Ammettetelo: il giorno che annunciarono il remake di Ocarina per 3DS, il vostro pensiero stava già andando a Majora’s Mask. D’altronde, ogni buon videogiocatore ha almeno una volta nella vita preso parte all’epica avventura dell’eroe del tempo, ma è del suo seguito, quello uscito ormai nel lontano 2000, a cui addirittura alcuni si riferiscono nominandolo “Il miglior Zelda 3D” che, in un modo o nell’altro, si torna spesso a citare nei remake che ognuno vorrebbe vedere. Senza porvi però difficili e annose questioni sullo “Zeldaverse” e su quale sia il miglior capitolo della serie (a proposito, qual’è il vostro?), sebbene ci siano molte opinioni, di solito Majora riesce ad incontrare il favore di molti fan. Il gioco all’epoca uscì in un periodo non proprio facile: il Nintendo 64 stava finendo il suo ciclo vitale, con qualche osso rotto dall’arrivo della Sony nel mercato videoludico.
Non solo! Nel 2000 già si respirava aria di PS2 e Sega aveva ancora qualche ultima freccia nella sua faretra. In tutto questo tumulto, il futuro di Nintendo era affidato al progetto Dolphin, o per meglio dire, il Game Cube. E’ la fine di un’era per la casa di Kyoto, il N64 ha avuto parecchie scintille nel corso degli anni, ma deve lasciar spazio al nuovo che avanza, e lo deve fare con un canto del cigno degno del suo nome. Si pensa ad una cosa che non accadeva dal NES, ovvero far uscire due Zelda per la stessa console.I precedenti non erano proprio incoraggianti, ma Nintendo questa volta aveva basi ben più solide : Ocarina of Time. Da qui, vennero sviluppate le idee dell’episodio di Zelda più “anti convenzionale” di sempre: le scelte compiute dagli sviluppatori hanno fatto in modo che questo gioco, con tutti i suoi innumerevoli pregi e i suoi piccoli difetti (molto piccoli in realtà) divenisse un vero e proprio Cult tra gli appassionati della saga e non.
Arriviamo quindi allo scorso Novembre: in un direct abbastanza scoppiettante, Iwata annuncia a sorpresa il remake che tutti stavano aspettando: Majora’s Mask tornerà. Per 3DS. Anche in una lussuosissima limited edition. Lo prenotai subito. E quando l’altro giorno mi è arrivato, non ho fatto passare più di un secondo tra il rispolverare il mio 3DS XL e infilare la cartuccia nella console. Di colpo mi sono ritrovato immerso nel mondo di Termina e come nel lontano 2000, ne sono rimasto innamorato come un bambino.
La storia intorno a Majora’s Mask parte subito con un incipit abbastanza burrascoso : dopo aver salvato Hyrule in OoT, Link si avventura per cercare Navi (“Hey, Listen!”), la sua compagna nella prima avventura su Nintendo 64. Qualcosa nel ritorno va storto, infatti Link viene disarcionato nel mezzo di un bosco da un essere che ben presto impareremo a conoscere : Skull Kid. Accompagnato da due fate dalla dubbia moralità, il malandrino ruba a Link la sua reliquia più preziosa : l’ocarina di Zelda, quell’ocarina protagonista nelle sue avventure passate, inoltre, il ragazzino gli sottrae pure il cavallo. La scena procede con un inseguimento che vede Link entrare dentro una tana per poi cadere in un antro buio, in un’ammiccata ispirazione alle opere di Cromwell (Alice in Wonderland). La trama ovviamente da qui procede nel modo in cui sappiamo tutti, ma qui mi fermo, non volendo anticipare nulla a chi vuole acquistare e quindi giocare al titolo per la prima volta. Vi basti sapere però, che da qui il gioco mette a dura prova i nervi del giocatore : nella prima parte dell’avventura, dove in altri Zelda più odierni saremmo abituati ad un introduzione ai comandi e alle basi del gioco (una fase di tutorial in tutto e per tutto), gli sviluppatori hanno deciso di rendere i primi approcci con il gioco estremamente opprimenti ma altrettanto efficaci per introdurre a chi sta giocando le varie vicende di Clock Town e dei suoi disperati e disgraziati abitanti: tra chi ha bisogno di una mano e chi invece cerca di intortarvi con qualche inghippo, da subito si respira un’aria molto più tetra di quanto non fosse Ocarina.
Tempo neanche una mezz’oretta e scoprirete anche lo scopo della vostra impresa : impedire la fine di Termina, cercando di fermare una Luna che lentamente sta cadendo sopra le teste degli abitanti. Quello che segue poi è un classico titolo di Zelda in 3D: dovete superare alcuni dungeon prima dello scontro finale. Solo che qui è un tantino differente: avendo i giorni contati (72 ore in game, che corrispondono più o meno a 3 ore reali), i dungeon vanno affrontati con lucidità cercando di non girare troppo a vuoto, per questo vi consiglio di affrontare i dungeon sempre al primo giorno e rallentare il tempo.Chi magari non avesse capito le ultime due frasi, sappia che è proprio l’ocarina, che ci riprenderemo dopo la primissima parte citata sopra, a garantire questi time travel continui e a poter “giocare” con il sistema giorno-notte del gioco.
Parlando però di Zelda, non si può solo discutere della quest principale : Termina è disseminata qui e lì di sub quest molto interessanti, secondo il parere di molti alcune delle più interessanti e divertenti di tutta la saga (memorabile, secondo me, quella di Kafei, di cui non voglio dire nulla per non rovinarvi il gioco). Rispetto al passato poi, risolvere queste missioncine è diventato più agevole grazie al Taccuino del Bomber, in cui verranno annotati molti aspetti, come la fascia oraria dove poter incontrare quel certo personaggio eccetera, il che semplificherà la vostra agenda per poter affrontare ogni sessione con lucidità e consapevolezza. Oltre a questa feature molto utile, il gioco ripresenta molte delle caratteristiche ereditate dall’altro “Ze-make” del 3DS come l’uso dei giroscopi della console per muovere la testa di Link quando si passa in prima persona, in una veste molto più curata e “gestibile” rispetto al passato, tranne che in alcuni momenti in cui le sezioni con l’arco si fanno frenetiche, dove resterà più comodo usare lo stick e togliere l’effetto 3D. A proposito di 3D, devo ammettere che il passo avanti ripsetto ad Ocarina è abbastanza evidente : da qui si può percepire l’esperienza maturata dei ragazzi di Grezzo, lo studio che si è occupato del restyling di Ocarina prima e Majora poi. Insomma tanta roba, ma sono veramente solo rose? Purtroppo no.
L’avventura per longevità è una delle più carenti di tutta la saga, e qui il confronto con Ocarina si fa veramente impietoso, sebbene i labirinti di Termina siano caratterizzati molto meglio nel complesso, ma ciò che lascia interdetti sono i boss. I mostri di fine dungeon infatti non rappresentano mai una minaccia veramente pericolosa, e scoprirne i pattern di attacco e i punti deboli era semplice allora, figurarsi oggi. Ciò comunque non penalizza troppo un gioco che sa divertire ma soprattutto, cavolo se fa emozionare! Le varie storyline che si intrecciano con quella personale di Link vi coinvolgeranno come mai prima d’ora ed è quello, che ha reso popolare questo gioco al mondo. Majora non è assolutamente uguale a nessuno dei suoi simili : nemmeno Twilight Princess, che pure parte da presupposti diversi, è mai riuscito ad essere così struggente, a far sentire al giocatore la pressione per ogni sbaglio che commette e questo non vi farà scollare dallo schermo se non per compiere le consuete funzioni fisiologiche. Non si può poi dimenticare una delle peculiarità del gioco, ovvero la presenza delle maschere : che siano legate alla storia principale, e che quindi vi faranno prendere le sembianze di alcune razze presenti nel gioco, oppure ottenute tramite sub quest, la voglia di collezionarle tutte è sempre molto alta.
Sul lato tecnico poco c’è da dire : le texture sono tutte state aggiornate per essere appetibili nel 2015, le tinte dark del gioco aiutano a rendere ogni ambiente più delineato e in generale rispetto ad Ocarina 3D la bontà generale e la cura posta nel rendering è stata maggiore e i risultati si vedono abbastanza chiaramente, nulla che però faccia gridare al miracolo ,specie dopo quello che abbiamo visto con Smash su 3DS. Il sonoro invece merita una menzione d’onore: si parte da un tema generale (quello di Clock Town) molto allegro per poi via via abbrutirsi in una litania dovuta all’incombere del corpo celeste che sta affondando la sua maligna faccia contro la superficie terrestre. Ovviamente poi ci sono altre melodie a far da sfondo alle diverse ambientazioni, e come sempre ogni tema è inserito perfettamente nel suo contesto, avremo infatti musiche caraibiche per le spiaggie della Grande Baia o un saltarello medievale nel Palazzo Deku; in ogni modo, quella di clock town è una musica destinata ad entrarvi nella testa, sia nella sua veste normale, che in quella più “movimentata”.
Clock Town (1st Day)
Clock Town (2nd Day)
Conviene quindi comprare Majora’s Mask oggi, su 3DS? Beh, se non l’avete giocato quindici anni fa, avete un’importante occasione per redimervi. Se già lo avete giocato (come il sottoscritto) ma non siete riusciti ad apprezzarne tutti i dettagli, ricomprarlo oggi e riassaporarlo non è altro che il riconciliarsi con un’esperienza che in qualche modo avevate celato nella vostra mente, ma mai dimenticato. Se avete già finito e spolpato questo canto del cigno del Nintendo 64, la scelta potrebbe essere un tantino più sofferta, ma diciamocelo, veramente non volete dare una chance all’episodio di Zelda più creepy che sia mai esistito?
E non solo, non è soltanto una questione affettiva o di stile. Majora affonda le proprie radici su aspetti che ancora oggi risultano rivoluzionari: l’esempio più calzante è quello dei 3 giorni, l’unico vero nemico di Link in questa avventura. Non Skull Kid, che è vittima di una maledizione. Non la Luna, che non ha responsabilità, sebbene mostri un ghigno tutt’altro che pacifico. Nel tempo dovete trovare la risposta a Majora. A pensarci, è proprio quello che il gioco cerca di inculcare all’inizio a cui il giocatore, di buon grado, deve necessariamente sottostare per godere appieno della storia. Non vi aspettate però una sfida e una portata simile ad Ocarina. Non vi aspettate una rivoluzione come Wind Waker. Non cercate di accostarlo alle tenebre di Twilight Princess, hanno qualcosa in comune ma in realtà sono diversi. Pericoloso oltre modo provare a confrontarlo con Skyward Sword, poiché Majora non è originalissimo in alcune fasi.
Majora’s Mask va preso per quello che è : uno Zelda unico. Unica è la sua storia ( come del resto lo è in ogni episodio) ma ben più unica è la sua concezione, per questo non si può spiegare Majora ad una persona che non lo ha mai provato: va giocato. Punto.