punti di forza di questo gioco è la localizzazione in italiano: traduzione grazie alla quale anche gli utenti meno portati alla lingua inglese riusciranno a seguire i filo della narrazione senza fatica. Va però detto che questa localizzazione a volte, principalmente negli intermezzi video, presenta qualche piccolo problema, che comunque non ne condiziona la godibilità. Ovviamente durante la traduzione di un qualsiasi testo bisogna scendere a compromessi; proprio per questo motivo, molti giochi di parole presenti nel gioco nella versione inglese, si perderanno in quella italiana. Peccato.

Bear with Me

Un bianco e nero un po’ atipico

Graficamente Bear with Me ci stupisce con disegni semplici e puliti che ben riescono a trasmettere l’atmosfera cupa, ma al contempo infantile, della storia. Utilizzando poi sapientemente il bianco e nero per rappresentare tutta la narrazione e aggiungendo una punta di colore solo per evidenziare alcuni personaggi e oggetti a essi legati (tecnica utilizzata anche dal grandissimo fumettista Frank Miller per alcune delle suo opere come Sin City) Bear with Me riesce a coinvolgerci completamente e a trasportarci al suo interno senza nessun tipo di forzatura. Inoltre la colonna sonora alterna sapientemente le più classiche note, tipiche di quei film noir che vedevano come protagonista un grandioso Humphrey Bogart nel ruolo di detective, a momenti di puro silenzio musicale, dove gli unici suoni udibili sono il tintinnare della pioggia o il lento, ma inesorabile, suono derivante dal pendolo dell’orologio. Proprio grazie a questi accorgimenti, Bear with Me riesce a ricoprirsi di una spessa aura di mistero e d’inquietudine.

Bear with Me: episodio 1
7.7
Voto 7.7
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Il mio debutto nel mondo videoludico inizia verso la fine del 1990 con un bellissimo Commodore 64. Negli anni a venire sono passato da una console all'altra senza mai sdegnare il mio amato PC, ma senza amarne mai una in particolare. Non sono tipo da console war, io compro la piattaforma in base alle sue esclusive così da non dovermene mai pentire.