Lanciare una nuova IP in questo mercato è difficilissimo: oramai le persone sono abituate a giocare alle loro saghe preferite già affermate. Lanciare una nuova IP Action-GDR dopo aver creato praticamente solo degli sparatutto in soggettiva durante tutta la propria carriera potrebbe risultare una follia: i ragazzi di Guerrilla Games però sono folli al punto giusto da ideare Horizon: Zero Dawn, esclusiva PlayStation 4 che punta, a differenza di molti giochi odierni, a fare tutto in modo perfetto, dalla trama al gameplay, passando per grafica e sonoro. I rischi sono tanti, l’hype viene lanciato alle stelle e ovunque si inizia a parlare di questo possibile futuro capolavoro dedicato ad un’eroina coraggiosa di nome Aloy. Dopo un evento stampa interessante e giorni dedicati interamente ad esplorare questa terra martoriata, siamo finalmente in grado di tirare le conclusioni su Horizon: Zero Dawn, un rischio creato dagli stessi ideatori dei vari Killzone.
Va premesso come sia stato interessante e al contempo difficile prendere in mano un nuovo titolo, slegato completamente (forse) da tutti gli altri giochi esistenti, capace di saper fare una cernita tra necessario e superfluo, diventando sin dal primo sguardo alla copertina qualcosa di innovativo e allo stesso tempo contemporaneo. Un gioco diverso, capace di eguagliarsi a grandi capolavori: questa duplice forma di Horizon: Zero Dawn, produce un senso di stupore verso l’utente ancor prima di inserire il disco all’interno della nostra console domestica.
Un mondo perso
Horizon: Zero Dawn è ambientato in un futuro distopico dove, dopo un terribile cataclisma, la natura ha ripreso il controllo della terra: oramai degli ospiti indesiderati, gli umani, si trovano catapultati in una nuova era preistorica dove animali meccanici dominano la scena come la razza principale di questo pianeta. La nostra razza è divisa in tribù, con tutti i pro e contro che questa situazione genera, conosciamo Aloy, un’emarginata che troverà davanti a sé tante di quelle domande alle quali è in dovere di dare una risposta e si vedrà costretta a vagare alla ricerca di queste ultime. Non voglio rovinarvi l’incalzare di una trama complessa e interessante con inutili spoiler: vi basterà sapere che nel gioco non sarà presente solo un filo narrativo, ma che più trame, come un confluire di fiumi, si uniranno in un intreccio d’alto livello, capace di tenervi incollati al televisore per ore.
Un’ottima caratterizzazione dei personaggi inoltre, sia per quanto riguarda Aloy che per gli altri, permette al giocatore di inserirsi all’interno di quell’universo, facendovi emozionare con cutscene ben realizzate e dialoghi elaborati. La società che si trova davanti la nostra eroina è mentalmente chiusa, talvolta legata a tradidizioni antiquate, una mente libera come la sua troverà difficoltà a dialogare con alcune persone. In alcune scelte, dettate principalmente dal carattere di Aloy, il giocatore potrà intervenire, scegliendo tra tre vie: quella del cuore, della mente o del pugno. Rispettivamente, sposteranno il modo di fare della protagonista verso ragionamenti più amorevoli, più furbi o più istintivi, cambiando dialoghi futuri (ma non cambiando la storia). Addestrata inoltre fin da bambina, Aloy potrà scalare alcuni muri, saltare tra piattaforme distanti e destreggiarsi in equilibrio su cavi tesi tra due alberi, creando una verticalità interessante ai fini del gioco, soprattutto per i combattimenti
Le varie location si divideranno tra distese naturali (assolate, devastate o innevate, in base alla zona), zone ricche di costruzioni tribali e location dedicate al mondo di metallo, formato da bunker e calderoni: i primi saranno dei piccoli passaggi sotterranei dove oggetti e informazioni legate al mondo antico attenderanno di essere scoperte; le seconde invece, saranno vere basi di costruzione dove con una sfida sempre maggiore potrete sbloccare la possibilità di utilizzare nuove forme di Override, di cui parleremo dopo. Le varie zone, colonizzate dai Nora (tribù di appartenenza di Aloy), Carja, Carja delle Ombre, Oseram e Banuk, mostreranno esteticamente le credenze, diverse e contrastanti, delle varie tribù, rendendo il tutto molto più realistico.
Se c’è una cosa che rimane impressa mentre si percorrono le verdi strade di Horizon: Zero Dawn, è l’impatto visivo del mondo. Abituati a post-apocalittici determinati da distese devastate e grigiore, il pianeta del gioco è rigoglioso e verde, quasi a determinare la supremazia ormai definitiva della natura sull’uomo: poche strutture rovinate saranno presenti di volta in volta, all’interno di una mappa caratterizzata da diverse condizioni atmosferiche, diversa fauna e diversa flora.
Dove vince il più forte
Aloy non è di certo la classica principessa in cerca di aiuto: al contrario, un po’ testarda e sfrontata, rispecchia un l’immagine dell’eroe sbruffone dal cuore d’oro. Sarà questo cuore a portarla alla ricerca della verità, attraverso una storyline longeva (con circa 30 ore e qualche missione secondaria si completa il titolo), intrigante e legata a triplice filo con la nuova umanità. Se vorrete, con missioni secondarie e oggetti tecnologici (rilevabili con il Focus), potrete ampliare rispettivamente le dinamiche da tribù che regolano il mondo odierno e alcuni dettagli della storia prima dell’apocalisse (avvenuta circa nel 2046 della nostra epoca). Alcune missioni secondarie, infine, avranno una loro storyline: è il caso della Loggia di Caccia, gruppo che regolamenta alcune zone del mondo e che, attraverso tre sfide molto impegnative, vi permetterà di vincere premi degni di nota e farvi accedere alla Loggia stessa.
La nostra Aloy potrà sopravvivere in questo mondo attraverso tre mezzi: le armi a distanza, ovvero archi, fionde, lancia cavi e altre varianti, la lancia da corpo a corpo e il Focus. Quest’ultimo, mezzo proveniente dalla tecnologia del mondo antico, riesce ad analizzare le macchine e l’ambiente circostante, aiutando l’eroina a studiare meglio ciò che deve affrontare. Questo Focus sarà utilizzato sia per capire i punti deboli dei nemici, sia per visualizzare file digitali del mondo antico. Le armi, insieme alle armature, potranno essere acquistate dai mercanti e potenziate con degli oggetti che possono, in base a quali inserirete e troverete dai nemici caduti, aumentare alcune statistiche. Esse inoltre saranno differenti sia in termini di bonus che di estetica, in base alla zona di creazione, prendendo a mani piene riferimenti dalle varie tribù e spesso obbligando il giocatore a portare con sé armature e armi diverse, pronte all’utilizzo in situazioni varie.
Già da qui si evince come la tattica sia padrona in Horizon: Zero Dawn, richiedendo uno studio certosino di ciò che Aloy indosserà e userà per combattere: molte armi in seguito utilizzeranno munizioni diverse, creando una varietà d’equipaggiamento caratteristica per ogni stile del giocatore. Per poter comprare armi e armature (tutte con estetica diversa) dai mercanti però, avrete bisogno non solo della valuta di gioco, la polvere di metallo, ma anche di alcuni oggetti necessari, che potrete trovare nelle carcasse dei vostri nemici robotici.
Una meccanica biomorfa
La peculiarità di queste macchine nemiche, capaci di distruggere Aloy con pochi colpi, è proprio la forma. Sebbene queste creature siano interamente di metallo (con liquidi sintetici, che scorrono al loro interno come a simulare sangue ed organi), la loro forma è ispirata ad animali reali, copiandone anche alcuni atteggiamenti e usi: questo permetterà alla protagonista di capire sia come attaccarli che come utilizzarli tramite una tecnica, l’Override, a suo vantaggio: un Corsaro (simile ad un cavallo) sarà un ottimo mezzo di spostamento, le Vedette (dei Velociraptor robotici) inizieranno ad attaccare i nemici circostanti, i Collilunghi (gigantesche giraffe) potranno servire per analizzare il luogo.
Il Focus inoltre, potente supporto di Aloy, analizzerà i nemici delineandone punti critici e traiettorie: studiando i loro passi potrete cogliere alla sprovvista il temibile essere, colpendolo con un devastante attacco di lancia. Nel caso non andasse a buon fine, prendendo di mira i punti deboli con la giusta arma, potrete creare effetti catastrofici. Ad aiutarvi in tutto ciò, ci sono tre rami d’abilità rispettivamente dedicati al supporto, all’attacco d’assalto ed alla furtività, vi miglioreranno la vita con rallentamento del tempo, passi più silenziosi e cure migliorate (che permetteranno di ricaricare la barra vitale velocemente, fondamentale in situazioni di pericolo).
Sarà quindi necessaria una dose tattica estremamente alta se non vorrete incombere in una morte improvvisa. Sebbene non troppo punitivo, delle scelte sbagliate potrebbero ben presto farvi trovare circondati da nemici. A condire il tutto, membri di tribù nemiche e briganti vi rallegreranno la giornata con piogge di frecce nei posti più disparati. Sarà contro entrambi che diventerà necessario padroneggiare il sistema di mira: un colpo ben assestato può valere più di 10 frecce lanciate contemporaneamente, bloccando un nemico che invece astutamente avrebbe avvisato altri, lanciato esplosivi o innescato trappole.
Un mondo vivo
Anche se ci troviamo davanti ad un mondo devastato, esso è paurosamente vivo: NPC sparsi nei luoghi più disparati e una IA capace di muovere alleati e briganti nelle mappe (creando situazioni sempre diverse), si accostano alla mente degli animali meccanici, ognuno con le proprie routine tecnologiche così simili a quelle della loro controparte animale, quasi a distogliere la percezione del giocatore dal mondo reale, creando una paradossale inversione dei poli della realtà. Le città, ben realizzate, accolgono molti personaggi che non nasconderanno la loro superstizione, rabbia, dolore, gioia: si mostreranno umani, e vi porteranno ad empatizzare fortemente con tutti quanti loro (o quasi).
La crescita di Aloy, inoltre, tipica di questo genere di avventure, si dimostra molto realistica, sfruttando il tutto come un grande mistero che ha bisogno di essere risolto e che solo il suo coraggio potrà svelare: questo incipit, forte e trainante, sarà il deus ex machina che muoverà tutti i fili in gioco verso un qualcosa più grande di Aloy stessa.
Chi fa da sé, fa per tre
In un mondo simil-preistorico, è normale come le armi necessitino di un sistema di creazione delle munizioni: nessun macchinario potrà aiutare l’eroina, che dovrà reperire ogni materiale in giro per il mondo! Legnetti potranno aiutarvi a preparare frecce, bacche a curarvi, meccanismi esotici divelti dalle viscere dei nemici potranno potenziare le vostre armi e armature, mentre oggetti preziosi (taluni risalenti al mondo antico) vi faranno guadagnare polveri di metallo. A condire con varietà saranno le varianti delle munizioni, numerose e sempre utili, che obbligheranno il giocatore a capire quali armi equipaggiare, e quali oggetti conservare per fabbricarne la materia prima.
Un mondo stupendo
Il motore grafico Decima fa il suo lavoro alla perfezione: una grafica estremamente bella porta a compimento la produzione di quello che sembra un titolo che farà storia: riflessi realistici, luci impressionanti, una flora colorata e dinamica, degli animali (sia reali sia meccanici) dettagliati e un character design degno di nota si sommano per produrre una delle rese grafiche migliori viste fin ora su PlayStation 4. Il tutto diventa ancora più accentuato su PlayStation 4 Pro, non capace di arrivare a 60 fps, ma di dare un velo di vivacità aggiuntiva ad un mondo bipolare, che fonde una natura rigogliosa ad un’umanità disastrata. L’audio che accompagna il gioco è fantastico, mostrando folate di vento miste a versi meccanici ma suggestivi delle varie bestie tecnologiche, godendo inoltre di un doppiaggio in italiano davvero ben realizzato, calzante a pennello su ogni personaggio primario.
Naturalmente piccole sbavature sono presenti: il corpo a corpo non è ben elaborato, spesso creando delle compenetrazioni che rischiano di farvi morire (in gioco), e in alcuni casi la IA non eccelle mostrando punti deboli in modo innocente. Tutto questo però cade in secondo piano nel complessivo. Guerrilla Games con Horizon: Zero Dawn ha rischiato nel creare un’opera nuova, fresca, moderna e ricca di spunti interessanti: molte software house al loro posto hanno creato prodotti medi con idee molto buone. Guerrilla invece, ha avuto delle idee ottime, e le ha applicate creando un prodotto sublime, tanto da essere difficilmente recriminato. Il rischio che poteva crearsi stava nell’open world, che poteva rivelarsi troppo spoglio, eppure risulta più vivo di quello che realmente ci si aspettava, non sfiorando mai la vetta della noia.
Non è assolutamente presente alcun tipo di modalità multiplayer: il gioco punta tutto su un’esperienza di gioco incalzante, senza strafare ne mostrare delle modalità inutili ai fini del design stesso. Un multiplayer avrebbe soltanto guastato l’esperienza generale, creando artefatti errati per un prodotto che si mostra per quello che è: una bella storia con un bel gameplay. Guerrilla Games ha dimostrato come una storia ben elaborata possa amalgamarsi a un gameplay divertente, segnando lo scacco matto contro tutti coloro che prima ci hanno provato. Aloy è pronta a intraprendere un viaggio, ma non è da sola. Il giocatore, il vero protagonista, anima indelebile dell’eroina, dovrà prendere decisioni, scegliere come approcciare il nemico e come equipaggiarsi verso dei misteri ben più grandi di lei. Questa sensazione, più unica che rara, è qualcosa che nel mondo del videogioco mancava da tanto, al punto da costringere molte software house a spremere il latte da brand già esistenti: a quanto pare (ed Horizon: Zero Dawn ne è la prova) la creatività esiste ancora, gli spunti interessanti permeano ancora il mercato videoludico, in attesa di essere presi come stelle nel cielo distante da game designer pronti a rischiare.
Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione fisica per PlayStation 4 del titolo (giocandola su PlayStation 4 Pro) dopo averlo provato al Review Event di mercoledì 15 febbraio, e dopo aver completato la campagna principale nella sua interezza, assieme ad alcune missioni secondarie e sfide.