Screencheat – Recensione

Gianluigi Crescenzi
Di Gianluigi Crescenzi - Deputy Editor Recensioni Lettura da 7 minuti
7.1
Screencheat

Il titolo decisamente sopra le righe che ci viene proposto dagli sviluppatori di Samurai Punk, è di certo un’ottima alternativa ai classici shooter odierni. Potremo definirlo un titolo di nicchia o un esperimento, che può farsi strada per trasformarsi in futuro in qualcosa di più grande. Pronti dunque a fare un balzo indietro negli anni 90 (spiritualmente parlando, si intende), accompagnati da un concept unico nel suo genere e tante imprecazioni? Ecco a voi il pazzo Screencheat!

Screencheat 01

La minaccia fantasma

La peculiarità che regala a questo shooter un’impronta indelebile, sta nei personaggi che ci troveremo a controllare: essi saranno totalmente invisibili! Come suggerisce anche il nome del gioco (“Screencheat” appunto sta per “Trucco dello schermo”), per stanare ed uccidere i nostri avversari dovremmo per forza di cose “barare”, guardando nelle finestre degli avversari nello split screen. Dovremo insomma intuirne sia la posizione sia la pericolosità guardando gli schermi altrui, e contemporaneamente controllare cosa stiamo facendo col nostro personaggio, cercando di uccidere e sopravvivere.

Per quanto sia originale e bella l’idea, non immaginatevi però un’esperienza di gioco tutta rose e fiori. Come vi abbiamo spiegato, in Screencheat sono richieste delle abilità “multitasking” non indifferenti, e di conseguenza il gioco risulta anche abbastanza difficile.

screencheat gameplay 02

A modo mio

Come abbiamo già accennato nell’incipit, questo titolo è perfetto per giocare in compagnia dal vivo, ma anche online, con altre persone. Un party game non dichiarato e potenzialmente un competitive game da imprecazioni varie. Le modalità che sono state inserite sono svariate, e i giocatori (o bot) contro cui possiamo giocare possono far arrivare il numero di partecipanti, voi compresi, fino a 4 o 8: una bolgia.

Le modalità sono tutte diverse tra loro, anche se effettivamente nessuna di queste a parte un paio va a proporre qualcosa di totalmente nuovo. Ad esempio troviamo oltre al classico “Deathmatch”, anche una modalità ruba bandiera chiamata “Capture the Fun”, oppure una modalità nella quale dovremo rimanere per più tempo i re della collina (che sarà nostra solamente se saremo gli unici all’interno dell’area) che si sposterà in modo randomico per la mappa dopo un certo numero di secondi, e così via. Una delle modalità degne di nota è la “Murder Mistery”, una parafrasi bella e buona del famoso board game “Cluedo”, che ci vedrà in possesso di 3 carte, che ci indicheranno arma da usare e obbiettivo da uccidere per segnare un punto. Decisamente da provare!

Facendo un piccolo appunto, sappiate che tutto ciò che vedrete in questo titolo, partendo dalle armi, alle arene, fino ad arrivare alle ragdoll, è completamente pazzo! Un incentivo in più, che rende questo gioco deviatamente divertente!

screencheat location 01

Oltre a scegliere le varie modalità, potremo impostare le partite a nostro completo piacimento, con una varietà di condizioni e di impostazioni invidiabile: Ad esempio oltre alle classiche condizioni di vittoria, potremo impostare anche dei mutatori particolari, oppure il tempo di respawn, oppure se dare un malus ai “suicidi”, le armi ammesse e tanto tanto altro ancora. Anche la personalizzazione del proprio profilo è estrema, potremo scegliere la skin delle nostre armi, ma anche delle nostre “ragdoll”, ovvero i pupazzi che guideremo, e diventeranno visibili solamente dopo essere stati uccisi.

Una hitbox grossa così

Screencheat non è un gioco che consigliamo ai deboli di cuore. Torno a sottolineare infatti, che le imprecazioni saranno all’ordine del match, miste ovviamente alle esultanze. Possiamo dire che per essere un FPS, questo gioco risulta tecnicamente semplificato, e diciamo anche troppo. Le arene non saranno mai troppo grandi e giustamente così deve essere per il concept del gioco, ma il difetto più grande lo troviamo nelle hitbox delle nostre ragdoll: sono esageratamente ampie. Anche se i nostri colpi non saranno precisissimi, e sparassimo un centimetro o qualcosa di più a lato del nostro bersaglio, questo risulterà comunque come colpito. Questo probabilmente non è un errore, ma è una feature voluta dal team a causa (o grazie?) dell’invisibilità: possiamo davvero chiedere ad un giocatore che non può mirare, e che sta vedendo il proprio bersaglio da un’altro schermo, di colpire precisamente un manichino invisibile in movimento con la stessa hitbox dei classici FPS? Probabilmente no, perché il titolo sarebbe diventato snervante sotto il punto di vista inverso.

screencheat gameplay 01

Parlando della realizzazione tecnica generale, Screencheat è un titolo assolutamente semplice, ma che tutto sommato non presenta bug di gioco rilevanti. Che si potesse in ogni caso puntare a qualcosina di più? Probabilmente si, ma di sicuro sarebbe andata a minare quella parte che fa sembrare il gioco da casual gamer, da partita flash cotta e mangiata.

Retrò style

Soffermandoci ora sulla parte artistica di Screencheat: le scelte delle texture sono assolutamente consone al concept: semplici, rapide, simpatiche. Importante anche la scelta dei colori, che diventano per forza di cose il nostro punto di riferimento più grande per stanare i nostri nemici (oltre ovviamente agli effetti tipo fumo o altro delle armi). In ogni caso però, si poteva pretendere qualcosa di più a livello di funzionalità e varietà delle arene di gioco.

Il comparto grafico si sposa ad incastro con quello sonoro, dove gli effetti del menù, le musiche, ed il parlato, richiamano senza dubbio i vecchi titoli arcade degli anni 90. Che sia una scelta artistica “casuale”? Non a mio avviso: si tratta del concept stesso del titolo! Richiamando alla mente dei giocatori i tempi andati, si ritornerà inconsciamente indietro nel tempo, a giocare ad un titolo dove per divertirti sei in compagnia degli amici, li senti accanto, li vedi ridere ed imprecare con te… in molti torneranno bambini giocandoci.

Screencheat
7.1
Voto 7.1
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Deputy Editor
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.