A prima vista potreste pensare di trovarvi davanti l’ennesima serie TV supereroistica basata sull’ennesimo fumetto, con gli stessi classici cliché e quel sottofondo di già visto. In caso fosse così, mai potreste essere più nel torto. The Umbrella Academy, serie TV Netflix ispirata all’omonimo fumetto scritto da Gerard Way (il cantante dei My Chemical Romance) e disegnato da Gabriel Bá, racconta di una famiglia fuori dal comune, di un mondo fuori dal comune, basando tutta la sua verve sulla caratterizzazione, sia essa di personaggi o di dinamiche. Ma scendiamo nel dettaglio e andiamo a scoprire perché dovrete fare un binge watching di questa serie il giorno che uscirà, il 15 febbraio 2019.
L’insolita trama
Di punto in bianco, nel mondo nascono 43 bambini da donne che fino a quel momento nemmeno erano incinte. Sir Reginald Hargraves riesce ad adottarne 7 di questi, instaurando la Umbrella Academy e addestrandoli per diventare dei veri supereroi. Il tempo però crea conflitti, e così ognuno di essi prende la sua strada. Chiamati come numeri da loro padre adottivo, il Numero 1 (Luther, Tom Hopper) è dotato di superforza, Numero 2 (Diego, David Castañeda) sa far curvare i coltelli, Numero 3 (Allison, Emmy Raver-Lampman) può modificare la realtà tramite le bugie dette dalla sua voce, Numero 4 (Klaus, Robert Sheehan) può vedere i morti, Numero 5 (Aidan Gallagher) può spostarsi nel tempo e nello spazio, Numero 6 (Ben) può evocare dei mostri e Numero 7 (Vanya, Ellen Page) non possiede alcun potere. Tra dinamiche di esclusione, rivalità e chissà cos’altro, la situazione degenera e solo la morte del loro padrigno li farà incontrare di nuovo. Tra dissapori passati, conseguenze delle proprie scelte e cambiamenti che nessuno si aspettava, i ragazzi dovranno anche affrontare l’arrivo di una terribile apocalisse, oltre che due sicari armati fino ai denti (Cameron Britton e Mary J. Blige).
Disfunzionali
Per non rovinarvi la sorpresa ho dovuto decisamente evitare molti spoiler, ma se c’è una cosa che riesce bene a The Umbrella Academy è proprio intricare e districare una trama decisamente fuori dagli schemi, ricca di colpi di scena fino all’ultima puntata e capace di tenere col fiato sospeso. Ognuno di loro ha avuto una vita decisamente diversa da ciò che si aspettavano a 10 anni, e proprio la dinamica psicologica che si crea nell’incontro-scontro tra di loro costruirà una storia in costante evoluzione, che culminerà con lo scioglimento dell’intreccio e tutte le carte in tavola. Nonostante questo, qualche piccolo buco di trama e delle forzature rendono delle scene davvero troppo scontate e in parte anche fuori luogo, allungando un po’ un brodo che nel fumetto si concludeva con 6 numeri. Nonostante tutto, la serie TV si muove bene nel corso delle sue 10 puntate, grazie anche alle prove di interpretazione degli attori, capaci di dare un tocco di originalità a ognuno dei loro personaggi e in grado di rendere a schermo ogni singola caratterizzazione psicologica che possiedono e che rendono loro degli individui unici e divertenti da scoprire.
Con un pizzico di investigazione, una costruzione attorno a un mondo orfano di supereroi (escluso Diego, che pattuglia le strade alla Batman) e un insieme di problemi causati proprio dal modo in cui il padre li vedeva (come dei semplici numeri) sono quindi gli ingredienti fondamentali della riuscita del progetto, capace di raccontare qualcosa di nuovo, nonostante ormai il panorama di questo genere sia quasi saturo. Non mancano comunque scene di combattimento ben strutturate, una soundtrack talvolta anche famosa e capace di incalzare col ritmo ogni singola scena e una scelta delle ambientazioni ben posizionata e mai fuori luogo.
Da dove provieni?
Tutto quanto si regge in piedi grazie alla trama costruita da Gerard Way: nonostante qualche piccolo ritocco (Diego nel fumetto ha il potere di trattenere il respiro all’infinito) e delle scelte per allungare un po il tutto (piccoli espedienti capaci di prolungare la visione), è proprio la magia del mondo che ha creato a dargli quel tocco di originalità capace di catturare. E cosa importa allora che le cinture per volare nella serie non sono utilizzate e il tutto è reso un po’ più “realistico”: le basi fondamentali di questo concept ci sono e riescono a esplodere fin dal primo secondo, arrivando a un finale stupefacente. Il fumetto si è prolungato per 3 storie: questa prima stagione dovrebbe coprire il primo arco narrativo, La Suite dell’Apocalisse, ma non sappiamo se dalla seconda stagione qualcosa cambierà o se, semplicemente, verrà preso alla lettera ciò che succede nella versione cartacea.