Dopo essere stato annunciato durante l’estate dello scorso anno, Disintegration è tornato a mostrarsi ufficialmente alla community. Esternando però il titolo dai semplici trailer, gli sviluppatori hanno scelto in questa nuova sede di permettere ai giocatori che volessero mettere mano sul gioco, di farlo. Dopo infatti una beta tecnica chiusa, a cui abbiamo avuto accesso, il titolo si è ufficialmente aperto ad un open beta, la quale è ancora disponibile. Parliamo di due occasioni nelle quali è stato possibile assaggiare solo una piccola parte del comparto multiplayer, in quanto erano presenti solo due modalità e qualche mappa di gioco rispetto al totale.
Inoltre, l’opera finita presenterà anche una campagna piuttosto centrale per il disegno generale, che non abbiamo ancora avuto la possibilità di provare. A curare questo titolo c’è inoltre il talentuosissimo co-creatore di Halo, Marcus Lehto, che ora fa parte del team V1 Interactive e speriamo possa fornire la giusta epicità alle vicende narrate. Oggi ci soffermiamo quindi sul solo comparto multigiocatore di Disintegration: ecco lo stato in cui questo si trova a qualche mese rispetto alla finestra di lancio annunciata: l’estate 2020.
Robot e truppe
A dare il “benvenuto” al giocatore non c’è esattamente un campo di rose con qualche tulipano, ma una serie di spietati guerrieri armati fino al collo. Dopo un tutorial piuttosto lungo – che si scoprirà presto essere estremamente incompleto – si può infatti arrivare nell’area multigiocatore. Ci si ritroverà a dover conquistare vari obiettivi all’interno dei campi di battaglia, diversi per ogni tipologia di modalità a cui si sta prendendo parte. C’è però da dimenticarsi gli sparatutto già visti, che si stia parlando dei più moderni o dei grandi classici, perché il gameplay è all’effettivo estremamente originale.
Il giocatore si ritroverà a dar fuoco alle polveri all’interno del proprio gigantesco robot, scelto prima dell’avvio ufficiale alle danze di guerra. Questo verrà selezionato assieme alle sue truppe associate, che per il momento non possono essere modificate al di fuori di skin puramente estetiche, così come per i mech stessi. Nel campo di gioco si è liberi di volare, senza potersi però staccare più di tanto da terra, e si hanno a disposizione varie armi per avere la meglio negli scontri, le quali sono ben diversificate per ogni classe.
Purtroppo però, molte di queste non riescono a rendere particolarmente e si ritrovano di conseguenza in una situazione di svantaggio grilletto al dito. Con i server sotto stress, ed i vari problemi di latenza, ciò è tuttavia plausibilmente causato dalla questione dell’altissimo ping generale, e nel prodotto finito il bilanciamento potrebbe essere quindi più performante di quanto abbiamo riscontrato. La vera peculiarità di Disintegration non risiede però nel comparto sparatutto – tutto sommato anche se reso più epico questo è relativamente basilare – ma nella presenza di una componente di gioco legata agli strategici in tempo reale.
Per conquistare gli obiettivi ed avere la meglio sui nemici è infatti necessario comandare le proprie truppe, le quali potranno sparare agli avversari e catturare determinate zone. Nonostante non risultino essere tanto forti quanto i giocatori queste sono cruciali nei combattimenti, ed è quindi essenziale padroneggiarle. Tuttavia, il sistema di movimento della visuale e quello dei controlli sono estremamente legnosi e poco precisi, ed oltre a rendere difficile lo shooting questi accrescono impropriamente il livello di difficoltà che la meccanica gestionale presenta già di suo.
Tecnicamente da rivisitare
Se per quel che riguarda il multiplayer la formula risulta essere tutto sommato ben realizzata, e celestiale per gli amanti di entrambi i generi, tecnicamente Disintegration presenta diversi difetti che fanno storcere il naso. Si parte in primis dalla richiesta obbligatoria dei servizi in abbonamento su console per partecipare alle fasi di open e closed beta, che non si configura come una scelta encomiabile. Il gioco presenta poi alcune pecche al suo interno che minano fortemente l’esperienza, ed andranno riviste prima del rilascio ufficiale.
Provando il titolo su tutte le versioni di PlayStation abbiamo avuto a che fare con un framerate al secondo piuttosto ballerino, purtroppo in ogni caso. Questo tenta di arrivare a 60 nelle fasi di caricamento, all’interno delle quali i modelli vengono renderizzati in tempo reale. Armi alla mano invece, sui modelli di base finisce per abbassarsi drasticamente senza riuscire a stabilizzarsi, mantenendo la media poco lusinghiera dei 20. Per quel che riguarda PS4 Pro la situazione migliora sulla media, che riesce generalmente ad avvicinarsi al tanto agognato 30, ma i fotogrammi non riescono comunque a restare fermi e creano quindi un pessimo feeling su schermo.
Sono poi presenti moltissimi bug invalidanti, e dei difetti grafici non indifferenti, nonostante ciò dopo i caricamenti – che si protraggono anche a partita iniziata – l’impatto d’insieme risulta essere promosso. Insomma, trattandosi di una beta i problemi di Disintegration sono piuttosto scontati e la situazione ha sicuramente il tempo per essere rimodellata a dovere e limata dove serve. Sperando poi che il comparto single player riesca a rendere bene, potremmo trovarci davanti ad un’opera ben riuscita ed originale, che speriamo venga supportata dagli sviluppatori anche dopo il lancio.