Disintegration è il primo titolo sviluppato da Private Division e V1 Interactive, il quale è niente di meno che la software house del co-creatore di Halo: Marcus Letho. È stato rilasciato per PC, Xbox One e PlayStation 4, ed è appartenente a quest’ultima la versione provata per la stesura della nostra recensione. Cosa si può dire di questo titolo? Sicuramente è interessante per la sua natura ibrida, dato che mette in relazione il genere dello sparatutto in prima persona ad un gestionale. Una formula che tutto sommato funziona alla perfezione, peccato per altri elementi che rendono Disintegration alquanto mediocre.
Trama interessante ma poco sfruttata
Già dal plot si evince quanto mediocre sia questo titolo, non perché non sia valido, ma semplicemente perché è stato sfruttato come collegamento tra la missione A e B. Ma di cosa parla? In un certo senso lo si può intuire già dalla copertina del titolo, dove è possibile notare una separazione tra le sillabe “dis” e “integration”. Cos’è l’Integrazione? Un processo che in un certo senso ricorda il manga, anime e pellicola dedicata a Ghost in the Shell. L’organo che contiene tutte le informazioni sul nostro Io, i nostri ricordi, tutto ciò che ci definisce come persone è quello che si trova all’interno della scatola cranica: il cervello. Dunque, a causa di problemi economici e di epidemie diffuse in tutto il globo, l’umanità si vede costretta ad attendere un mondo migliore, a lavorare per rendere il pianeta azzurro un posto più sicuro. Ma si sa, il tempo è nemico dell’essere umano, ed una azienda ha deciso di creare un modo per espiantare il cervello e inserirlo in un corpo robotico. Questa “semplice” procedura è l’Integrazione.
Ma ovviamente il genere umano è sempre diviso, non importa se la pelle è metallica o epidermica, finendo così con il separarsi in due fazioni: coloro che non vogliono guardare al passato e dimenticare di essere stati umani, e chi invece sta cercando un modo per tornare un essere umano, rinnegando e pentendosi della scelta dell’Integrazione. Questo scontro ha effettivamente dato inizio ad una guerra civile in cui il nostro protagonista, Romer Shoal, avrà un ruolo chiave, visto che sarà fondamentale per la Resistenza per via della sua abilità di guidare i Gravicicli (che non sono altro che delle moto volanti). Resistenza? Sì, il genere umano (se così si può ancora chiamare) ne ha bisogno per combattere le forze della Rayonne, guidate dal terribile e pericoloso Black Shuck, il quale vuole eseguire un’operazione di “pulizia etnica” nei confronti dei pochi che hanno deciso di non Integrarsi.
Una trama sicuramente interessante, che purtroppo gli sviluppatori hanno deciso di relegare a semplice collante tra le missioni. Ogni personaggio appare infatti ben caratterizzato e nonostante non sia possibile vederne le espressioni facciali, il magistrale lavoro svolto sia per quanto riguarda le animazioni che il doppiaggio (purtroppo disponibile solo in inglese) ha permesso ai vari Fuorilegge di trasmettere le proprie emozioni e dando di conseguenza al giocatore la possibilità di empatizzare con ognuno di loro in modo diverso ed unico. Ma ora passiamo al core di Disintegration: il gameplay.
Gameplay innovativo
L’idea di unire lo sparatutto ad un genere che di solito viene considerato lento e noioso, come il gestionale, è stata davvero interessante, specialmente quando la si vede in azione. In generale, tutto diventa più ragionato e non un semplice “copriti-mira-spara”, tipico del genere. Noi saremo al volante del Graviciclo e forniremo sia supporto attivo, tramite l’utilizzo di armi da fuoco e curando i nostri alleati, che passivo, indicando a quelli che potrebbero essere chiamati i nostri minion dove devono andare e su chi concentrare il fuoco. Questi, però, non saranno semplici pedine sacrificabili, ma ognuno di loro avrà delle abilità specifiche che potranno tornare davvero utili in fase di combattimento: ad esempio, sarà possibile rallentare i nemici presenti in una certa area, così da renderli più vulnerabili e lanciare loro addosso colpi di mortaio o granate stordenti. Una strategia davvero utile è ovviamente cercare di utilizzare delle “combo” di abilità come rallentamento e granata. Nonostante l’eseguire tutte queste azioni possa necessitare la pressioni di svariati tasti tutti assieme, possiamo assicurarvi che utilizzare il controller è davvero comodo, apparendo assai ergonomico nelle nostre mani, in quanto la mappatura dei comandi è ben gestita.
Questo mix potrebbe sembrare semplice, ma alle difficoltà più avanzate è possibile notare quanto sia importante la gestione dei minion e delle loro abilità, e soprattutto sarà fondamentale comprendere quando e dove andare con il Graviciclo, perché nel caso si dovesse morire, dovremo ripartire dal checkpoint. A questo punto è doveroso far notare che non si può interrompere una missione, altrimenti si ricomincerà dall’inizio, quindi giocate sempre e solo quando avete tempo di iniziare e finire nella stessa sessione il livello, altrimenti vi ritroverete bloccati in un loop dove ripeterete la stessa missione finché non la portate a termine.
Prima di buttarsi nel campo di battaglia si potrà vagare in quello che è a tutti gli effetti l’HUB centrale di Disintegration; parlare con tutti è importante,perché così facendo sarà possibile sbloccare delle piccole attività opzionali per ottenere maggiori scarti e componenti (la maggior parte saranno: uccidi X nemici utilizzando la abilità Y e trova Z scarti), in modo da migliorare il nostro mezzo di trasporto ed i nostri compagni d’avventura. In tal senso, è interessante notare come sia possibile automatizzare questo processo, così che ci si debba dedicare solo alla battaglia. Il lato negativo è che comunque ci toglie la possibilità di personalizzare il nostro personaggio, ma è solo una scelta.
Un altro fattore certamente non positivo è la troppa linearità delle missioni, che si limitano a farci viaggiare dal punto A al punto B senza possibilità di tagliare o esplorare la zona, anche perché nonostante le nostre capacità di volo, non ci è concesso superare determinati limiti, segnati da muri invisibili. In fin dei conti, il gameplay di Disintegration è davvero interessante ed innovativo, in grado di portare sé la conoscenza di uno dei creatori di un pilastro del marchio Xbox, dalla prima console fino a Series X. Qual è l’altro lato della medaglia? La poca varietà. Purtroppo si finirà a ripetere sempre le stesse azioni: cerca i componenti, uccidi le ondate, elimina il boss, torna a casa. Questo è ciò che si farà durante tutta l’avventura, ed è un peccato perché il tutto porta a un’inevitabile monotonia di fondo che si sente già dopo poche ore in-game.
Debolezze strutturali
Non c’è molto da dire, invece, sulla parte multiplayer di Disintegration, in quanto il gameplay fondamentalmente rimane lo stesso, ovviamente, mentre le uniche vere differenze sono due: ci sono vari tipi di “classi” che possono essere selezionate ed ognuna di loro ha combinazioni diverse di minion, che però si riveleranno praticamente inutili poiché nel gameplay vero e proprio ci si ritroverà a sparare ai Gravicicli in modo da finire la partita velocemente, dunque tutta la parte gestionale viene a mancare. Le partite sono relativamente veloci, anche se abbiamo sempre avuto problemi nel trovare un match (sarà per la mancanza di giocatori su PlayStation 4?), ma per il resto non riesce ad impressionare; anzi, come già detto, una delle parti fondamentali del gameplay non esiste. Per quanto riguarda problemi di lag, non ci sono, almeno nelle nostre partite non ce ne sono stati.
Dal punto di vista tecnico Disintegration non riesce ad impressionare, o meglio, se si guarda la grafica nel suo insieme, si riescono a notare degli scorci davvero impressionanti, ma tutto viene rovinato nel momento in cui ci si avvicina, poiché si notano tutti i difetti grafici presenti, insieme a ogni singolo trucco che gli sviluppatori hanno deciso di utilizzare per rendere la grafica piacevole alla vista. Ad esempio, tutti i rami e l’erba sono bidimensionali. Ma ciò che è davvero fantastico dal punto di vista tecnico sono le già citate animazioni, che rendono davvero reali e vivi tutti i protagonisti, anche coloro che sono più robot che umani.
Per quanto riguarda il sonoro, questo si è rivelato ben realizzato anche se l’effetto della mitraglietta che Roman utilizzerà dopo un po’ è davvero noioso e suscita fastidio. Invece, la soundtrack è piuttosto anonima, con svariate tracce che presentano delle forti Destiny 2 vibes, ma senza il carattere della creatura targata Bungie. Dovendo tirare le somme per Disintegration, ci ritroviamo a dover rispondere alla domanda più importante: ne vale la pena? La risposta varia da persona a persona. Se vi piacciono gli sparatutto “classici”, non fa per voi. Nel caso vi piaccia sparare, gestire ed un setting futuristico-distopico, potrebbe fare al caso vostro, ma ci sentiamo di consigliarvi di attendere che il prezzo si abbassi, in quanto al momento su Steam è disponibile a 49,99 euro; non è difficile ipotizzare dunque che anche sul PlayStation e Microsoft Store il prezzo si aggiri intorno a quella somma.