Dopo anni di lavoro nell’ambiente cinematografico come direttore della fotografia, arriva il momento per Lawrence Sher di mettersi in prima persona dietro la macchina da presa. Per iniziare la sua carriera il regista decide di cimentarsi con una classica commedia all’americana basata su una vecchia sceneggiatura scritta tempo fa da Justin Malen. Dopo una serie di lunghe e travagliate riprese Bastards uscirà nelle sale americane sotto il nome di Father Figures. Distribuito nel bel paese da Warner Bros. Italia il nostro pubblico lo andrà a conoscere con l’ignobile traduzione di 2 gran figli di…
La trama principale del film gira attorno alla strampalata coppia di gemelli composta da Peter e Kyle Reynolds, interpretati rispettivamente da Ed Elms e Owen Wilson: uno un dottore serio e ligio al dovere e l’altro un modello ottimista e spensierato. Entrambi vengono cresciuti da una madre single di nome Helen alla quale Glenn Close presta il volto. Quando questi verranno a scoprire che il papà finora creduto morto è ancora vivo e vegeto inizierà la loro avventura alla ricerca del loro vero padre biologico.
Scavando nel turbolento passato di Helen, dove a quanto pare la monogamia non era certo una priorità, i fratelli si ritroveranno a girare il paese in lungo e largo, rimbalzando da indizio a indizio tra facce sempre più conosciute. Da celebrità del football come Terry Bradshaw e Ving Rhames ad altri volti noti come quelli di J. K. Simmons e Christopher Walken, i nomi importanti non mancheranno di certo in questo cast. Per l’intera durata della pellicola il racconto si reggerà sempre in bilico tra demenziale e profondo. Alternando momenti di riflessione emotivi a scene comiche che purtroppo non riusciranno mai a convincere fino in fondo lo spettatore.
Il copione, per quanto semplice e lineare, troverà comunque qualche spunto interessante a livello narrativo e sentimentale. La forte caratterizzazione dei personaggi è rispettabile visti gli interpreti assegnati, ma risulta deleteria a lungo andare, rallentando il tutto. Fortunatamente alcuni colpi di scena ben assestati aiutano a risollevare il ritmo della commedia dall’alone di banalità del quale è pregna fin dall’inizio. Anche il montaggio delle varie scene di viaggio è d’impatto e ben realizzato rispetto al risultato generale che risulta invece del tutto mediocre e nulla di rimarcabile tra le varie uscite al cinema.
Una volta concluso 2 gran figli di… non risulterà né innovativo né memorabile. Una visione frivola e leggera da concedersi, ma nulla più. Come detto in precedenza il lungometraggio sarà infatti perennemente contornato da scene che in fin dei conti non riusciranno mai a strappare un sorriso o una lacrima. Inoltre le dinamiche sentimentali cardine dello stesso non si affermeranno con troppo vigore e sfoceranno in una retorica finale banale e scontata. Se prendiamo il tutto per quello che è il risultato finale non è male in fin dei conti, ma in sostanza nemmeno così fuori dalle righe o entusiasmante da meritare la visione a scapito di tante alte alternative disponibili nel panorama odierno.