Giocare Yu-Gi-Oh! Master Duel per questa recensione è stato come uscire da un incubo, un incubo che stava durando da quasi un decennio e che ora, finalmente, è finito. Master Duel si impone come uno dei migliori videogiochi di carte sul mercato ed è, al netto di alcune piccole imperfezioni, la redenzione del franchise in ambito videoludico dopo anni di flop. Ecco perché!
Un sogno che si avvera
Salvo rare eccezioni, che però confermano la regola, possiamo dire che più o meno tutti i giocatori nati negli anni ’90 hanno avuto una passione per Yu-Gi-Oh. Nei primi anni 2000 era quasi un culto tra i ragazzini, aveva una popolarità che per certi versi ricorda molto quella che ha avuto Pokémon, in quanto anche Yu-Gi-Oh fu trainato dalla serie animata. Si propose come valida alternativa al ben più maturo e complesso (ai tempi) Magic The Gathering, andando incontro anche all’utenza meno avvezza ai giochi di carte. Non ci mise però molto ad arricchirsi di meccaniche, inizialmente le sole Fusioni per poi arrivare ai Synchro, successivamente gli Xyz e infine ai Pendulum e i Link. Proprio dai Pendulum, e in parte già dai Synchro e gli Xyz, la passione per il gioco ha cominciato a scemare tra il pubblico casual. Il motivo è che, appunto, si trattava di casual e quindi l’aggiunta di sempre più meccaniche demoralizzò quegli utenti, ben diversi dai giocatori di carte accaniti appartenenti alla fan base di Magic. Gli “hardcore” gamer in Yu-Gi-Oh c’erano, ma erano in minoranza, anche per via del costo esorbitante delle carte più forti.
Yu-Gi-Oh! Master Duel va quindi ad agire su più fronti diversi. Anzitutto è un free-to-play, con una progressione che come vedremo tra poco è piuttosto onesta e non obbliga a spendere soldi, e poi si rivolge sia ai nostalgici e sia a chi voleva giocare competitivo ma, appunto, non aveva i fondi per farlo seriamente. Si potrebbe parlare dei vari simulatori gratuiti non ufficiali presenti online, ma l’appeal di un gioco ufficiale con ranked altrettanto ufficiali è molto più grande. Senza considerare l’aspetto tecnico ovviamente, che rende tutto molto più intrigante alla vista e quindi più piacevole e fluido da giocare.
Abbiamo voluto parlare di Yu-Gi-Oh! Master Duel riguardo questi fattori, come primo argomento della recensione, perché fare una fredda analisi del prodotto non renderebbe l’idea di che cosa vuol dire un gioco del genere, soprattutto per chi come noi è cresciuto con quello originale. Poter giocare online, con chiunque, con un gioco ufficiale fatto così bene è un sogno che si avvera per un fan.
Fatta la doverosa contestualizzazione nostalgica, in che cosa consiste Yu-Gi-Oh! Master Duel? Per certi versi potremmo definirlo il fratello maggiore di Duel Links, in termini di esperienza di gioco e formula di base, con alcune caratteristiche migliorate di netto rispetto al famoso capitolo per mobile. Anzitutto il gameplay è quello del vero Yu-Gi-Oh!, con 40 carte minime nel deck, praticamente ogni carta del gioco (là dove molte su Links erano state omesse in quanto troppo sbilanciate per quel contesto), gameplay tradizionale con le 5 zone mostro e magia/trappola (+ le due zone Link) e 8000 Life Points. Letteralmente lo Yu-Gi-Oh! che si gioca con le carte fisiche, però in forma digitale in un videogioco. Yu-Gi-Oh! in tal senso non ha molto bisogno di presentazioni, rimane uno dei giochi di carte migliori della storia, ma le “pecche” di conseguenza le mantiene tutte.
Il vero, grosso, problema del gioco negli ultimi anni è stato essere basato sulle troppe combo, con situazioni surreali dove un giocatore fa turni anche da 3 minuti pieni, se non di più. Questa cosa potrebbe gettare in confusione eventuali spettatori esterni, che danno un’occhiata a un gameplay di alta ranked e iniziano a soffrire di mal di testa. Serve molta, moltissima pazienza per imparare a giocare a Yu-Gi-Oh! a quei livelli, oltre che tantissima pratica e un’ampia conoscenza delle carte migliori del formato. Questa è forse quindi la prima motivazione per iniziare a giocare al Yu-Gi-Oh! con Master Duel, perché non si limita a un semplice tutorial statico o inutilmente tedioso. Parliamo ovviamente della modalità “Solo” del free-to-play di Konami.
Si tratta di una modalità composta da mini campagne in single-player, dove si possono affrontare due attività: brevi tutorial e duelli effettivi, nei quali si usano archetipi sempre diversi contro la CPU. Per completarle al 100% bisogna affrontare i duelli sia con un deck a propria scelta, fatto con le proprie carte, e sia in un mirror match con lo stesso deck dell’avversario, che ci viene dato in prestito dal gioco per quel duello. Questa cosa aiuta moltissimo a prendere confidenza non solo con le meccaniche, come i tipi di evocazione, ma anche e soprattutto con le dinamiche.
Si giocano deck più offensivi, altri che puntano sulla consistenza e altri ancora più tendenti a uno stile control (poco offensivi ma che ingabbiano la strategia avversaria). Tutto questo conoscendo archetipi sempre diversi, alcuni anche abbastanza competitivi, con tanto di structure deck molto basico per ognuna delle campagne in Solo. Queste campagne contengono anche altre ricompense, come punti elementali per sbloccare i duelli avanzati di ogni archetipo e, soprattutto, le gemme che sono la valuta di gioco. Parliamo quindi finalmente di un argomento spinosissimo per ogni free-to-play: la progressione di gioco.
Progressione e Deck Building
Vogliamo mettere in chiaro subito una cosa, per la recensione ci sono state fornite 4920 gemme (che corrispondono a 79,99 euro di micro transazione) da riscattare su Yu-Gi-Oh! Master Duel. Questo ovviamente per poter esplorare più facilmente cose come drop rate dei pacchetti (che è leggermente migliore della media), deck building, i vantaggi del Duel Pass Gold e così via. Ne approfittiamo per ringraziare del gesto, non senza precisare che questa cosa non influenza le nostre considerazioni sulla progressione, oltre che ovviamente il giudizio generale del gioco. Parlando proprio della progressione, abbiamo tenuto traccia delle gemme guadagnate solo giocando, escludendo quindi dal computo quelle donateci da Konami, e ci siamo anche confrontati con altri giocatori che non hanno acquistato le gemme per aprire i pacchetti.
Al netto quindi di tutte queste analisi, raccolte di pareri e così via, possiamo confermare che è possibile costruire velocemente almeno un deck competitivo, facilmente e senza mettere mano al portafoglio. Ovviamente, tolta la fase iniziale dove vengono distribuite a pioggia, le gemme cominceranno presto ad essere sempre meno. Il segreto è quindi quello di non sprecarle, se si intende portare avanti il gioco senza spendere, indirizzandole verso le carte giuste. A tal proposito, la stessa Konami ci viene incontro con alcune meccaniche e funzioni molto utili.
La prima è quella del crafting delle carte: in breve, ogni carta ha una classificazione di rarità (N, R, SR e UR). Ogni carta craftata o trovata nelle buste dello shop può essere smontata, per ottenere 10 punti della rarità della carta smontata, quindi se smonto una carta UR ottengo 10 punti UR. Le versioni speciali delle carte, come quelle foil o prism, danno più punti quando vengono smontate ma non possono essere craftate. Il crafting di qualsiasi carta, senza distinzione, costa 30 punti della relativa rarità, quindi per crearne una UR servono 30 punti UR. Si tratta di un grosso passo avanti rispetto al crafting di Duel Links, però è per certi versi un gradino sotto a quello di Heartstone.
Nel gioco di Blizzard, infatti, le carte forniscono punti generici che aumentano di numero in base alla rarità, quindi applicato a Yu-Gi-Oh! Master Duel si potrebbe fare una UR anche con 9 SR invece che solo 3 UR. Ovviamente i punti su Master Duel sono stati bilanciati ben sapendo di questa differenza, e funziona benissimo anche così, ma crediamo che usare punti generici avrebbe migliorato leggermente una progressione già ottima. Inoltre, craftare o trovare una SR o una UR di un archetipo sblocca una busta segreta. tematica per uno o più archetipi tra cui quello della carta trovata o craftata. Quindi, sempre per fare un esempio, se io trovo o crafto Drago Polvere di Stelle (che è una UR) sblocco automaticamente la sua busta segreta.
Le buste segrete sono come le buste master, ossia quelle dove si trova qualsiasi carta, ma 4 delle 8 carte di ogni busta sono le “carte in evidenza” di quella busta, ossia Drago Polvere di Stelle e il resto del suo archetipo tornando all’esempio di poco fa. Scadono dopo 24 ore, però aprendole e trovando UR o SR delle loro carte in evidenza si resetta automaticamente il timer (resettabile anche craftandole), al termine del quale spariscono e vanno riattivate. Per non restare a corto di gemme è consigliabile investirne 600 nel Duel Pass Gold, con il quale rientrerete con gli interessi dell’investimento se sarete bravi in ladder. E poi con il primo danno il companion a forma di Anfora dell’Avidità, quindi, cosa volere di più?
In Yu-Gi-Oh! Master Duel è anche possibile cercare deck pubblici, fatti da altri utenti in giro per il mondo, copiarli e costruirli passo passo tenendo traccia delle carte che mancano. Se siete alle prime armi e volete fare un deck basato su un archetipo competitivo, basatevi molto sulle liste altrui sia nel gioco sia nei siti di guide a tema, solo chi conosce bene il meta può permettersi di improvvisare. Per vedere se una lista funziona, Konami ha anche aggiunto una chicca, ossia il simulatore di mano iniziale. Quante volte ci siamo chiesti se un deck giri come sembra? Con questa funzione, interna sia nel deck builder sia richiamabile visualizzando un proprio deck, è possibile controllarlo come si deve.
Si possono anche aggiungere carte, andando a simulare delle pescate, per capire quanto effettivamente sia fluido e consistente il deck anche a partita in corso, una funzione quindi non solo utilissima ma quasi rivoluzionaria. Nessuno dei videogiochi di carte principali offre questa possibilità, che però era stata inserita già diversi anni fa in giochi minori come Hex, per esempio. Speriamo che anche Heartstone, Magic Arena e il prossimo Pokémon TCG Live la prendano in considerazione. Ultima postilla sul bilanciamento: il gioco è basato sul formato OCG (quindi ban list giapponese), però pare che a breve arriverà anche quello occidentale. Se siete giocatori competitivi e non capivate come mai certe carte erano o non erano bannate come dovrebbero, il motivo è questo.
Il comparto tecnico di Yu-Gi-Oh! Master Duel
Dal punto di vista tecnico Yu-Gi-Oh! Master Duel è un ottimo gioco, con un’estetica molto gradevole e delle soluzioni per UI e Menù funzionali sia da guardare che da utilizzare. Tecnicamente è stato fatto quindi un gran bel lavoro, andando a impreziosire l’ottima esperienza di gioco complessiva. Lo abbiamo provato inoltre su tutte le piattaforme, grazie alla possibilità di collegarsi con il proprio Konami ID e applicare i progressi di gioco a ogni versione. Su PlayStation e Xbox il gioco è godibilissimo, su Nintendo Switch il framerate portato a 30 lo rende meno fluido e ci sono anche dei piccoli freeze, però nulla che invalidi l’esperienza di gioco. In fondo in un gioco di carte 30 fps o 60 fps cambiano solo esteticamente, non hanno una funzione di gioco effettiva. Sugli scudi la versione per PC, agevolata soprattutto dal poter utilizzare un mouse per giocare, di gran lunga la migliore delle versioni ed è quella che vi consigliamo di provare per prima.
Al netto però di una resa tecnica non brillantissima, la seconda miglior versione è paradossalmente quella per Nintendo Switch. Poter giocare un gioco di carte in mobilità è grandioso, infatti anche i vari Heartstone e Magic hanno una versione mobile, e in attesa del port per iOS e Android Master Duel ha solo Switch per essere giocato fuori casa senza un PC portatile. Da segnalare anche che su Switch è possibile utilizzare i comandi touch, così come sui PC che hanno uno schermo che lo permette, anche se non sono ancora calibrati benissimo e probabilmente verranno rifiniti il prima possibile.
In definitiva, Yu-Gi-Oh! Master Duel ha salvato la reputazione videoludica del franchise, proponendo un’esperienza di gioco solida e senza reali sbavature. Le uniche cose da rifinire sono come detto i comandi touch, la minore stabilità su Switch e la non stabilissima tenuta dei match in cross-play, che però è dovuta principalmente alle differenti capacità di calcolo di tutte le piattaforme. Se Rush Duel era il punto più basso raggiunto da Yu-Gi-Oh!, Master Duel è il punto più alto in assoluto!