Ebbene si, dopo due lunghi anni, mi ritrovo ancora una volta a gettare inchiostro virtuale su di un foglio elettronico: l’argomento è esplicato a meraviglia dal titolo: Assassin’s Creed Origins è giunto. La saga targata Ubisoft, che narra le vicende della lotta storica tra Assassini e Templari, torna alla ribalta dopo una sequela di colpi mancini, non del tutto convincenti, al punto che una battuta d’arresto è stata necessaria per tutta la produzione (e forse anche per tutto il pubblico). Il mondo ora è pronto a dire la sua: sarà riuscito il colosso francese dello sviluppo videoludico a coinvolgere ancora una volta il pubblico? Bayek ci attende qui sotto!
L’origine di un Credo
Egitto, 50 anni prima della venuta di Cristo: il mondo si inginocchia al cospetto della maestosità di un popolo che fa del sole, dell’oro e dell’immortalità, il suo vanto. Cleopatra ha appena preso potere, l’Impero Romano bussa alle porte del Nilo. In questo scenario, un uomo solo può decidere le sorti del regno, Bayek di Siwa. La storia del nostro primo “credente” è tanto particolare quanto profonda: non vi svelerò nulla circa la natura degli eventi che hanno condotto Bayek sulla via dell’assassinio, ma sappiate che i dolori che quest’uomo ha provato vanno oltre quelli che molti di noi potrebbero sopportare, e inoltre va considerato che lui era un uomo ben diverso dall’uomo moderno… affrontare dei traumi più di duemila e sessanta anni fa, doveva per forza di cose essere diverso. Posso dirvi che lo spirito che muove il nostro Medjay va oltre i doveri del suo nome: i Medjay erano da prima un piccolo popolo del Nord Africa, ma poi il termine cambiò nel tempo declinazione, fino a divenire poi definizione per una sorta di forza di polizia federale; un Medjay era la guardia personale del faraone, i suoi occhi ed orecchie ovunque egli fosse. Bayek torna a Siwa dopo un anno di vagabondaggio nel deserto: la sua missione è quella di annientare degli uomini che lui definisce “le maschere” e non si fermerà finché non avrà compiuto la sua vendetta. Ad aiutarlo ci saranno Senu, la sua fedelissima aquila, e gli amici di un tempo, quelli che aveva incontrato nei lunghi viaggi da Medjay per conto del faraone. La storia del titolo è profondissima e già dalle prime battute si capisce che il lavoro svolto dagli sceneggiatori è di livello pazzesco, quasi a sfiorare il cinema ed il libro, mantenendo comunque una coerenza videoludica pazzesca. Possiamo dire con certezza che questo Assassin’s Creed Origins, torna con un comparto storia di livello, come non si vedeva da tanto nella saga.
Benvenuti in Egitto
Il mondo in cui si muove il nostro Medjay è vastissimo: parliamo un titolo la cui mappa rivaleggia con i più grandi ed importanti open world che abbiamo visto negli ultimi anni, tra cui citiamo The Witcher III, Horizon Zero Dawn ed immancabile Zelda Breath of the Wild. Il gioco è molto vasto ma a differenza dei titoli citati prima, possiamo dirvi che tutto è a portata d’uomo: potrete scegliere se esplorare quella o l’altra tomba antica, immergervi in uno specchio d’acqua per reperire tesori sepolti, godervi una cavalcata al tramonto e fare mirabolanti foto grazie alla modalità fotografica inserita nel titolo. Feature, quest’ultima, davvero interessante, che permette agli utenti di condividere istantanee che compaiono direttamente sulla mappa, e che possono essere degli spunti davvero comodi per la community, in quanto una volta scattata una fotto ad un tesoro un altro giocatore può andare in quel luogo e reperire anche lui il bottino! Questa modalità di interazione indiretta con gli altri giocatori connessi online, ricorda un altro titolo, Dark Souls di FromSoftware da cui il titolo prende in prestito anche il sistema di combattimento: questa volta, essere accerchiati dai nemici sarà davvero pericoloso, in quanto il titolo citato ora, lascia ben intendere che essere soverchiati da tre o quattro avversari è davvero pericoloso; schivate, parate e colpi spezza difesa saranno il vostro pane quotidiano, senza disdegnare parate “perfette”, o “parry”, come si usa definirlo nella serie Souls. L’aggiunta ad un sistema già visto in altri titoli è il valore di Adrenalina: una barra posta sopra la nostra salute si riempirà nel tempo, conferendo un colpo speciale o l’attivazione di uno stato di “rage” che ci garantirà ad esempio colpi critici o uccisioni istantanee (dipende dall’arma in uso in quel frangente). Il combattimento, di stampo tipicamente action è la sublimazione di un sistema di crescita del personaggio quasi ruolistico, che sfiora tanti dei titoli già citati, e si avvicina molto anche alla saga de La Terra di Mezzo: l’Ombra della Guerra ma rimane peculiare.
Come potete vedere dall’immagine qui sopra, esistono tre diverse vie che il nostro assassino può intraprendere, conquistando di volta in volta punti abilità e livelli d’esperienza. Se sceglieremo la via sulla sinistra, potenzieremo le nostre abilità di Cacciatore, diventando degli arcieri perfetti, assassini silenziosi e letali dalla distanza; propendere per la via centrale ci renderà dei Guerrieri perfetti, maestri d’armi eccezionali, capaci di sopravvivere alle più disagiate condizioni di inferiorità numerica; infine la zona a destra ci renderà delle spietate macchine da combattimento dell’ombra, in quanto diverremo dei Cercatori: veleni, dardi soporiferi, bombe fumogene ci renderanno invisibili al nemico al punto che lasceremo alle nostre spalle una scia di cadaveri senza fare un singolo rumore, prepareremo trappole all’avanguardia tecnologica, attirando il nemico verso una fine orrenda. Nessuno ci vieta ovviamente di padroneggiare tutto l’albero della abilità, a patto di avere un forte spirito di adattamento e una grande voglia (e capacità) di affrontare molteplici quest secondarie in ogni area. Nell’immagine qui sopra, troviamo un altro dettaglio: in alto a sinistra possiamo notare il simbolo dell’aquila, che oggi prende il nome di Senu; ebbene questa amica alata sarà la nostra preziosa alleata in tutte le missioni, permettendoci di volare con le sue ali e di farci scorgere i nemici, attirare nelle trappole gli avversari e scoprire grandi tesori. Per aumentare il potere di visione di Senu vi basterà sincronizzarvi nei punti di interesse sparsi nell’area, ergo, in questo capitolo di Assassin’s Creed Origins, scalare brandi torri ed effettuare balzi della fede non sarà solo fine a se stesso ma vi darà un vantaggio reale sulla mappa e sul gioco pratico.
Le armi e le armature a cui Bayek avrà accesso sono quasi infinite: livellando il personaggio, sbloccherete armi di diverso tipo che, oltre a cambiare aspetto al nostro Medjay, lo renderanno una vera macchina da guerra. In questo episodio della saga, esisteranno armi di diverso tipo, non solo in quanto a categoria (esempio bastoni, mazze, spade, scudi, lance, archi, spadoni a due mani e daibo), ma ogni arma avrà un suo livello, poteri peculiari e rarità, passando da comune a rara, epica e leggendaria. Ogni arma ha il suo move-set e non è detto che vi abituerete da subito a padroneggiare tutti gli stili. La fantasia vi permetterà anche di potenziare le armi che troverete, grazie ai fabbri sparsi per la mappa. Lo stesso discorso vale per le armature che oltre al mero acquisto, potrete costruirvi da soli grazie alle battute di caccia aperta, andando a prendere la pelle di leone o di coccodrillo per costruire l’armatura che più si sposa con il vostro stile estetico e di combattimento.
Un Mondo Quasi Perfetto
Assassin’s Creed Origins è dunque un titolo perfetto? “Quasi” è la risposta più bilanciata. Sebbene il titolo non arrivi a chiudere del tutto il cerchio nelle miriadi di cose che si possono fare, offre comunque un’esperienza di gioco da primato, amalgamando appieno tutti gli stilemi moderni: passando dal free roaming, immergendosi nell’action/rpg da cui prende il sistema di level up e la ricercata scoperta di armi sempre nuove, ci consente di scegliere come approcciare ogni situazione scegliendo da noi, basandoci sulle abilità che abbiamo appreso crescendo di livello. Ci consente inoltre di andare a caccia di tesori e di animali, ci permette di scattare foto pazzesche e di condividerle con amici e giocatori: insomma si presta ad essere vissuto come più ci aggrada, permettendo al giocatore di “vivere” un Bayek sempre diverso, non solo esteticamente. Sotto il profilo tecnico il titolo è impeccabile: non troverete una città, una singola area di gioco uguale all’altra! Alessandria d’Egitto è pazzesca, senza dimenticare Menfi e Giza, che farebbero impallidire qualsiasi game designer, lasciando di stucco davvero lo spettatore: non stupitevi se resterete anche quattro minuti a fissare un tempio, a scoprire come la sabbia spostata dal vento si interseca nei geroglifici delle colonne o come il sole impatta sulle piramidi, riflettendo sulle armi, sulle armature, o sul fiume li accanto. Una colonna sonora di altissimo livello mantiene il ritmo serrato e fluido, tanto che a volte potreste perdervi nell’ascoltare le musiche che incorniciano la scena davanti a voi. Assassin’s Creed Origins è il nuovo punto di riferimento della serie, da qui in poi, Ubisoft non deve più sbagliare.